Il leader dei gilet gialli: "Di Maio, o noi o Salvini"

Chalençon, leader dell'ala dura: "Patto elettorale? Servono garanzie"

Il leader dei gilet gialli Christophe Chalençon (Ansa)

Il leader dei gilet gialli Christophe Chalençon (Ansa)

Parigi, 7 febbraio 2019 - "Piano con gli entusiasmi: noi dei gilet gialli alleanze con Di Maio non ne facciamo se prima non si separa da Salvini. Con il leader dei 5 Stelle ci siamo visti l’altro giorno a Montargis, abbiamo simpatizzato, abbiamo parlato per due ore, abbiamo scoperto di avere idee in comune... ma non basta. Perché? Perché Salvini è un uomo di estrema destra. È un alleato di Marine Le Pen. E noi non possiamo andare d’accordo con chi fa politica insieme ad un alleato di Marine Le Pen. Ecco perché saremo a Roma la settimana prossima: per avere da Di Maio garanzie precise sul fatto che Lega e 5 Stelle vadano ognuna per proprio conto". Parla Christophe Chalençon, portavoce della lista europea ‘Ralliement d’initiative citoyenne’ (Ric), 53 anni, fabbro, originario del dipartimento provenzale di Vaucluse. Molto discusso all’interno del movimento, contestato dalla stessa Ingrid Levavasseur, la trentenne infermiera normanna che ha fondato il Ric, Chalençon ha alle spalle un’infelice esperienza elettorale: candidato alle legislative del 2017 per il partito Génération Citoyens, ottenne 253 voti, lo 0,63% dei suffragi espressi. Non si sa che cosa rappresenti oggi nel magma contraddittorio dei gilet gialli: ma siccome Di Maio e Di Battista sono andati a parlare proprio con lui, è interessante dargli la parola.

Signor Chalençon, che impressione le ha fatto il nostro vicepremier?

"È stato un ottimo contatto. Abbiamo la stessa visione politica. Sia lui che noi vogliamo trasformare l’Europa".

Noi chi? Fra i gilet gialli ci sono molte tendenze e molti disaccordi. Lei come si definisce? È un gilet giallo o no?

"Noi rappresentiamo la ‘voix du milieu’, la voce del centro. Non stiamo con i molli che si sono rapidamente defilati, né con i duri che cercano lo scontro. Noi, a differenza da Eric Drouet che pure sosteniamo, vogliamo fare politica per cambiare le cose".

Ma la lista che porterete alle Europee, la Ric, rappresenta ufficialmente i gilet gialli?

"Non è una lista dei gilet jaunes, è una lista nata dal movimento dei gilet jaunes, formata da cittadini che partono in battaglia e ritengono necessaria l’azione politica".

Molti ne contestano la legittimità.

"Noi non abbiamo bisogno di chiedere il permesso a nessuno".

Conosceva già Luigi Di Maio?

"Ci eravamo solo parlati al telefono due settimane fa".

Chi ha preso l’iniziativa, lei o Di Maio?

"Diciamo che una personalità europea ci ha messo in contatto".

Che cosa potete fare insieme, voi del Ric e i 5 Stelle?

"Di Maio ci ha portato innanzitutto il suo sostegno morale. Abbiamo parlato delle nostre piattaforme elettorali: i 5 Stelle ne hanno una che permette di pre-eleggere i candidati, più evoluta della nostra che si chiama NOos-citoyens. Abbiamo molte cose in comune: sia i 5 Stelle che i gilet gialli escono dal popolo e hanno le stesse rivendicazioni. Ma c’è un punto nero che dobbiamo cancellare: Di Maio governa insieme con un partito di estrema destra. Noi vogliamo essere sicuri che si stacchi e vada alle Europee con una lista autonoma".

Qual è il vostro primo obiettivo?

"Battere il partito di Macron in maggio. Avere più voti di lui".

Lo ritiene possibile?

"Eccome! Alle Europee Macron si prenderà in faccia un Tgv, un treno ad alta velocità. Siamo la prima forza di opposizione europea e popolare. Vinceremo perché la popolazione francese rifiuta la politica del governo macronista".

E se non vincete?

"Lavoreremo per affermarci alle municipali e a tutte le altre elezioni territoriali".

È ancora attuale il progetto di rovesciare Macron e il governo?

"Il governo sì, Macron no perché è impossibile essendo stato eletto a suffragio universale. Noi vogliamo che Macron installi un governo di transizione che ascolti le richieste del popolo. Se non lo farà perderà le elezioni europee e dovrà prendere in considerazione il parere del popolo".

I giornali francesi la descrivono come un uomo molto di destra. Dicono che lei è contro l’immigrazione, che è un islamofobo e che guarda con grande simpatia a Marine Le Pen.

"I giornali scrivano quello che vogliono. Io sono contrario ai muri in Europa e non ho niente contro i musulmani onesti".

Pensa che la Francia stia vivendo una rivoluzione?

"No, semmai un’evoluzione. Dopo la rivoluzione del 1789 la borghesia ha preso il potere e ha dato vita a un sistema oligarchico dominato dalla finanza. Oggi il popolo vuole riprendere il potere".

Allearsi con Di Maio sperando che si separi da Salvini: dov’è la logica?

"Glielo dirò la prossima settimana. Andiamo a Roma apposta per capire se, come e quando".