RAFFAELE MARMO
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Governo, l'altolà di Fraccaro: "Rispettiamo il Colle, però niente ribaltoni"

Il braccio destro di Di Maio: "Il rischio è una manovra di palazzo" Lunedì nuove consultazioni: il calendario

Riccardo Fraccaro (Ansa)

Riccardo Fraccaro (Ansa)

Roma, 5 maggio 2018 - Se il presidente Mattarella chiama per un governo di tregua, perché dire no?

"Il M5S – premette subito Riccardo Fraccaro, braccio destro di Luigi Di Maio – ha dimostrato grande senso di responsabilità chiedendo convergenze sui temi. I partiti hanno preferito anteporre i loro interessi a quelli dei cittadini, ignorando il segnale dirompente arrivato dalle urne il 4 marzo".

Dunque?

"Noi abbiamo il massimo rispetto per il presidente Mattarella che sta gestendo con equilibrio una situazione paradossale. Il governo di tradimento, più che di tregua, nascerà, però, se la Lega aiuterà Pd e Forza Italia a farlo. Gli italiani hanno chiesto, invece, chiaramente, un governo di cambiamento. Ogni altra formula che i partiti metteranno in campo calpesterà solo la volontà popolare".

Crede che ci sia la possibilità di un accordo in questo senso tra i partiti?

"È evidente la sintonia di intenti tra Renzi e Berlusconi, vedremo se anche Salvini si renderà responsabile di un governo del Nazareno contro il M5S. Noi diciamo chiaramente no al ribaltone, uno schema da Seconda Repubblica che finirebbe per emarginare la prima forza politica del Paese. Un raggiro per gli elettori".

Non c’è il rischio che un ritorno al voto immediato riproponga un nuovo stallo? Non sarebbe meglio fare prima una nuova legge elettorale?

"Il vero rischio è quello di una manovra di palazzo, fatta per impedire alla prima forza politica di governare, magari con la scusa di mettere mano alla legge elettorale. Parlare ora di riforme significa protrarre questa situazione di crisi e far sprofondare il Paese nelle sabbie mobili. Per superare lo stallo si deve votare a giugno".

Non temete uno smottamento tra le vostre fila per appoggiare un governo di tregua?

"È chiaro a tutti che questo tipo di esecutivi finisce per assecondare logiche estranee alle dinamiche della rappresentanza. Un simile governo non farebbe altro che riproporre le logiche della tecnocrazia. Noi abbiamo detto chiaramente sin dall’inizio che l’obiettivo era dare al Paese un governo legittimato dal voto con un chiaro mandato politico, su questo il M5S è estremamente compatto".

Come valutate il segnale venuto dal Friuli? Il Movimento può essere visto troppo come una forza politica del Sud?

"Alle elezioni del 4 marzo il M5S è risultata la prima forza politica, con una distribuzione omogenea dei consensi su tutto il territorio nazionale. Il dato del Friuli conferma la tendenza regionale che ci vede sfavoriti rispetto alle ammucchiate di liste e listini, ma ormai da soli riusciamo a tenere testa quasi ovunque anche alle larghissime coalizioni".

La battaglia sua e vostra sui vitalizi andrà in porto? Chi sta cercando di boicottarla?

"Nella scorsa legislatura, in cinque anni, non si è riusciti ad approvare uno straccio di legge. Ora in soli 15 giorni il collegio dei questori ha consegnato l’istruttoria per l’abolizione dei vitalizi, la battaglia ha già preso il via in tempi record con un atto formale che a breve si tradurrà nella delibera. Tutte le forze politiche si sono dette favorevoli e mi aspetto che passino dalle parole ai fatti. Milioni di cittadini esasperati da decenni di malapolitica chiedono quest’atto di equità e giustizia sociale".