Elezioni news, vertice Letta-Sala-Di Maio. E Draghi torna a parlare: autunno complesso

Salvini: "Come si fa a scegliere il leader prima del voto? Facciamo scegliere i cittadini". Letta: "Scelta è fra noi e Meloni. Con il M5s destini separati". Renzi: "Italia Viva corre da sola". Conte: "Tetto due mandati non è un diktat"

Roma, 26 luglio 2022 - Continuano i botta e risposta in questi primi frenetici giorni di campagna in vista delle elezioni del 25 settembre. Salvini avvisa la Meloni sulla corsa a leader: "Chi prende più voti vince e governa". Calenda: "Se Draghi si tira fuori, pronto a candidarmi premier". Oggi è stato anche il giorno della direzione Pd. Letta: "Se serve, assumo il ruolo di front runner. Costretti a fare certe alleanze per la legge elettorale". Nel pomeriggio vertice a Roma tra il leader Pd, Luigi Di Maio e il sindaco di Milano Beppe Sala. Domani l'incontro tra i leader di centrodestra. 

Renzi per ora non cerca compagni di viaggio: "Italia Viva ha coraggio e fantasia per andare da sola".  Torna a parlare anche il presidente del Consiglio Mario Draghi che ribadisce la volontà di coinvolgere tutti in questa fase di emergenza, per fronteggiare la flessione dell'economia e una stagione autunnale che si "attende molto complessa".

Riguardo il M5S, in serata sono arrivate le parole di Giuseppe Conte, sul fatto che il Movimento sarà il terzo campo tra cui scegliere durante le elezioni, e che non c'è un diktat sul limite dei due mandati.  Davide Crippa, che ha guidato il gruppo alla Camera del M5s, invece si è dimesso. "La scelta gli fa onore, è un elemento di chiarimento", ha commentato Conte. Perché: "Ci può stare che all'interno di un movimento ci siano posizioni diverse, essendo lui capogruppo e essendo la sua opinione rimasta minoritaria anche alla Camera, ha deciso di dimettersi".

Enrico Letta e Matteo Renzi (Ansa)
Enrico Letta e Matteo Renzi (Ansa)

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Sommario

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Centrodestra

Stilettate nel centrodestra in attesa del vertice di domani tra Salvini, Berlusconi e Meloni. "Meno tempo si passa a litigare e meglio è. Il leader e il premier del centrodestra? Chi prende un voto in più sceglie, vince e governa", dichiara il leader della Lega, lancianda un messaggio a Giorgia Meloni (soprattutto) e a Silvio Berlusconi nell'ottica di un alleanza del centrodestra in vista delle prossime elezioni politiche.

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Il leader della Lega dice no alla individuazione di un candidato premier comune alla coalizione: bocciata quindi la richiesta di Fratelli d'Italia che, con Giorgia Meloni, aveva chiesto di fare chiarezza prima del voto su chi nel centrodestra, in caso di vittoria, prenderà il posto a Palazzo Chigi. "Il centrodestra è una squadra unita, ha tre leader in campo, Meloni, Berlusconi, Salvini, più altri amici, come Lupi Cesa, Brugnaro... - ha detto Salvini intervenendo a Rtl 102.5 -. Chi di questi prende un voto in più in più sceglie. Ma come si fa a scegliere prima del voto? Come faccio a dire che il premier lo fa Salvini: facciamo scegliere i cittadini. Il 25 settembre se uno vota il Pd sceglie Letta, se vota i M5s sceglie Conte, se uno vota il centrodestra può scegliere".

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Salvini chiaramente vuole essere scelto: "La mia ambizione è di essere il più scelto. Per me sarebbe un onore prendere per mano questo paese. Ma se fosse Giorgia Meloni farebbe lei il premier. Se il più scelto fosse Berlusconi lo farebbe lui. E' la cosa più semplice del mondo. Quanti voti prenderà la Lega? Non mi accontento di meno del 20%. Ci arriviamo. La difficoltà - ha proseguito Salvini sarà governare questo paese che avrà una crisi economica in autunno e in inverno. Per serietà nei confronti di chi ci ascolta lo dico prima: non saranno rose e fiori, non ci sarà niente di facile, sarà un periodo difficile, complicato. Noi lo affronteremo con l'dea di investire sul lavoro e sugli italiani: quindi flat tax, rottamazione delle cartelle di Equitalia e poi il tema della sicurezza del lavoro, perché si sta morendo di precariato, con il quale non ti costruisci una famiglia, non ti danno il mutuo e non metti al mondo un figlio, quindi una stabilità del posto di lavoro è assolutamente fondamentale".

