Giovedì 25 Aprile 2024

Governo, anche i renziani lavorano ai fianchi i grillini

L’ordine di scuderia: ottenere da una parte di loro una scissione pro-Draghi

Matteo Renzi (foto Ansa)

Matteo Renzi (foto Ansa)

"Uno o due ministri grillini li possiamo anche tollerare – spiega un big renziano –, ma è evidente che, se nasce un governo ‘politico’ e non puramente tecnico, non accettiamo veti né li subiamo. Almeno uno o due ministri di Iv direi che ‘ci stanno’ in un esecutivo Draghi di alto profilo. Ovvio che noi partiremmo a riconfermare le nostre due ministre uscenti (Bonetti e Bellanova, ndr). Boschi? Vediamo, resta che i nomi dei ministri li propone il premier incaricato…".

Italia Viva si gode il day after dell’incarico a Mario Draghi: la scelta operata da Mattarella (niente voto anticipato – governo istituzionale con Draghi) riempie di soddisfazione e orgoglio i renziani ortodossi.

Matteo Renzi, parlando al Senato con esponenti politici di altri partiti, però, sa bene che se i 5 Stelle, ma non FI, stanno con tutti e due i piedi nel governo, la sua posizione diventa di utilità marginale. Quindi, gli ‘italovivi’ hanno ricevuto l’ordine di scuderia di lavorare ai fianchi i pentastellati per ottenere, da una parte di loro, una scissione di indirizzo pro-Draghi e dar vita a un gruppo europeista e moderato, in funzione stabilizzatrice per sostenere il nuovo governo.

Dall’altra parte, Renzi lavora ai fianchi anche Forza Italia. Le interlocuzioni con l’anima più liberal del partito del Cavaliere, quella di Mara Carfagna, e con alcuni ‘piccoli’ (i senatori di Toti, quelli Udc, il gruppo di Maurizio Lupi ecc.) sono continue: Renzi, e i suoi senatori, lavorano ai fianchi il gruppo degli azzurri e dei moderati presenti nel Misto per convincerli ad abbandonare al loro destino Meloni e Salvini. Renzi infatti spera ancora che FI, i ‘piccoli’ moderati del centrodestra e altri del Gruppo Misto votino la fiducia al governo Draghi in Parlamento. Ma per far ottenere la maggioranza al 'Draghi I', Italia Viva conduce anche in pressante lavorìo ai fianchi dei pentastellati. Se ne occupa, dalla sua postazione della Camera, il portavoce di Iv, Ettore Rosato. Il quale, con l’M5s, ha mantenuto buoni contatti e discreti rapporti, almeno sul piano personale, come pure con i dem, e li conosce bene. "Una parte si dovrebbe staccare dall’ala di Di Battista e andarsene in direzione europeista e riformista", è l’auspicio di Rosato confidato a un amico, ma l’M5s appare granitico. Ecco il perché della preoccupazione dei numeri e che investe in particolare proprio quel Senato dove siede Renzi.

Detto che il leader di Iv ha chiesto ai suoi di "non rispondere alle provocazioni e alle accuse di Pd e 5 Stelle per non alimentare polemiche che oggi non ci servono", per il resto, Iv – e Renzi in testa – "si affida a Mattarella", come ha fatto scrivere sui social e i loghi di partito l’ex premier. Del resto, se fallisce Draghi (e Mattarella) fallisce Renzi.

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