Sabato 12 Luglio 2025
MARTA OTTAVIANI
Politica

Israele-Iran, fronte unito a Tel Aviv. "Esercito e premier sono in sintonia"

Momigliano: presto per capire le conseguenze per Netanyahu. "Per entrambe le parti l’offensiva era un’opportunità perfetta".

Israele-Iran, fronte unito a Tel Aviv. "Esercito e premier sono in sintonia"

Roma, 14 giugno 2025 – Un premier determinato ad andare fino in fondo, dentro e fuori i confini nazionali, con conseguenze, anche sul mondo arabo, che non sono prevedibili. Anna Momigliano, giornalista e autrice del libro ‘Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele’ (ed. Garzanti) ha spiegato perché sia ancora troppo presto per capire se l’attacco di ieri sia davvero stato un grande successo per il premier Netanyahu.

Approfondisci:

Israele, raffica di missili dall’Iran. Vittime civili. Caccia dell’Idf bombardano Teheran

Israele, raffica di missili dall’Iran. Vittime civili. Caccia dell’Idf bombardano Teheran

Anna Momigliano, il premier israeliano commentando l’attacco di ieri ha parlato di grande successo. Crede che esca rafforzato da questa azione militare? "Personalmente, penso sia davvero presto per capire quanto questa operazione sia stato un successo. Dobbiamo valutare le conseguenze della reazione iraniana. Solo così potremo fare un’analisi più precisa".

Fra gli apparati di sicurezza e Netanyahu i rapporti in passato sono stati poco sereni. Davanti a questo attacco c’è sintonia fra le due parti?

"Anche se ci sono differenze sulla sicurezza, la necessità di attaccare l’Iran è percepita da entrambi. Portare avanti ora un’azione offensiva contro l’Iran è stato percepito come un’opportunità perfetta, perché quando l’Iran avrà arricchito il suo uranio sarà troppo tardi. Sul fatto che in passato ci sono state tensioni fra l’apparato di sicurezza, in particolare l’esercito il Mossad e lo Shin Bet, va poi ricordato che negli ultimi mesi Netanyahu è riuscito a sostituire alcuni vertici con persone vicine a lui".

Fronte unito in Israele: "Esercito e premier sono in sintonia"
Aeronautica israeliana al decollo

L’indipendenza degli apparati di sicurezza quindi è a rischio?

"Diciamo che Netanyahu ha iniziato la scalata per controllarli, però è ancora all’inizio".

Gli Stati Uniti erano informati dell’attacco e lo hanno sostanzialmente mandato avanti. Il mondo arabo, tranne Oman e Qatar che hanno cercato di mediare, hanno condannato l’operazione, ma non ha fatto nulla per prevenirla. Sembra quasi che Israele stia agendo anche per conto di altri…

"Occorre sottolineare che quando si parla di Iran è molto diverso rispetto a quando si parla di Gaza. Se Israele indebolisce l’asse della resistenza, che vede in Iran la capofila, al mondo arabo non dispiace di sicuro. Dall’altra parte, però, è vero che siamo in una fase di tentata distensione. La Cina sta cercando di mediare fra l’Arabia Saudita e l’Iran, quindi questo attacco, proprio adesso, forse non è stato accolto con favore".

Netanyahu sembra essere molto convinto delle capacità offensive di Israele. Ma adesso con la reazione di Teheran siamo sicuri che lo Stato ebraico non rischi nulla?

"I rischi ci sono sempre sia che si faccia, sia che non si faccia qualcosa. Sarà determinante vedere quanto forte ed efficace sarà la risposta iraniana e se riusciranno a saturare le difese. Il punto è quello. L’Iran punta sulla quantità. Mandando così tanti missili, droni e razzi che l’Iron Dome potrebbe non riuscire a intercettarli tutti".