Giovedì 25 Aprile 2024

Mes, scontro Pd-M5s. Di Maio: non possiamo firmare al buio

Franceschini e Delrio: "Ci giochiamo la credibilità del Paese". Salvini: "Se ha firmato, Conte si deve dimettere". Il premier: "Lunedì in Senato spazzerò via tutte le fesserie". Per la Ue il rinvio "non conviene" all'Italia

Luigi Di Maio (Ansa)

Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 30 novembre 2019 - Continua a prendere tempo Luigi Di Maio sulla riforma del Mes, il fondo Salva-Stati su cui l'opposizione è salita sulle barricate, nonostante le rassicurazioni del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. "L'Italia non può pensare di firmare al buio. È bene che ci sia una riflessione", dice il capo politico del Movimento 5 Stelle al Villaggio contadino di Natale, allestito a Matera dalla Coldiretti. "Come tanti altri trattati, ha bisogno di tanti miglioramenti", aggiunge. E mentre a Roma infiamma lo scontro politico, con tensioni tra il Pd e il Movimento 5 Stelle, fonti europee fanno sapere che rinviare l'approvazione del trattato è possibile, ma difficile. Secondo le stesse fonti, uno stallo sulla riforma non andrebbe a vantaggio dell'Italia. 

Di Maio

Secondo Di Maio il Mes è solo una parte del trattato. "C'è l'Unione bancaria, c'è l'assicurazione sui depositi - dice il capo politico dei grillini -. Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all'Italia oppure no". Il ministro degli Esteri ritiene che sia "sano per l'Italia non accelerare in maniera incauta ma difendere i propri interessi, aspettando la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti di questo pacchetto".

Di Maio sposta i riflettori sull'Unione bancaria che "mi preoccupa ancor più del Mes".  Perché "l'assicurazione sui depositi va messa a posto: quindi ci sono dei negoziati in corso ed è bene che questi negoziati proseguano con il protagonismo dell'Italia che sicuramente negli ultimi mesi ha avuto difficoltà perché c'è stato un cambio di Governo". 

Il richiamo del Pd

A Di Maio risponde a stretto giro Dario Franceschini. "Sul Mes in queste ore ci giochiamo la credibilità del Paese, l'andamento dello spread e dei mercati", dice il ministro per i Beni culturali all'assemblea dell'area del Pd di Base Riformista. "Non si può giocare con il fuoco - aggiunge -. Prendo per buone le parole di Di Maio e da qui a lunedì vedremo se alle intenzioni seguiranno i fatti e i comportamenti, perché ci sono anche i comportamenti in politica", sottolinea Franceschini. E il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, rincara: "Io mi aspetto che le legittime critiche del nostro alleato non portino a provocare una crisi di credibilità per il Paese".

Calenda

Ben più netta la posizione di Carlo Calenda. Il fondatore di Azione punta il dito contro il leader del M5s: "Ma Di Maio dov'era? Stava al governo o no quando si negoziava il Mes? - chiede provocatoriamente Calenda -. Questo è un modo indegno di fare politica, indegno di un grande paese", accusa. "Si sollevano dubbi nel momento in cui si negozia e non dopo come stanno facendo Salvini e Di Maio che erano vicepremier quando si è fatto il negoziato", attacca. 

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Salvini-Conte

E continua il botta e risposta tra Salvini e Conte sul Mes. "Se hai firmato qualcosa che non avevi il permesso di firmare dimettiti e chiedi scusa perché con i risparmi degli italiani non si scherza", dice il leader della Lega. "Per questo ho convocato Conte lunedì".

"Lunedì passerò in Parlamento e metteremo tutti i tasselli al loro posto  - replica Conte in serata - e inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette, ne ho ascoltate tante". Sull'informativa in Senato il premier precisa che "non ci sarà nessuna battaglia, è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio che ogni volta che è stato chiamato, ogni volta che ha avuto e avrà la possibilità di informare, dialogare con i membri del parlamento lo fa".

Fonti Ue: "Rinvio non conviene all'Italia"

Secondo fonti europee il rinvio della riforma del Mes è possibile, ma non converrebbe all'Italia. I leader da tempo si sono dati come scadenza dicembre 2019 per il via libera e la posizione titubante di Roma complica tutto. Ma secondo Bruxelles, e qui viene il bello, la sostanza della riforma è vantaggiosa per il nostro Paese rispetto alle attuali regole del fondo salva-Stati.

Il Mes è destinato a svolgere la funzione di backstop (rete di sicurezza) comune se il Fondo unico di risoluzione delle banche dovesse esaurire le risorse finanziarie. In aggiunta, per un paese in difficoltà la riforma facilita la possibilità di ottenere una linea di credito precauzionale, in particolare per chi rispetta le regole del Patto di Stabilità. Il bilancio della zona euro inoltre, dovrebbe aiutare i paesi a bassa crescita e che non hanno margini per politiche espansive perché devono proseguire il risanamento dei conti pubblici.

La data chiave per capire quello che succederà sul Mes è il 4 dicembre, quando i ministri delle Finanze dei 19 si riuniranno a Bruxelles per il vertice Eurogruppo. Secondo quanto risulta, la discussione sulla modifica del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità è ancora aperta, in particolare sull'opportunità di introdurre un annesso sulla sostenibilità del debito e le clausole di azione collettiva (Cacs) in caso di ristrutturazione del debito.