Governo, Renzi: "Ho chiesto incontro a Conte la prossima settimana"

Il leader di Italia Viva: "Spero di poter mettere la parola fine a questo teatrino". Il premier: "Porta aperta". Intercettazioni, Senato conferma fiducia

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi (ImagoE)

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi (ImagoE)

Roma, 20 febbraio 2020 - Renzi sfida Conte: rilancia sulle riforme e chiede il premierato. Oggi il leader di Italia Viva ha fatto sapere che ha chiesto un incontro al premier. "Credo che la cosa più pulita sia vedersi la prossima settimana con Conte - ha detto Renzi -. Le telenovelas funzionano quando poi c'è un elemento di chiarezza. Speriamo di mettere la parola fine a questo teatrino".

"Ho già risposto che sono ben disponibile, la mia porta è sempre stata aperta e sarà sempre aperta: sicuramente ci vedremo la settimana prossima", ha replicato Conte.

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L'ex premier ha parlato anche della possibile sostituzione di Italia Viva in maggioranza con i cosiddetti 'responsabili' e la ritiene un'ipotesi "per noi legittima e che magari si realizzerà nelle prossime settimane".

Ma è arrivato subito lo stop del presidente dei senatori del Pd, Marcucci: "Basta melina. Il governo e il presidente del Consiglio ora devono lavorare 24 ore su 24 per far uscire l'Italia dal pantano di una crisi economica che va affrontata a muso duro". "Io rispetto le idee di tutti, naturalmente anche quelle di Matteo Renzi - ha continuato Marcucci -. Non credo però che questa legislatura così complicata abbia lo sprint giusto per avviare una nuova stagione di riforme. Credo anche che non si debba sostituire Italia viva nella maggioranza parlamentare, almeno io guardo con sospetto ad operazioni di galleggiamento con nuovi responsabili", conclude. 

Sul decreto intercettazioni, su cui il Senato ha confermato la fiducia al governo, Renzi ha detto: "Il decreto intercettazioni non è di fiducia a un singolo ministro. Grasso non è ancora fra le fonti normative. Le sue valutazioni su cosa sia la mozione di sfiducia si trova nel regolamento del Senato e non nella mente ampia di Grasso". Il senatore non ha partecipato al voto