Venerdì 19 Aprile 2024

Governo, Calenda avverte: il Pd ne uscirà a pezzi

L'ex ministro: giravolta mai vista, col mio movimento voglio parlare anche a Forza Italia

Carlo Calenda (Ansa)

Carlo Calenda (Ansa)

Roma, 1 settembre 2019 - Come un governo dell’Unione dove, però, il "partito di Pecoraro Scanio, il partito dei no" ha il doppio dei voti dell’Ulivo. Questo sarà, se sarà, il governo Pd-M5s per Carlo Calenda, ex ministro, europarlamentare, uscito dal Pd dopo il sì a un governo con i 5 Stelle.

Come finirà tra Pd e M5s? "È un negoziato finto, non si discute dei temi su cui si è in disaccordo – quota 100, reddito di cittadinanza, Alitalia – ma genericamente di ambiente e della pace nel mondo. Penso che il governo si farà, il Pd è entrato troppo nel negoziato e ha accettato talmente tanti diktat che adesso non può più tornare indietro. Si è fatto mettere totalmente i piedi in testa: si è iniziato dicendo ‘mai Conte’ e ora... Non si è mai vista una giravolta come questa".

Che governo sarà? "Prevedo che il nuovo governo, se nascerà, sarà la sintesi del peggio che abbiamo visto dei governi del centrosinistra. Come se il governo dell’Unione fosse stato fatto con Pecoraro Scanio al doppio dei voti dell’Ulivo. Il partito di Pecoraro Scanio era il partito dei no, quello dei 5 Stelle del vaffa".

Dal governo il Pd potrà correggere alcuni provvedimenti, a partire dai decreti Sicurezza. "Mah. Mettere delle pezze non ha niente a che vedere con governare in un momento così difficile: il Paese sarà in recessione, in una crisi profonda, non è un Paese che tu governi non avendo niente in comune tra alleati e detestandosi. Chi governa viene punito anche se coeso e unito, figuriamoci. Mettiamo le premesse perché poi arrivi Salvini o qualcun altro".

Da tutto questo come ne esce il Pd? "Male, malissimo. Il Pd prima ha votato pro Tav con la Lega e il giorno dopo ha fatto il governo con i no Tav. Poi la giravolta sul no a Conte premier che è diventato sì, una cosa che non si comprende. E poi ci sono due Pd, uno, quello dei gruppi parlamentari, controllato da Renzi e uno controllato da Zingaretti. E allora uno pensa: come gliela spieghi una cosa così a un ragazzo?".

A proposito: come sono i suoi rapporti con Renzi? "Politicamente inesistenti. Personalmente vanno e vengono, certe volte bene e certe meno bene".

Però, come conferma l’ultimo sondaggio, aprire una trattativa con i Cinquestelle ha fermato l’ascesa della Lega... "Mica tanto. Quello che ha perso la Lega lo ha ripreso Fratelli d’Italia e quindi la somma della destra è in lieve aumento. Il Pd, invece, ha fatto risuscitare i Cinquestelle che lo hanno ri-superato. Quello che si sta facendo è una roba che nessun elettore capisce, è stata dettata dalla paura di andare al voto e giustificata dicendo che non potremo mai vincere".

Qual è il futuro politico di Carlo Calenda? "Non farò un altro movimento, ma comincerò a lavorare per trasformare ‘Siamo europei’ in partito politico mobilitando più forze nuove possibili. La crisi di governo ha dimostrato che c’è un discredito complessivo della classe dirigente, da Salvini al Movimento 5 Stelle, a come si è mosso il Pd. Una classe politica contraddistinta da incoerenza. L’idea è quella di un movimento molto aperto, con la possibilità della doppia tessera, di poter aderire essendo iscritti anche a un altro partito, tanto il Pd quanto Forza Italia. Non è un’operazione aggressiva nei confronti del Pd, nessuno strappo violento".

Chi sono i suoi interlocutori? "Condivido molto del manifesto di Urbano Cairo, anche se non ci ho parlato. Sto iniziando adesso, insieme a personalità come Walter Ricciardi e Irene Tinagli. Diremo ‘queste sono le nostre idee’ e chi vuole sarà il benvenuto. Il voto è tornato a essere di opinione".