Gentiloni a Davos: "Coalizione con Berlusconi? Non mi interessa"

Il premier al World Economic Forum: "I populisti anti-Ue non trionferanno. L'Italia? Non è più Paese malato: deve continuare con le riforme"

Paolo Gentiloni con il premier canadese Justin Trudeau (ImagoE)

Paolo Gentiloni con il premier canadese Justin Trudeau (ImagoE)

Davos (Svizzera), 24 gennaio 2018 - "Il mio impegno era portare il paese alla fine della legislatura, e termina con le elezioni. Dopo, vedremo". Intervistato dall'emittente svizzera Cnbc al World Economic Forum di Davos, Paolo Gentiloni resta vago su quale sarà nell'immediato il suo ruolo politico, ma in merito alle allenze post voto del Pd, le idee sono chiare. "Formare una coalizione con Berlusconi? Per rispondere direttamente alla domanda, no: non sarei interessato", ha detto il premier che sarà candidato alla Camera, probabilmente nel suo collegio di Roma 1, e poi al proporzionale in Lazio, Piemonte e in una Regione del Sud (Puglia esclusa). L'esito di un Parlamento in stallo però preoccupa il presidente. "Noi speriamo che non sarà questo il caso e che il centrosinistra che rappresento abbia la maggioranza". Da Davos poi Gentiloni rassicura i parnter europei: la "posizione populista e anti Ue" del centrodestra non prevarrà e l'Italia manterrà la sua stabilità" - ha detto il premier a Bloomberg Tv, precisando che "non chiamerei Berlusconi un populista, ma prendo atto del fatto che nella sua coalizione populisti e anti europeisti non solo sono presenti ma sono predominanti". 

Davos contro i dazi di Trump. "Fermare il protezionismo"

Soddisfazione per il clima che si respira all'estero. "Finalmente, dopo molti anni nei quali eravamo percepiti come un paese un po' ammalato, l'Italia viene percepita per come effettivamente è, ossia con grandissime potenzialità e in crescita. Il sentimento che circola qui è 'speriamo che continui così'". Scontato che il premier sponsorizzi la continuità. "La speranza è che i risultati ottenuti in questi anni non vengano dispersi", per questo bisogna "continuare con il processo di riforme anche dopo le elezioni", soprattutto ora che i dati economici sono in miglioramento. Anche se, avvisa, "non bastano i numeri positivi se nel frattempo chi è in difficoltà vede moltiplicarsi le proprie difficoltà" e dunque "bisogna preoccuparsi innanzitutto del lavoro". 

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Sulla questione dei dazi, Gentiloni non ha dubbi: "Il protezionismo danneggia l'economia". La crescita "che qui stiamo registrando deriva dai principi del libero commercio, del libero scambio, dalle forme di unione che abbiamo noi in Europa".

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