Giovedì 25 Aprile 2024

Mes, Centeno: "No a riapertura del testo". Ma l'Eurogruppo rinvia la firma al 2020

Conte: "Non vedo rischi per la tenuta della maggioranza". Il governatore di Bankitalia Visco: "La proposta di riforma va nella giusta direzione"

Mario Centeno (Ansa)

Mario Centeno (Ansa)

Roma, 4 dicembre 2019 - L'Eurogruppo si avvia a prendere tempo sulla riforma del Mes, rinviando a gennaio del prossimo anno la discussioni su alcune parti (in particolare quella sulle controverse clausole di azione collettiva). L'indiscrezione arriva da fonti della Ue, anche se non ci sarebbe consenso a riparire il testo del cosiddetto fondo salva-Stati. Già in mattinata il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, aveva escluso la riapertura di una discussione sui contenuti, annunciando però che la firma avverrà nei primi mesi del 2020 e non nel summit di dicembre. Tempistica che darà modo anche ai Paesi di affrontare le loro discussioni parlamentari. In effetti non c'è solo l'Italia ad avere riserve, ma anche la Francia ha dei problemi con il valore legale del testo e quindi un ulteriore lavoro tecnico farebbe comodo a molti. 

GENTILONI - La giornata a Bruxelle si era aperta con le dichiarazioni del commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni. "È questo il momento giusto per fare passi avanti sul Mes e sull'Unione bancaria, perché non ci sono crisi in corso". Sempre in relazione alle polemiche relative al Mes, Gentiloni ha sottolineato: "Si tratta di introdurre nel sistema un nuovo ombrello protettivo aggiuntivo in caso di crisi bancaria di livello particolarmente acuto. Non capisco perchè questo dovrebbe penalizzare alcuni Stati membri e non capisco perchè dovrebbe danneggiare l'Italia. Partire con il piede sbagliato è sempre un errore".

IL PRESIDENTE DELL'EUROGUPPO - Sul tema è poi intervenuto il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno. "Non vedo necessità di modificare l'accordo raggiunto sulla riforma del trattato Mes o gli allegati. Stiamo affrontando questioni tecniche. L'accordo politico è stato raggiunto. Pensiamo che sia importante che il dibattito politico avvenga in tutti gli Stati membri. I ministri lo sottolineeranno oggi. Ma non vedo margine per modificare l'accordo o un rinvio più lungo" ha detto Centeno al suo arrivo alla riunione dei ministri delle Finanze della zona euro, specificando che la firma a inizio 2020 non va "interpretata come un rinvio".

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BANKITALIA - Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco in audizione alla Camera è entrato nel merito dell'argomento. "La proposta di riforma del Mes segna un passo nella giusta direzione, soprattutto perché introduce il backstop al Fondo di risoluzione unico. Viene confermata l'esclusione di qualsiasi automatismo nelle decisioni circa la sostenibilità dei debiti pubblici e di un eventuale meccanismo per la loro ristrutturazione. Una conferma importante, perché in caso contrario si incorrerebbe in un rischio enorme", ha specificato Visco. 

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CONTE - Il premier Conte, in seguito alle tensioni sul Meccanismo Europeo di Stabilità, non esclude un rinvio, o un accorgimento per far coincidere l'entrata in vigore del Mes con altre riforme. Il presidente del Consiglio ha spiegato che "ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto, il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l'Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando". E avverte: "Io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco". Nel pomeriggio, da Londra, il premier è tornato sul tema, a margine del vertice Nato, specificando: "non vedo né un rischio di veto, né un rischio di spaccatura nella maggioranza. Ci sono procedure tempi e modi ai quali ci atterremo. Ci siamo aggiornati con il ministro Gualtieri, ci sarà un passaggio parlamentare e procederemo con una interlocuzione lineare con i partner, vedremo i tempi e modi per procedere. Sul Mes siamo ai passaggi finali, ma non dimentichiamo che c'è una logica di pacchetto a cui siamo vincolati e alla quella ci atteniamo".

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 A chiedere reiteratamente un rinvio per "migliorare il meccanismo" è ancora il leader pentastellato Luigi Di Maio, che riceve un ammonimento dal capogruppo del Pd Delrio: "Ricattare gli alleati non può essere un metodo. Non abbiamo paura delle elezioni". 

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