Governo, trattativa in salita. Incognita premiership

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

A differenza del tentativo Casellati, che già all’inizio sembrò essere destinato a schiantarsi sugli scogli, il mandato di Roberto Fico non appare già dall’inizio così segnato. Certo, ci sono difficoltà che nessuno si nasconde, il Pd non è unito e questo complica ulteriormente la trattativa, ma il fatto stesso che dal Colle trapeli la disponibilità del presidente della repubblica a concedere qualche giorno in più purché arrivi un concreto segnale di innesco di una trattativa, ecco tutto questo fa pensare che una minima possibilità esista. Se non altro perché i protagonisti avvertono che questa potrebbe essere l’ultima occasione disponibile prima di evitare un governo del presidente che alla fin fine potrebbe rappresentare per tutti più un rischio che un’opportunità. Quindi sia il Pd sia i Cinquestelle si siederanno intorno a un tavolo, e questo nonostante i mugugni interni al Pd sponda renziana. La conta avverrà in direzione, quando sarà, e sarà lì che l’ex segretario farà capire se ha intenzione di imporre la propria linea o accetterà di trattare. E non è detto che le cose restino quelle di oggi. Le prime dichiarazioni e i primi spifferi che arrivano dal Nazaremo fanno comunque che un qualche tipo di interlocuzione sarà cercata. Il fatto per esempio che stia emergendo la questione sulla leadership di Di Maio, che diversi dirigenti dem fanno circolare a taccuini più o meno aperti, è un modo come un altro per far sapere che a certe condizioni il Pd potrebbe essere della partita. Se finissero i personalismi, come si dice in politichese quando si vuol chiedere la testa di qualcuno. E’ infatti evidente che se accordo ci sarà, per i democratici sarà impossibile stringerlo con il leader che da mesi e mesi martella slogan aggressivi contro i vertici nazareni. Di qui a giovedì, quando Fico dovrà salire al Colle per riferire, sia i Cinquestelle sia il Pd devono riflettere sui margini che intendono concedere a una trattativa. Considerando il possibile guadagno di un governo insieme, ma anche la «perdita» di un fallimento.