Sabato 20 Aprile 2024

Conte dice sì alle partecipate nell’ex Ilva

Pm favorevoli alla proroga dell’altoforno 2. La trattativa continua, oggi manifestazione a Roma

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli (Ansa)

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli (Ansa)

Roma, 10 dicembre 2019 - Su Ilva, il piano B del governo passa attraverso l’ingresso di società pubbliche come Snam, Cdp, Fincantieri. E mentre la procura di Taranto dà l’ok alla proroga dell’uso dell’altoforno Afo2, il piano in mano al ministro Gualtieri dovrà evitare che il sostanziale finanziamento pubblico dell’acciaieria passi come aiuto di Stato. Un lavoro non semplice, ufficializzato dal premier Conte: "È prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, siamo disponibili a rendere il piano industriale sempre più credibile". Con Mittal, però, la partita non è ancora chiusa. Proseguirà anche oggi con l’ad, Lucia Morselli, di nuovo al tavolo del Mise ("la trattativa è solo all’inizio", ha sottolineato ancora Conte, con i sindacati che torneranno il 12), mentre fuori si consumerà la manifestazione dei metalmeccanici di tutta Italia, indetta proprio per l’Ilva e promossa da Fim-Fiom e Uilm. 

"Sì all’intervento dello Stato – ha detto il leader Cgil, Maurizio Landini – non accettiamo i licenziamenti". "Lo Stato entra attraverso il Mef – ha specificato subito dopo il titolare del Mise, Stefano Patuanelli – il ministro Gualtieri sta lavorando a una serie di ipotesi. Lo Stato entra anche per controllare cosa fa il privato". Con il colosso dell’acciaio la partita è aperta ed è per questo che è stata rinviata al 20 dicembre un’udienza al tribunale di Milano per discutere gli atti legali che porterebbero la multinazionale ad abbandonare l’Italia: per dare tempo alle parti di negoziare. Sul tavolo restano 5mila esuberi al 2023, cifra che Palazzo Chigi vorrebbe ridurre ai 1.800 già oggi in cassa integrazione ("c’è stata una controproposta", ha spiegato Conte), ma questa è solo una parte di un complesso disegno di salvataggio. 

"Quando i privati non ce la fanno – ha proseguito Patuanelli – è giusto che lo Stato intervenga per garantire la continuità". Il ministro, come Conte, ha negato che Mittal abbia offerto un miliardo per andarsene. "Stiamo lavorando – ha concluso Patuanelli – per dare opportunità occupazionali in quel territorio".