Flat tax, due aliquote nel contratto Lega-M5S. Il fact checking

Al 15% per redditi fino a 80mila euro, poi si sale al 20. Resta la no tax area La missione del governo: "In pensione prima" I punti dell'intesa M5S-Lega

Armando Siri (Lega), ideologo della flat tax (Ansa)

Armando Siri (Lega), ideologo della flat tax (Ansa)

Roma, 14 maggio 2018 - Non sarà una vera e propria flat tax, una ‘tassa piatta’ con una sola aliquota uguale per tutti. La rivoluzione fiscale al centro del contratto di governo fra Lega e 5 Stelle è, in realtà, una mediazione fra le tre aliquote proposte dai pentastellati e quella unica annunciata dal centrodestra. Un fatto è certo: l’obiettivo dei due partiti è quello di far partire subito la riforma, magari già dai redditi del 2019, accompagnando l’operazione con una forte iniezione di semplificazione nei rapporti fra fisco e contribuenti. Secondo i primi calcoli, la flat tax con due aliquote potrebbe costare a regime circa 50 miliardi di euro. Gran parte della cifra potrebbe essere raccolta da una sorta di ‘sanatoria’ sulle vecchie cartelle Equitalia (fino al 2015): su questo punto, però, resta ancora sospeso il giudizio dei grillini. Una parte arriverà anche dal recupero del sommerso che i due partiti prevedono grazie all’alleggerimento delle imposte.

LA NOVITA' - Sistema più semplice, ecco chi favorisce

Il nuovo sistema fiscale sarà più semplice. Ci saranno due aliquote: una del 15% per i redditi familiari fino a 80mila euro e l’altra del 20 (ma potrebbe salire al 23-25%) per chi supera questa soglia. Ma, in realtà, la platea dei contribuenti sarà scomposta grazie al meccanismo delle deduzioni fisse fino a 3mila euro. Lo ‘sconto’ scatterà per ogni componente del nucleo familiare fino a 35mila euro. Nella fascia compresa fra 35 e 50mila euro, la deduzione sarà prevista solo per i famigliari a carico. Oltre questa soglia non ci saranno più agevolazioni e scatteranno le aliquote così come previste nella proposta nel contratto Lega-M5S. In sostanza, il meccanismo salvaguarderebbe il principio costituzionale della progressività delle imposte sul reddito. Infatti, i benefici maggiori del nuovo sistema sarebbero concentrati nelle fasce di reddito fra i 40 e i 60mila euro. Prevista anche una riduzione delle imposte che gravano sulle imprese: l’Ires dovrebbe passare dall’attuale 24% al 15%. L’obiettivo del governo giallo-verde sarà anche quello di dare una spinta ai consumi. Secondo i calcoli degli esperti della Lega, una buona parte dei minori incassi previsti per l’Irpef (circa 40 miliardi) torneranno nelle casse dell’erario attraverso un aumento del gettito dell’Iva.

LA CLAUSOLA - I vecchi scaglioni come paracadute

La rivoluzione della flat tax dovrebbe portare i benefici maggiori soprattutto sul ceto medio sul quale, secondo la Lega, pesa circa l’80% della spesa del welfare del Paese. Ma sono stati introdotte anche norme per i redditi più bassi. Ci sarà, infatti, una sorta di ‘clausola di salvaguardia’ che consente di mantenere l’attuale aliquota Irpef se ritenuta più conveniente. In effetti, secondo le prime simulazioni, la flat tax non avrebbe un grosso effetto sui 13,8 milioni di pensionati che già oggi pagano in media un’imposta del 17,4%. Un single con 15mila euro di reddito all’anno, per esempio, si vedrebbe ridurre l’imposta statale solo del 5%, e con lo stesso reddito una famiglia andrebbe a pagare più tasse di oggi. Nella piramide schiacciata dei redditi italiani sono oltre 18 milioni, cioè il 44,9% del totale, i contribuenti che non dichiarano più di 15mila euro. I vantaggi ci sarebbero soprattutto per i lavoratori con partita Iva (aliquota media del 19,1%) e per i dipendenti (che pagano un po’ di più, il 21,5%). Sempre per difendere i redditi più bassi sarà confermata la ‘no tax area’: chi guadagna fino a 8mila euro l’anno non pagherà alcuna imposta. Infine, la flat tax non cancellerà il bonus di 80 euro varato dal governo Renzi

SCONTI FISCALI - Sforbiciata ai bonus e poche detrazioni

Per garantire il principio di progressività (ma anche per fare cassa) il nuovo sistema fiscale cancellerà, di fatto, quasi tutte le attuali deduzioni e detrazioni, conservando solo quelle relative al nucleo familiare. Nel contratto è prevista anche una forte sforbiciata dei bonus fiscali varati dagli ultimi governi. Uniche eccezioni, le detrazioni fiscali sugli interessi pagati da chi ha contratto un mutuo per l’acquisto della prima casa e per chi ha già avviato i lavori di ristrutturazione edilizia. In entrambi i casi, gli sconti resteranno solo per gli ammortamenti in corso e non per quelli futuri. Resta l’incognita delle attuali detrazioni previste per le spese sanitarie o per le polizze previdenziali. Tutti temi sui quali per ora il progetto non ha dato risposte definitive. Ma dovrebbe cambiare ed essere molto più semplice il rapporto fra contribuenti e fisco.  La flat tax fa di più perché consente a tutti di calcolarsi l’imposta da soli e implica, di fatto, l’abolizione del sostituto d’imposta. Addio anche agli attuali centri di assistenza fiscale: con le nuove dichiarazioni tutto diventerà più semplice. Nel progetto è previsto anche l’addio allo spesometro e la cancellazione degli studi di settore, sia pure nella versione più aggiornata degli ‘indici di affidabilità’.