Cosa sappiamo sull'aborto nelle Marche: i veri dati e la polemica Ferragni-Meloni

I dem Alessia Morani e Matteo Ricci dalla parte dell'influencer. L'assessore Saltmartini (Lega): "Fake news per motivi politici"

"Le donne marchigiane non possono abortire perché la giunta regionale di destra lo ha reso impossibile". È quello che pensa l'influencer Chiara Ferragni che lo ha reso noto su Instagram, subito apprezzata alla deputata Pd Alessia Morani, condivisa dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci che ha parlato di "diritto conquistato dalle donne con le loro battaglie".  Ma è davvero così?

Sommario

 

L'attacco di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni, l'influencer da 30 milioni di follower, ha lanciato ieri strali social contro la politica sanitaria delle Marche prendendo spunto da un articolo del Guardian inglese. Il giornale scriveva che nelle Marche vi è un ostracismo politico e strutturale voluto dalla giunta di centrodestra a guida Fratelli d'Italia per l'accesso all'interruzione di gravidanza negli ospedali della regione. E il giornale portava il caso di una ragazza marchigiana che si è dovuta rivolgere ad un'associazione privata, l'Aied di Ascoli Piceno, per riuscire a vedersi accogliere la domanda dall'ospedale pubblico e dunque abortire. Da qui, l'anatema di Chiara Ferragni sulle Marche

L'assessore della Lega

"Il 92% delle strutture sanitarie pubbliche marchigiane - risponde l'assessore alla sanità marchigiana Filippo Saltamartini della Lega - pratica l'aborto contro una media nazionale che è del 62%. Il diritto all'interruzione di gravidanza previsto dalla legge 194/78 non è minimamente messo in discussione".

E aggiunge: "La giunta di centrodestra delle Marche, per la quale io ho anche la delega alla famiglia, aiuta le donne con dei finanziamenti a non abortire, a ripensarci. Se abbiamo oltre 1.000 aborti all'anno nelle Marche, io penso a quei bambini non nati. Se fossero venuti al mondo, avrebbero riempito piazze, strade, città portando gioia e allegria".

"Per me sono vite soppresse. Ma detto questo, noi garantiamo alle donne la loro libertà di scelta applicando le procedure e i protocolli regionali stabiliti dal Pd. Sulla scelta di arrivare ad abortire farmacologicamente fino alla settima settimana e non fino alla nona, sono i consultori a decidere e non la politica oltre che i medici. La giunta regionale non c'entra proprio niente".

Poi aggiunge: "Quindi, dico alla Ferragni, al sindaco Ricci e a tutti quelli che si sono accodati ad una polemica che perdono tempo, che si sono inventati una fake news per motivi politici su un argomento delicatissimo come l'aborto. Che, nelle Marche, vede in prima fila come richiedenti le ragazze straniere, spesso sole, senza famiglie alle spalle, senza niente. A loro diamo aiuto, se lo vogliono, per far nascere il loro bambino. Ma nello stesso momento nelle Marche la struttura sanitaria pubblica assicura l'applicazione della legge sulla interruzione di gravidanza meglio di tante altre regioni". 

I dati

Alcuni dati: nel primo trimestre 2022, nella Regione Marche sono stati effettuati 210 aborti di cui 16 con metodica farmacologica. Nell’anno 2021 sono state effettuate 1.052 interruzioni di gravidanza di cui 162 con metodica farmacologica, mentre nel 2020 le interruzioni di gravidanza sono state 1355 di cui 141 farmacologiche. 

Guardiamo ora i medici obiettori delle Marche riferiti al 2018, con la giunta regionale a guida Pd: gli obiettori erano il 69,3% dei ginecologi, il 43,3% degli anestesisti e il 28,8% del personale non medico. Per la prima volta la percentuale di medici obiettori nelle Marche ha superato quella media nazionale (69,0%). Dai dati forniti dalla Regione Marche.

A Fermo i 12 ginecologici erano tutti obiettori e non c'erano interruzioni di gravidanza.  Solo nel 2020 ne è stata fatta una con medici provenienti da fuori. Nel 2018 era stato siglato un Protocollo di intesa tra l’Area vasta 3 e l’Area Vasta 4 per la presa in carico da parte delle strutture maceratesi, delle donne residenti nella provincia di Fermo, per le Ivg.

Nelle strutture ospedaliere di Macerata i medici obiettori sono pari all’80,0%, in quelle di Ascoli Piceno sono pari al 72,2%, negli ospedali di Ancona sono il 69,0% e in quelli di Pesaro e Urbino sono il 53,8%.  

Giorgia Meloni e Chiara Ferragni
Giorgia Meloni e Chiara Ferragni