Venerdì 11 Luglio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Gasparri e la Rai: "Ora una nuova legge per ridare autonomia"

Il senatore di FI: smantelliamo la riforma Renzi

Maurizio Gasparri, 68 anni, capogruppo di Forza Italia al Senato

Maurizio Gasparri, 68 anni, capogruppo di Forza Italia al Senato

Senatore Maurizio Gasparri, presidente del gruppo azzurro impegnato sul fronte dei media e della Rai da tutta la carriera parlamentare, qual è la ratio del disegno di legge presentato presso la commissione Lavori pubblici e comunicazione?

"Sostanzialmente la prima cosa da fare è smantellare cosa ha fatto il Pd dell’allora leader Matteo Renzi, che, da presidente del Consiglio, modificò la legge che portava il mio nome, introducendo l’Amministratore delegato scelto dal governo. Prima c’era un direttore generale che non votava. Con la legge voluta da Renzi si è introdotto un amministratore delegato che governa l’azienda dal Cda. Noi votammo contro quella legge".

Per onor di cronaca, si tratta della legge del 220/2015, accusata di porre la Rai sotto il controllo del governo più della precedente legge Gasparri...

"Nella scorsa legislatura presentammo una proposta per cancellare quella proposta targata Pd/ Renzi. A inizio di questa legislatura ho ripresentato una proposta per l’eliminazione della figura dell’ad e del debordante ruolo del governo voluto dal Pd".

Adesso che è il prossimo agosto imminente l’entrata in vigore del "media freedom act" europeo, che impone di togliere ogni controllo politico all’informazione, non è un intervento tardivo?

"Proprio in vista dell’entrata in vigore del regolamento è necessario creare una maggiore separazione tra governo e servizio pubblico. Attualmente il Cda Rai è di 7 membri. Lasciamo stare il rappresentante del personale, gli altri 6 sono 4 di nomina parlamentare e 2 del governo. Noi proponiamo che tutti e 6 siano di nomina parlamentare, in modo che il governo non intervenga in nessuna modo. Con un meccanismo che ovviamente consenta alla maggioranza di essere rappresentata come tale, ma che trasferisce tutto il potere al parlamento, di modo tale che il governo non possa interferire".

Un meccanismo non dissimile a quello della nomina dei giudici costituzionali. L’opposizione rimprovera il fatto che non sia prevista una maggioranza qualificata come per le toghe...

"Se si vuole contestare la democrazia, buon per loro. Non è che possiamo abolire la democrazia. E rimettersi al Parlamento è la via maestra".

E il rischio procedura di infrazione?

"Una procedura di infrazione dura quanto una causa civile: la legge onsentirà di adeguarsi ben prima al Media freedom Act",

La legge introduce anche la definizione di "influencer" e ribadisce il finanziamento del servizio pubblico tramite il canone...

"La Rai deve mantenere un canone perché un aumento della raccolta pubblicitaria sarebbe una mazzata per tutta l’editoria libera, nei riguardi di cui Forza Italia ha mantenuto un impegno di fondo. Mantenere questo equilibrio attraverso il canone è una necessità anche nei riguardi dei giornali che già soffrono la concorrenza degli altri media sia televisivi che digitali".

Giorgia Meloni intanto ha aperto a una revisione della legge elettorale in chiave ulteriormente bipolarista finalizzata al premierato. Cosa ne pensa?

"Penso che sia lecito considerare una modifica della legge nell’ottica della riforma istituzionale. A volte le riforme elettorali vengono meglio, altre peggio. Speriamo che si lavori per il meglio".