Governo, Di Maio apre al Colle. Ipotesi Salvini premier

Il leader 5 Stelle: "Niente impeachment, ora collaboriamo. Fateci ripartire" Crisi di governo, gli aggiornamenti del 30 maggio "Dai mercati segnali agli elettori italiani". E' bufera sul commissario Ue Oettinger Borsa, Milano chiude a -2,65%. Spread sopra 300 Spread e mutui, cosa succede ora per famiglie e aziende

Luigi Di Maio saluta la folla a una manifestazione a Napoli (Ansa)

Luigi Di Maio saluta la folla a una manifestazione a Napoli (Ansa)

Roma, 30 maggio 2018 - La giornata più folle nella crisi più folle (e drammatica) della storia d’Italia è stata quella di ieri. Al Senato, che finalmente si riunisce, si dovrebbe discutere di Alitalia, ma si parla di crisi di governo. Toninelli (M5S) attacca Mattarella e la presidente Casellati lo stoppa subito. Marcucci (Pd) sfida Lega e M5S: "Andiamo a votare a fine luglio". Centinaio (Lega) raccoglie la sfida: "Andiamoci così fate la fine dei panda". Si diffonde la psicosi del voto il 29 luglio, data che già il Colle, quando Di Maio e Salvini non riuscivano a mettersi d’accordo, aveva fatto ventilare. Panico. Nessuno è pronto, tantomeno Lega e 5Stelle che si vedono e si mettono d’accordo perché vogliono far partire il lavoro delle commissioni e cambiare la legge elettorale. Insomma, prendono tempo, altro che "vogliamo votare a luglio". Al Colle devono aver riso di gusto davanti all’ennesima marcia indietro. Certo è che quando il premier incaricato, Cottarelli, sale al Colle senza sciogliere la riserva, come invece era previsto, ed esce alla chetichella dal Quirinale, si capisce che si ribalta il film.

Crisi di governo, gli aggiornamenti del 30 maggio

Le voci, a Montecitorio come a palazzo Madama, impazzano: si passa dai conti, calendario alla mano, per il voto il 29 luglio (si può fare) alla voce che prenderà quota a tarda sera, il ritorno del governo giallo-verde. Di certo, molti nomi papabili come ministri sono indisponibili a far parte di un governo che nasce morto, ma lo stesso Cottarelli sarebbe indisponibile alla figuraccia, e il Colle dietro di lui. A quel punto, la ‘pazza idea’ del Pd, che annuncia di non votare la fiducia ma di astenersi e sfida gli altri partiti a votare a luglio (il regista dell’impeccabile operazione è Lorenzo Guerini) è la classica pietra in uno stagno che ribolle.

"Dai mercati segnali agli elettori italiani". E' bufera sul commissario Ue Oettinger

La Lega fa sapere al Pd che "è pronta" a votare a fine luglio, ma non con Minniti al Quirinale e prova cercare intese su settembre. Il Pd risponde picche. Cottarelli non se la sente di guidare un governo per un mese. Le voci di un nuovo governo giallo-verde (col nome di Savona depennato dalla lista, probabilmente sostituito da Giorgetti) o, più difficile, di un governo di minoranza del centrodestra, ma in entrambi i casi con Salvini premier, si fanno insistenti. A tarda sera, l’ennesimo colpo di scena. Di Maio, in un comizio, toglie di mezzo l’annunciato impeachment verso Mattarella, con la scusa che "la Lega è indisponibile" (lo è sempre stata) e arriva a dire "sono pronto a collaborare con il Colle".

Intanto, Salvini chiede di tornare a votare al più presto ("O si parte o si torna al voto"), ma non ad agosto. E così, mentre è già sera, torna in auge la maggioranza giallo-verde, come avrebbero concordato Di Maio e Salvini in un vertice a due alla Camera. Con una differenza tra i due: Di Maio è terrorizzato dal calo verticale nei consensi che i sondaggi registrano e teme la fronda interna. Salvini è win-win (sia che faccia il governo sia che si voti presto) e può giocare su due tavoli, per il governo: con l’M5S o a capo di un centrodestra leghizzato. E Giorgia Meloni, a notte, dà una mano: "Pronta a rafforzare un governo di centrodestra l’asse M5S-Lega".

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