Mercoledì 24 Aprile 2024

Gas, energia e migranti. La visita di Meloni in Algeria. "Mediterraneo è la priorità"

La premier firmerà cinque accordi con Algeri, ci sarà anche l’ad di Eni

Creare una partnership strategica con quello che è ormai il nostro principale fornitore di gas e che può diventare il ponte attraverso il quale si possono avvicinare le due sponde del Mediterraneo e dare sostanza a quel “piano Mattei“ per l’Africa lanciato dal premier Meloni.

Da dove arriva il gas in Italia
Da dove arriva il gas in Italia

Con questo progetto Giorgia Meloni è atterrata ieri pomeriggio ad Algeri, accolta dal primo ministro algerino Aimen Benabderahmane per una visita di due giorni in Algeria che oggi la vedrà incontrare il presidente Abdelmadjid Tebboune. I due presidenti parteciperanno alla firma di cinque accordi che vanno nel solco dell’intesa accresciuta dalle ripetute visite del premier Mario Draghi. Nel 2021 il valore dell’interscambio Italia-Algeria è stato pari a 7,33 miliardi di euro, di cui 5,57 miliardi di importazioni in Italia e 1,76 miliardi di esportazioni. Numeri destinati a salire dato che da gennaio a settembre 2022 le importazioni sono ammontate a 12,2 miliardi, in aumento rispetto ai 4 miliardi dello stesso periodo del 2021.

Ad accompagnare la presidente del Consiglio c’è l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. L’obiettivo è in primis rafforzare ulteriormente la partnership tra Sonatrach, una delle principali società algerine che operano nel settore degli idrocarburi, ed Eni attraverso due nuovi accordi che avranno al centro ancora il gas e il gasdotto Transmed che arriva a Mazara del Vallo ma anche l’idrogeno verde . Bonomi sottoscriverà invece un’intesa con la Confindustria algerina per facilitare l’interscambio tra le imprese.

"Nel Mediterraneo viaggia la stragrande maggioranza dei nostri interessi nazionali, noi stiamo tornando a proiettare prioritariamente l’Italia nel Mediterraneo per i suoi interessi strategici" e quindi "per l’Italia è un territorio cruciale" ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un saluto all’equipaggio della nave della Marina Militare italiana “Carabiniere” che è in visita ad Algeri

La visita di Meloni fa il paio con quelle del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ad Ankara del 13 gennaio e ieri al Cairo, che hanno come obiettivo avviare un processo politico inclusivo tra i paesi della sponda sud e nord del Mediterraneo, con focus sulla Libia e sulle migrazioni. "Queste visite – ha detto Tajani – si inquadrano nella strategia del governo volta a rafforzare la collaborazione sull’energia e non solo con i principali Paesi del Mediterraneo. Oltre che da Algeria e Libia, l’Italia ha iniziato a importare volumi importanti di gas dall’Egitto, le cui risorse energetiche sono un’opportunità concreta per rafforzare la strategia di diversificazione degli approvvigionamenti italiani". "Dobbiamo lavorare insieme – ha aggiunto il ministro degli Esteri al termine della visita in Egitto – per affrontare le grandi emergenze del momento, soprattutto nell’area del Mediterraneo a cominciare dall’immigrazione e dalla soluzione della crisi libica".

"Solitamente – osserva l’analista Arturo Varvelli dell’European Council on Foreign Relations – la prima visita che viene compiuta dal presidente del consiglio italiana è stata negli ultimo 10 anni quasi sempre la Libia. Adesso non ve ne erano le condizioni e pragmaticamente Meloni, che comunque andrà presto in Libia, ha pensato bene di iniziare con l’Algeria dato che il nostro interesse primario è certamente il gas. L’Algeria ha fatto molti accordi promettendo più gas a più paesi europei ma non le sarà facile riuscirci. In questo senso è essenziale la presenza di Claudio Descalzi, Ad di quell’ Eni che potrebbe avere un ruolo fondamentale nell’aumeto della produzione di gas algerino".

"Interessanti anche in una ottica di stabilizzazione libica – prosegue Varvelli – le visite di Tajani in Turchia ed Egitto". "Quanto al piano Mattei – osserva Varvelli – è una ottima idea che può funzionare molto bene con i paesi della sponda sud del Mediterraneo e con l’Africa, ma per adesso è un gioco retorico, che va riempito di contenuti. E questa è la vera sfida, ma per renderla incisiva fa fatta d’intesa con l’Europa, che con la sua forza economica potrebbe mettere le risorse per un grande piano di investimenti".