Mercoledì 24 Aprile 2024

Tra Pd e Conte una pace precaria. "Servono fatti, non chiacchiere"

In vista degli Stati generali tra i dem e il premier scatta la tregua: "Lo abbiamo tenuto sui carboni " Ribadita l’esigenza di affrontare subito le sfide economiche. E sulle risorse Ue: "Vanno usate tutte"

Nicola Zingaretti con dietro una gigantografia di Conte (ImagoE)

Nicola Zingaretti con dietro una gigantografia di Conte (ImagoE)

Roma, 7 giugno 2020 - "Zingaretti, e tutti noi, siamo come il Cireneo dei Vangeli. Dobbiamo aiutare Conte, a portare la croce, e basta, anche se la croce non ci piace…". Il big dem che fa riferimento al vangelo di Luca, citandoti pure il versetto (Lc, 23.26), recita lo stato dell’arte. Nel Pd è scoppiato il mal di pancia - un torcibudella continuo - nei confronti di alleati e premier. Sospetti, mugugni, timori, paure.

Tipo quella per aver visto nei sondaggi una ‘lista Conte’ che, con il 14% dei consensi, dimezza quelli del Pd. Insomma, una catastrofe. Eppure, non c’è, nel Gotha dem, nessuna intenzione di compiere ‘strappi’ irreparabili. Di aprire crisi politiche, tantomeno di governo: "Mattarella, piuttosto che farci votare, ci manda i corazzieri a casa" ti dicono con un sospiro.

Certo, a leggere i giornali ieri, l’impressione era tutt’altra: la crisi politica definitiva tra Pd e Conte sembrava a un passo. Non è così, ma non è casuale che il Nazareno faccia passare un’intera mattinata prima di ‘smentire’ chi parla di rottura vicina: "lo abbiamo tenuto per qualche ora sui carboni". La nota ufficiosa dem, dunque, serve a tenere il punto, ma va anche letta in controluce. L’occasione – una videochat tra Zingaretti, Orlando, i capigruppo di Camera (Delrio) e Senato (Marcucci) e la delegazione di tutti i ministri dem – serve a ribadire che "siamo concreti, non superficiali. Nessuna volontà di contrapposizione con il premier".

Ma, nella nota, si ribadisce pure "l’esigenza di costruire da subito un percorso per affrontare in maniera adeguata le grandi sfide economiche e sociali che abbiamo davanti, ma sia un percorso serio e concreto". E con relativa sottolineatura che "le risorse della Ue vanno usate tutte" (traduzione: anche il Mes e anche se ai 5stelle fa schifo) e che il "processo di coinvolgimento" (cioè quegli Stati generali che hanno lasciato basiti l’intero gotha del Pd: "Idea infelice" è stato il commento più ‘tenero’) va fatto "aprendo alle migliori energie produttive" (Conte, guarda che non puoi prendere a schiaffi con Confindustria, non funziona così, ndr ) in tempi certi e con obiettivi chiari".

La nota, però, non ‘buca’. Serve che qualcuno la ‘traduca’. Prima ci pensa, con un tweet, una personalità dem che appare in ‘fuorigioco’, ma che non è lo è affatto e che tiene pure un filo diretto con il Quirinale, Pierluigi Castagnetti: "Andate in un convento per due giorni, tutto il cdm. Uscitene con una bozza di Piano, senza bandierine dell’uno o dell’altro, parlatene in modo corretto con le opposizioni e, poi, con le categorie. Subito. Risparmiateci la menata degli Stati generali".

Poi, in serata, parla Andrea Orlando: "Noi non solo non siamo contrari ma lo abbiamo proposto questo passaggio. L’obiezione è sulla modalità, non ci convinceva l’idea che si chiamassero gli Stati generali senza prima definire la proposta del governo e dire come vogliamo spendere i soldi dell’Ue. Servono fatti, non chiacchiere". Conte è avvisato. Il ‘Cireneo’ Pd continuerà a portare la croce, ma è già stanco.