Giovedì 18 Aprile 2024

Crisi di governo, anche il Financial Times pro Draghi: "L'Italia ne ha ancora bisogno"

Editoriale del quotidiano britannico. "Che così tanto sia sulle spalle di Draghi, un tecnocrate non eletto, è un atto d'accusa alla classe politica italiana"

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi (Ansa)

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi (Ansa)

Roma, 17 luglio 2022 - Dibattito in corso tra le forze politiche sull'attuale crisi di governo, mentre cresce il pressing su Mario Draghi affinché resti a fare il premier. L'ultimo, in ordine di tempo, a schierarsi sulla sua permanenza a Palazzo Chigi è il Financial Times. "Con una crisi del costo della vita, la guerra in Ucraina e il pacchetto 'anti-frammentazione' in preparazione da parte della Banca centrale europea, è il momento peggiore per la confusione. Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l'Italia", scrive in un editoriale il quotidiano finanziario britannico, che sostiene il presidente del Consiglio dai tempi in cui era alla Bce. 

Per il Ft "la migliore prosepettiva è che Draghi continui a essere presidente del Consiglio il più a lungo possibile". Nonostante i rischi "sarebbe molto meglio concedergli il tempo di portare avanti le misure fondamentali nei prossimi mesi - si legge ancora nell'editoriale -. La priorità è approvare il prossimo bilancio e portare avanti le riforme necessarie per sbloccare la prossima tranche del fondo NextGeneration Eu", prosegue il giornale d'Oltremanica. 

Il divario tra gli i Btp italiani e i Bund tedeschi è salito con la crisi politica, osserva il quotidiano. "Gli elevati costi finanziari per l'Italia, che deve rinnovare oltre 200 miliardi di euro di debito entro la fine dell'anno, sono particolarmente problematici dato il previsto aumento del tasso della Bce giovedì. La banca centrale rivelerà anche come intende affrontare la frammentazione dei rendimenti tra paesi fortemente indebitati come l'Italia e i loro vicini settentrionali. Qualunque sia il suo progetto definitivo, lo strumento richiederà un minimo di stabilità politica".  

Non manca poi un riferimento alla guerra. "L'Italia sotto Draghi è stata un fedele alleato dell'Ucraina... Un vuoto politico a Roma sarebbe l'ennesima distrazione per l'occidente: il Regno Unito è impegnato nella scelta di un nuovo primo ministro mentre il francese Emmanuel Macron è senza maggioranza parlamentare. La guerra ha gettato una lunga ombra sulla politica italiana, non solo perché ha fatto salire i prezzi dell'energia e dei generi alimentari, ma anche per i legami di lunga data con Mosca. Il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte ha apertamente messo in dubbio la saggezza di inviare armi all'Ucraina, provocando una scissione nel suo partito".  "Che così tanto sia sulle spalle di Draghi, un tecnocrate non eletto, è un atto d'accusa alla classe politica italiana. Sapendo che la premiership di Draghi ha una data di scadenza, non è riuscita a convincere i mercati che può trovare una strada plausibile per continuare le sue riforme di cui l'Italia ha un disperato bisogno. Invece, con l'avvicinarsi delle elezioni, le lotte intestine sono aumentate".  

"I partiti politici italiani dovrebbero impegnarsi nelle riforme di Draghi e spingerlo a rimanere fino alle elezioni - conclude dunque il Financial Times -. Ma devono anche pianificare in modo credibile un futuro post-Draghi. Lo stesso deve fare l'Ue e la Bce: entrambe si aggrappano all'ex presidente della BCE come partner affidabile e temprato dalla crisi. La finestra per le riforme strutturali in Italia che Draghi ha aperto potrebbe chiudersi rapidamente. I politici italiani, incluso lo stesso Draghi, devono assicurarsi che questa settimana non si chiuda. Whatever it takes".