Governo italiano, Rosato: "Pd coi 5 stelle? Referendum tra gli iscritti"

Il papà del Rosatellum difende la 'sua' legge: "Ci sarebbe stata ingovernabilità con qualsiasi legge elettorale" Nuovo governo, la tentazione di Di Maio: guidare la Camera

Il capogruppo uscente del Pd Ettore Rosato (Ansa)

Il capogruppo uscente del Pd Ettore Rosato (Ansa)

Roma, 19 marzo 2018 - Nella settimana che porterà all'elezione dei presidenti di Camera e Senato, con i primi abboccamenti di Salvini e Di Maio, i due vincitori riconosciuti delle elezioni 2018, il Pd si sente un po' in disparte e fuori dai giochi.  I dem bastonati dalle urne hanno sempre detto di voler stare all'opposizione, ma anche di non volersi arroccare sull'Aventino e di voler parlare con tutti. In realtà l'ipotesi di un governo a 5 stelle con l'appoggio, anche solo esterno, dei democratici resta ancora in piedi, in queste ore di stallo politico. Tanto da far dire a Ettore Rosato, capogruppo uscente Pd alla Camera nonché 'papà' della contestatissima legge elettorale: "Non sono d'accordo a fare un governo con i 5 stelle, ma su decisioni importanti potrebbe essere utile una consultazione degli iscritti, anche sulla possibilità eventuale di fare un governo". Segnali di disgelo? Staremo a vedere.

Lo stesso Rosato tiene a precisare che per il Pd Salvini e Di Maio non sono gemelli. "Alcune cose che propone Salvini sono inaccettabili a livello politico e culturale - precisa a 'Un giorno da pecora' di Radio 1 - ha alimentato la paura in questo Paese". Quanto al leader grillino, "Di Maio non ha un programma, ha una lista dei desideri: un'Italia più pulita, più bella, tutti con una fidanzata, il reddito di cittadinanza - ha detto con una punta di ironia - a chi non piacerebbe?".

Ma appunto, la Lega è più pericolosa, perché "se Salvini dovesse fare alcune delle cose che ha promesso sarebbe l'Italia dei muri - ha aggiunto Rosato - Dall'altra parte (M5s, ndr) c'è la non scelta, non hanno mai preso una posizione su certi temi. Dubito che di Maio si faccia convincere su qualche cosa...".

Ancora, sui possibili presidenti delle Camere, il papà del Rosatellum ha detto: "ho stima di Giancarlo Giorgetti (Lega, ndr)", mentre sull'ex direttore di Sky Tg24 Emilio Carelli, neoletto M5S alla Camera, ha affermato: "Non lo conosco tranne che per la televisione, ma non possiamo essere pregiudizialmente contro". Poi chiosa: "La storia di questo Paese dice che offrire una presidenza alle opposizioni è un atto intelligente". E aggiunge: "Noi non chiediamo nulla, speriamo che ci sia una rosa di proposte che, seppure non riguardano esponenti del Pd, abbiano le caratteristiche per essere istituzionalmente rappresentative". Dario Franceschini? "Non si sta scaldando, lo scaldano i giornalisti", ha precisato.

Poi la difesa del Rosatellum: "Con qualsiasi legge elettorale non sarebbe cambiato nulla - assicura Rosato - l'ingovernabilità ci sarebbe stata comunque. Se c'è un Paese diviso in tre ci vuole il ballottaggio, ma è stato dichiarato incostituzionale. Il M5s proponeva il proporzionale puro, hanno avuto 20 seggi in più alla Camera rispetto al proporzionale puro". Insomma, "alla fine è stato un sistema proporzionale con un bel pezzo di maggioritario. Il Rosatellum aiuta la governabilità perché mette un pezzo di maggioritario. Bisogna fare delle alleanze, del resto in Germania hanno fatto così. Se uno dice non faccio alleanze, ci sono gli altri due. Se sono in due a dire non facciamo alleanze, è un problema".

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EMILIANO - Da parte sua il governatore pugliese Michele Emiliano, il prio e pressoché unico a caldeggiare un accordo con i 5 stelle, rivendica: "Quello che sembrava una idea un pò sui generis che avevo affacciato in diversi interventi, e cioè quella del sostegno esterno a un governo del Movimento Cinquestelle con indicazione specifica dei punti che il Pd si sentiva di sostenere nella attività parlamentare di un governo del M5s, sta diventando chiaramente l'unica possibilità reale".