
Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europe, ieri al Forum in Masseria
dall’inviato
MANDURIA (Taranto)
La “sua“ Maglie non è neanche troppo lontana, da queste parti Raffaele Fitto si sente “a casa“. Però declina ogni richiesta di commentare le prossime elezioni regionali in Puglia, lui che è stato governatore dal 2000 al 2005. Questione di rispetto dei ruoli. Infatti al Forum in Masseria di Bruno Vespa, organizzato con Comin & Partners, l’ex ministro degli Affari europei vuole parlare solo dei temi che gli competono nella sua veste di vicepresidente della Commissione europea. E non sono pochi.
Innanzitutto i dazi. Che a dire il vero non sono oggetto della sua delega, ma hanno un impatto talmente devastante sulla politica (economica) europea che non possono essere ignorati. "C’è una scadenza che è il 9 luglio. Potenzialmente può essere oggetto di una intesa e al tempo stesso può essere anche oggetto di una proroga", dice Fitto, che contemporaneamente, però, ammette che "è una trattativa molto complessa". Trattativa che come tutte le trattative cerca punti d’incontro: "La mia opinione è che ci sia un interesse reciproco per trovare un punto di sintesi, perché eventuali dazi non creerebbero un problema solamente all’Europa ma anche agli Stati Uniti. In questo momento l’auspicio è che ci possa essere un dialogo, una intesa che possa rispettare le reciproche esigenze sia dell’Europa che degli Stati Uniti".
Ma a tutelare l’Europa, sottolinea il vicepresidente di Palazzo Berlaymont, dovrebbe pensarci prima l’Europa stessa. Come? "Occorre rafforzare la dinamica delle interlocuzioni commerciali a livello mondiale e al contempo il mercato interno, un grande mercato di cui si possono migliorare molto le performance degli Stati membri". È quindi tempo che l’Unione faccia un salto di qualità, aumentando "la flessibilità nelle scelte".
Flessibilità e semplificazione sono peraltro le parole-chiave anche per ogni ipotesi di revisione del Pnrr: "Dazi, crisi energetica, geopolitica comportano flessibilità nell’uso delle risorse, il mondo cambia. Questo significa poter spostare risorse su interventi necessari e avere un dialogo con altri strumenti finanziari europei". Una cosa però, sul Pnrr, non può essere messa in discussione. Fitto non transige: "Il termine è agosto 2026, su questo non si può dare alcuna deroga". Tuttavia, aggiunge, "diamo agli Stati membri molte opzioni per poter risolvere il problema, una possibilità è collocare fuori dal Pnrr e dentro la politica di coesione, con diverse scadenze, i progetti che dovessero avere dei problemi alla scadenza dell’agosto 2026".
Proprio sulla coesione, tuttavia, Fitto è chiamato a ridimensionare il caso nato dalle indiscrezioni su una possibile verticalizzazione e centralizzazione, da parte della Commissione, dei fondi europei sulla coesione, appunto. Materia di cui Fitto è il responsabile. Quasi 150 Regioni europee, tra cui anche l’Emilia-Romagna, hanno scritto alla presidente Ursula von der Leyen proprio per respingere questo rischio. E Fitto in qualche modo risponde alle preoccupazioni: "La discussione è in corso, stiamo lavorando per la presentazione del prossimo bilancio pluriennale e ritengo che ci siano tutte le condizioni perché anche le Regioni continuano ad avere il ruolo importante che hanno avuto fino ad oggi. Il 16 luglio è prevista la riunione del collegio per approvare questa proposta e quindi è una fase interlocutoria utile, positiva e io mi auguro costruttiva".