Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni Sardegna 2019, partiti e candidati. La guida

Si vota domenica 24 febbraio con la protesta dei pastori sardi a scaldare il clima elettorale. Sette candidati in corsa per la presidenza

Elezioni Sardegna 2019 (Ravaglia)

Elezioni Sardegna 2019 (Ravaglia)

Cagliari, 24 febbraio 2019 - Sette in corsa per la presidenza. Oggi, domenica 24 febrbaio, la Sardegna va alle urne per le elezioni regionali 2019, col carico di tensioni che si porta dietro la protesta dei pastori contro il prezzo troppo basso del latte ovino. Dopo il voto in Abruzzo, che hanno visto il dimezzamento dei 5 Stelle, un altro banco di prova per testare lo stato di salute degli alleati di governo e delle opposizioni in vista delle Europee, che potrebbero essere decisive per la tenuta dell'esecutivo gialloverde. Anche in questo caso, i leader dei vari partiti si sono spesi con tour elettorali sull'isola, segno che l'appuntamento è ritenuto importante. 

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I CANDIDATI - Sette, e tutti uomini, gli aspiranti governatori. Il centrodestra si è ricompattato dietro il nome di Christian Solinas, 42 anni, segretario del Partito sardo d'azione. La formazione identitaria dell'isola, infatti, già dalle scorse politiche ha stretto un patto con la Lega che ha portato proprio Solinas in Senato. Dunque, oltre al Carroccio e al Partito sardo d'azione, Solinas sarà sostenuto da Forza ItaliaFd'I. Già assessore regionale ai Trasporti della giunta Cappellacci, il nome di Solinas è legato, tra l'altro, all'esperienza della cosiddetta 'flotta sarda', progetto avviato nel 2011 per collegare l'isola a prezzi calmierati con due traghetti noleggiati tramite la controllata Saremar, poi fallita. Il candidato del centrosinistra è invece Massimo Zedda, sindaco di Cagliari.  A supportare l'amministratore 43enne: Pd, Liberi e uguali, +Europa e molte liste civiche. Zedda non si è mai iscritto al Pd, preferendo aderire a Sel e poi al Campo Progressista di Pisapia, esperienza poi conclusa. Il Movimento 5 Stelle punta invece su Francesco Desogus, 58 anni, dipendente pubblico, il più votato nelle 'regionarie' dei grillini (con 450 preferenze su 1.350 iscritti votanti). Abbiamo poi Paolo Maninchedda, 57 anni, fondatore e segretario del Partito dei Sardi, inizialmente anche in giunta con il presidente della Regione uscente, Francesco Pigliaru (centrosinistra). Mauro Pili, fondatore del movimento Unidos, si presenta con la lista Sardi liberi, sostenuto tra gli altri da alcuni esponenti fuoriusciti dal Partito sardo d'azione. Andrea Murgia, 47 anni, funzionario della Commissione europea a Bruxelles, si presenta con la coalizione indipendentista 'Autodeterminazione', mentre Vindice Lecis, giornalista sassarese, 61 anni, è il candidato di Sinistra sarda, sostenuto da Rifondazione e Comunisti italiani.

LA LEGGE ELETTORALE - Si vota in una sola giornata, domenica 24 febbraio, dalle 6.30 alle 22, lo scrutinio inizierà però il mattino successivo. Il turno è unico, senza ballottaggio, ma con premio di maggioranza: viene eletto il candidato che prende più voti. Verranno eletti, in totale, 60 consiglieri. Al contrario dell'Abruzzo, c'è la possibilità del voto disgiunto: dunque è possibile scegliere un candidato presidente e una lista a lui non collegata. La soglia di sbarramento per i partiti è al 10% per le coalizioni e al 5% per le liste. 

I PRECEDENTI, DALLE REGIONALI 2014 ALLE SUPLETTIVE DI CAGLIARI - Il presidente uscente è Francesco Pigliaru che, nel 2014, prese il 42,45%, battendo l'uscente Ugo Cappellacci (FI), che si fermò al 39,65%. Tra i partiti, il Pd prese il 22%, Forza Italia il 18,5%, Fd'I il 3%. Lega e Cinque Stelle non si presentarono, dunque è importante il confronto con le ultime politiche 2018.  Alla Camera, infatti, i grillini raccolsero il 42,5% dei voti; il centrodestra il 31% (Lega al 10,8%); il centrosinistra il 17,7% (Pd al 14,8%). Sono questi i dati da cui si parte per avere un confronto credibile, anche se una parziale indicazione è arrivata anche dalle suplettive di Cagliari, svoltesi un mese fa: il seggio - che alle politiche era finito al 5 Stelle Andrea Mura, poi dimessosi dopo le accuse di assenteismo - è andato al centrosinistra grazie al giornalista Andrea Frailis. Nel contesto, però, di una astensione da record: ha votato il 15% degli aventi diritto.