Martedì 16 Aprile 2024

Governo, Tajani rilancia: "Premier al centrodestra e sostegno del Pd"

Il presidente del Parlamento Ue: Salvini non parli solo col Movimento IL SONDAGGIO / Italiani stanchi dello stallo - di ANTONIO NOTO L'EDITORIALE / Reazioni a catena - di PAOLO GIACOMIN

Antonio Tajani (Ansa)

European Parliament President Antonio Tajani exit from the Rome headquarters of the European Parlament in Rome, 2 March 2018.

Roma, 8 aprile 2018 - Dopo la forte tensione tra Lega e Forza Italia ora è pace duratura nel centrodestra? «Non c’è mai stata guerra – risponde Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue –. Andare uniti al secondo giro al Quirinale serve per dimostrare compattezza di fronte ai tentativi dei 5 Stelle di portare avanti operazioni irrealizzabili».

Di Maio ha tentato di spaccare il centrodestra e sembrava quasi esserci riuscito. È così? «È un’operazione finita nel nulla, fallita. Salvini non avrebbe avuto alcun interesse a fare la spalla di Di Maio quando ha la possibilità di fare il premier sostenuto da tutto il centrodestra. Poi non risponderebbe alla volontà degli elettori che hanno votato il centrodestra unito, soprattutto nei collegi uninominali».

Per riuscire a formare un governo del centrodestra però servono i numeri in Parlamento. Dove trovate quelli che mancano? «Li troviamo confrontandoci sul nostro programma. Parlando dei nostri punti qualificanti si possono trovare degli accordi con le altre forze presenti in parlamento, anche con il Pd. Certo, ci vuole tempo. Non è tanto un problema di formule o di alchimie. Non dobbiamo giocare a Risiko o al Piccolo chimico. Bisogna lavorare per un governo stabile».

Si continua a lavorare con il M5S per trovare questa convergenza? «Il M5S fino ad adesso ha posto diktat inaccettabili. Le dichiarazioni di Di Maio, come ‘non riconosco il centrodestra’ oppure ‘io e niente più’, sono le parole di chi è disposto a tutto pur di guidare un governo. Se poi pensa di accordarsi solo con la Lega si sbaglia di grosso. Anche Salvini l’ha chiarito. Noi non siamo disposti a entrare in un governo in cui 170 parlamentari contino poco, magari con qualche ministro tecnico o sbiadito. I nostri ministri li sceglie Forza Italia con l’avallo del presidente del Consiglio e del capo dello Stato».

Ma se Di Maio facesse un passo indietro riconoscendo a Berlusconi e FI pari dignità, si può discutere? «Solo con un premier di centrodestra e senza conventio ad excludendum. Anche ieri Di Maio insisteva ‘o la Lega o il Pd’. Più che la brutta copia dei due forni di Andreotti mi fa venire in mente il detto ‘Franza o Spagna purché se magna’, è disposto a tutto pur di andare a Palazzo Chigi».

Il tentativo del M5S di stringere un’intesa con il Pd ha qualche possibilità di riuscita? «Dopo aver fatto e detto di tutto contro i governi Renzi e Gentiloni, francamente lo vedo come un tentativo molto difficile».

A questo punto non resta che un governo di centrodestra sostenuto anche dal Pd. Berlusconi sarebbe d’accordo, Salvini però è contrario... «Ci vuole tempo. Bisogna vedere, dal secondo o magari dal terzo giro di consultazioni, la disponibilità delle altre forze – soprattutto del Pd – a mettersi d’accordo sui punti fondamentali per far partire un governo, naturalmente partendo dal programma del centrodestra. Il problema non sono i numeri o la formula, ma cosa fare. Serve responsabilità anche perché un governo si fa per risolvere alcune cose fondamentali per il Paese e si può discutere dei punti principali con chi ha a cuore il bene dell’Italia».

Niente elezioni anticipate dunque? «Bisogna discutere e trovare una un’intesa, non abbiamo bisogno di sperperare altro denaro pubblico. I soldi usiamoli per realizzare cosa serve al Paese e non per fare altre campagne elettorali. Ripeto serve responsabilità e servono persone di alto profilo per fare un accordo. Su questo Berlusconi ha le idee molto chiare».

È sicuro che Forza Italia sarà al governo? «Mattarella troverà la soluzione ma è difficile fare a meno di Forza Italia, il partito che dà credibilità e affidabilità ai mercati e all’Europa».

Lei sarebbe disposto a spostarsi dal Parlamento europeo a Palazzo Chigi? «Il presidente del Parlamento Ue continuerà a fare il suo lavoro».