Governo, Berlusconi: "Noi all’opposizione". Ma frena sulla rottura con la Lega

Il Cavaliere non voterà la fiducia, valuterà i provvedimenti

Silvio Berlusconi in auto con Licia Ronzulli (Imagoeconomica)

Silvio Berlusconi in auto con Licia Ronzulli (Imagoeconomica)

Roma, 25 maggio 2018 - "No, Berlusconi non era arrabbiato, ma io non faccio l’esegeta dello stato d’animo altrui". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo un incontro con il leader di Forza Italia di quelli del genere ‘fuori i secondi’. Fonti di Forza Italia: Silvio ha chiesto a Matteo garanzie su due dicasteri, la Giustizia e lo Sviluppo economico (che porta con sé la delega sulle telecomunicazioni, ndr). Se andranno entrambi ai 5 Stelle sarà guerra aperta, se andranno alla Lega, chissà.

Prima, però, c’è stato l’incontro ufficiale della delegazione di FI, capitanata proprio dal Cavaliere, con il premier incaricato Giuseppe Conte. Berlusconi è stato il solo leader di partito a non rilasciare dichiarazioni ufficiali, all’uscita. Dentro, il clima è stato cortese, ma senza nascondere a Conte le preoccupazioni che l’ex premier nutre sul governo. Il Cavaliere ha sottolineato l’eccessivo giustizialismo presente nel contratto e paventa l’immobilismo sulle grandi opere. Morale: gli azzurri voteranno un no rotondo alla fiducia e negheranno il sostegno al governo, proprio come Fratelli d’Italia.

Poi, però, Berlusconi ha voluto vedere Salvini 'de visu'. Il colloquio è durato una decina di minuti e si è svolto in una sala attigua alla Sala dei Busti dove Conte consultava i partiti. Salvini definisce "utile e positivo" il faccia a faccia, ma il suo sollievo è solo in parte giustificato. Il leader leghista temeva una sfuriata, di quelle che Berlusconi fa quando si sente ‘tradito’. Ma dopo i tamburi di guerra della mattinata, in FI si respira una posizione più sfumata, realista.  Il vertice a palazzo Grazioli che ha visto sedere, intorno a Berlusconi, il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, il portavoce azzurro Giorgio Mulé e le due capigruppo, Bernini e Gelmini, ha stabilito la linea.

Ma ecco una dichiarazione aperturista della vice presidente dei deputati azzurri, Mara Carfagna: "FI farà un’opposizione intelligente e costruttiva. Voteremo a favore di quei provvedimenti che riteniamo utili per il Paese come la flat tax e la legittima difesa ci opporremo a quelli dannosi". Identica posizione di quella di Giorgia Meloni per conto di Fd’I: "Sulle cose sensate ci siamo perché noi tifiamo Italia". L’opposizione "intelligente e costruttiva" della Carfagna ricorda una definizione, "astensione benevola", coniata dal governatore ligure Giovanni Toti, molto vicino a Salvini. Vero è che Berlusconi era convinto che Salvini sarebbe andato a sbattere e che il governo giallo-verde non sarebbe mai nato.

In privato il Cavaliere si è sfogato, più volte, contro Salvini, ma negli ultimi due giorni è diventato afono. E quando Brunetta ha detto che Salvini "è un traditore" e che fa "il taxista di Di Maio", una durissima e inusuale nota delle due attuali capigruppo, Bernini e Gelmini, ha rimesso le cose a posto: "Brunetta parla a titolo personale". E così almeno una tregua, tra Salvini e Berlusconi, è stilata. Non a caso Salvini dice che "convinceremo gli amici del centrodestra, non con i posti, perché sarebbe offensivo, ma con i progetti. Quando vedranno che diventeranno concreti i loro propositi, la squadra marcerà compatta". Parla del centrodestra, Salvini, come se, appunto, esistesse ancora.