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Roma, 17 luglio 2022 - Gianfranco Fini, ben due volte (1995 e 2010) e, soprattutto, Fausto Bertinotti, altre due volte (1998 e 2008), la seconda in "condominio" con Clemente Mastella. Sono i due ‘campioni’ indiscussi in fatto di ‘levatrici’ di crisi di governo che però non portano bene a chi le fa, poi alle urne. "Chi la fa, l’aspetti" recita un detto popolare. Chi provoca una crisi di governo e la relativa corsa alle elezioni anticipate è il più delle volte travolto dal disonore. Limitandoci solo alla seconda Repubblica, sono Fini e Bertinotti che hanno causato, per ben due volte, due crisi di governo per puntare, a stretto giro, al voto anticipato ma per riceverne, in cambio, solo dolori e sfracelli, fino all’estinzione, di fatto, delle loro carriere e pure dei loro partiti. Il diktat di Calenda: "Draghi non tratti con nessun partito: prendere o lasciare" Bonaccini: "Conte deve fare retromarcia. A rischio l’alleanza con il Pd" Crisi di governo e Draghi: cosa succede mercoledì. I tre possibili scenari Due casi, meno noti, riguardano Gianfranco Fini. Corre la XII legislatura, iniziata a marzo 1994. Il ‘nuovo’ centrodestra ha vinto le elezioni ma il I governo Berlusconi è caduto in meno di un anno, per colpa di Umberto Bossi. Segue il governo Dini, che Berlusconi accetta, pensando si vada subito al voto, ma così non è. Scalfaro ‘gabba’ il leader di FI, furibondo. Berlusconi, ma anche Fini, reclamano il voto, ma Scalfaro affida un incarico esplorativo ad Antonio Maccanico, caduto il governo Dini. Fini dice di no. Non vuole governare con l’allora Pds e l’allora PPI e si mette in scia di FI, che reclama le urne. Si vota nel 1996 e An non va male (passa dal 13% al 15%) ma il Polo delle Libertà perde le elezioni, anche perché la Lega ...
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