Ficarra, 23 dipendenti comunali su 40 indagati per assenteismo

Contestate dagli inquirenti circa 650 assenze arbitrarie per un ammontare complessivo di oltre 12.500 minuti di lavoro. Coinvolti anche tre dirigenti: "Si faceva così da 30 anni". Il sindaco: "Siamo alla paralisi" In vacanza o al calcetto: gli abusi dei 'furbetti della 104' Sicilia, Musumeci: "Dipendenti adottati da anziani per avere la legge 104"

I 'furbetti' del Comune di Ficarra ripresi dalle telecamere (Ansa)

I 'furbetti' del Comune di Ficarra ripresi dalle telecamere (Ansa)

Ficarra, (Messina) 5 aprile 2018 - Bufera sul Comune di Ficarra, paesino di meno di 1500 anime in provincia di Messina. Sui 40 dipendenti dell'amministrazione locale, 23 sono indagati per assenteismo. Più del 50 per cento. Un numero record che è emerso  da un'inchiesta della Procura di Patti che ha portato alla sospensione dalla funzione per 16 persone. A eseguire il provvedimento interdittivo sono stati i militari del Comando Provinciale di Messina su disposizione del gip. Per i 23 tra impiegati e dirigenti le accuse sono di truffa aggravata e continuata ai danni dell'ente pubblico e di false attestazioni o certificazioni.

L'INDAGINE - L'indagine che ha portato alle misure interdittive si è sviluppata sin dal 2016, portata avanti dalla Compagnia di Patti. Un'attività complessa che ha documentato anche mediante attività tecnica di videoripresa, una cronica, diffusa e generalizzata abitudine degli indagati ad allontanarsi fraudolentemente dai rispettivi uffici in assenza di ragioni di servizio e al solo fine di attendere a incombenze di carattere strettamente personale, provocando così evidenti disservizi all'utenza e recando grave nocumento all'immagine ed alle casse dell'Ente comunale di appartenenza.

ANCHE TRE DIRIGENTI - Il 'giochino' era di quelli arcinoti: gli indagati, pur assentandosi, avrebbero evitato di timbrare i cartellini "in modo da non far risultare i periodi di assenza e subire le conseguenti decurtazioni retributive". I numeri contestati dagli inquirenti sono impressionanti: circa 650 assenze arbitrarie per un ammontare complessivo di oltre 12.500 minuti di lavoro. Tra i 16 destinatari della misura cautelare figurano - tra l'altro - 3 dirigenti, rispettivamente delle aree tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, che rispondono della "omissione di qualsivoglia forma di controllo nei confronti del personale dipendente".

"SI FACEVA COSI' DA 30 ANNI" - I dirigenti, pur consapevoli della prassi illecita diffusa tra i loro dipendenti, sono accusati di aver omesso volutamente i controlli. Addirittura uno di loro, oltre ad assentarsi lui stesso, avrebbe candidamente ammesso di aver agito in quel modo per trent'anni, confermando di aver consentito che le condotte dei propri dipendenti fossero regolate in base alla "coscienza personale". Un altro dirigente, invece, saputo delle indagini in corso, avrebbe introdotto soltanto nel 2017 il "registro delle uscite temporanee per servizio fuori dagli uffici comunali", casualmente e drasticamente diminuite rispetto al passato, ammettendo, come poi emerso durante l'interrogatorio, che la prassi degli allontanamenti arbitrari fosse sempre stata ammessa in base al principio del "si era sempre fatto così". La Procura, che ha coordinato l'indagine, ha definito "apprezzabile" il danno economico, rimandando alla competenza della Corte dei Conti la sua quantificazione.

IL SINDACO - Preoccupato e scosso il sindaco Gaetano Artale che all'AGI dice: "Siamo alla paralisi. Stiamo cercano di mandare avanti il Comune con quel poco di personale che ci e' rimasto. Abbiamo rilevanti problemi. Tutte le aree, a seguito delle sospensioni, sono state decapitate e stiamo valutando cosa fare per tenere il Comune aperto... Un macigno". osa accadra' ai dipendenti se dovessero essere dimostrate le responsabilità: "Ci atterremo scrupolosamente a quello che prevede la legge". Anche i licenziamenti sono nel conto? "Tutto quello che prevede la legge, nella massima fiducia nei giudici".