Vertice Letta-Sala-Di Maio

Nel pomeriggio, a Roma, si sono incontrati Enrico Letta, Luigi Di Maio e Beppe Sala. "Non mi candido", ha subito chiarito il primo cittadino milanese. "Sto solo cercando di dare una mano, è chiaro che Enrico Letta è il segretario di un partito che per me è un riferimento, non essendo il mio, e anche un amico da tanti anni, quindi più che altro volevo capire la situazione", ha aggiunto, fugando ogni dubbio sul suo ruolo: "Io  non sarò di questa partita, l'ho detto tante volte, ma da qui a disinteressarmi in un momento così delicato per il nostro Paese ce ne passa molto".

Sala ha poi ribadito: "Io non sarò parte diretta della creazione di nulla, però il mio interesse è capire cosa farà il mondo del centrosinistra e come affronterà questo momento delicato c'è, ci sono principi fondamentali che sono alla base del mio modo di vedere la politica e dei miei valori", come "l'idea di dare importanza e peso all'ambiente e a un credo europeista totale".

Letta: "Scelta è fra noi e Meloni"

"Nelle prossime elezioni il pareggio non è contemplatp. Il voto darà un risultato chiaro e andrà in una direzione o nell'altra. O vince l'Europa comunitaria o quella dei nazionalismi. La scelta è fra noi e Meloni", così il segretario del Pd, Enrico Letta, nel corso della direzione nazionale del Partito democratico.

Il segretario Dem ha parlato del destino della coalizione di centrosinistra e della fine dei rapporti con il M5s: "La legge elettorale non postula coalizioni, ma semplicemente delle alleanze elettorali e credo che andare a siglare delle alleanze elettorali è importante e fa la differenza e noi ci dobbiamo provare. Il Pd parlerà con quei soggetti che non fanno parte del trio della irresponsabilità", ha detto Letta con un chiaro riferimento a Forza Italia, Lega e soprattutto il M5s con cui i destini sono "separati. Chi avesse tentazioni di dire: ma ripensiamoci… Vi invito a guardare cosa pensano i nostri elettori, il giudizio è lapidario, non c'è molto altro da discutere".

Letta ha anche parlato della leadership del partito e della conduzione della campagna elettorale: "Derubrichiamo questa assurda discussione della premiership ma, se serve, assumo il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, questa responsabilità, con la massima determinazione. Ci chiedono: andrete sotto gli ombrelloni a rompere i coglioni alla gente? Noi partiamo dall'idea che molta parte dell'Italia non è sotto gli ombrelloni perché non è nelle condizioni".

E a proposito delle alleanze, durante le sue replica: "Io vorrei che non fosse passato sotto silenzio uno dei passaggi chiave che ho fatto nella mia relazione, e cioè che il cuore del nostro progetto politico siamo noi ed è la nostra lista. Poi ci sono delle alleanze che siamo costretti a fare dalla legge elettorale, ma i due livelli sono completamente diversi tra di loro"

Calenda: "Pronto a candidarmi come premier"

"Oggi servirebbe un governo Draghi bis con una forte componente riformista. Ma un Paese non si può fermare solo a una persona per cui se Draghi domani dicesse 'non sono disponibile', allora mi candiderei io". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Skytg24

Renzi e Italia Viva

Si tira per il momento fuori da eventuali campi e alleanze, dove in realtà non molti l'avevano corteggiata, Italia Viva. "La vera scommessa è fare un'alleanza con i cittadini per votare non sulla base del risiko dei partiti ma delle idee che vengono proposte", dice al Tg5 Matteo Renzi. Quindi il suo partito correrà da solo? "Al momento assolutamente sì. Cambieremo idea se qualcuno accetterà le nostre idee. Se non le accettano, abbiamo coraggio, libertà e fantasia per andare da soli". L'incontro con il fondatore di Azione, Carlo Calenda, aggiunge, "è andato bene. È stato un incontro tra amici ma naturalmente l'amicizia non è sufficiente, bisogna vedere se condividiamo le idee" perché "le alleanze si fanno mettendo al centro le scelte per i cittadini", conclude.

Conte: "Saremo il campo giusto"

In serata, con un video su Facebook, anche il leader 5Stelle Giuseppe Conte ha voluto rispondere e dire la sua, annunciando che il Movimento correrà da solo alle elezioni: "La campagna elettorale è già stata scritta dal pensiero unico dominante, ci sarà un voto utile, o si vota Meloni o Letta, o Calenda dirà se stesso, Renzi dirà se stesso, si metteranno di mezzo Di Maio o Brunetta. Ma ci sarà una sorpresa, un terzo incomodo, il M5s con la sua agenda progressista: sociale, ci batteremo per fissare priorità per tutelare piccole imprese, lavoratori autonomi". Ribadendo: "Saremo soli, saremo il terzo polo, il terzo campo, il campo giusto, dove c'è la dignità della persona, di chi lavora, la dignità sociale di chi in un momento di difficoltà può essere aiutato dallo Stato senza essere umiliato, bullizzato da politici che vivono di privilegi".

Riguardo i tempi da qui alle prossime elezioni "sono strettissimi ma faremo di tutto per coinvolgere la Rete, come da nostra tradizione, sia per quanto riguarda il programma sia sulle liste", ha detto poi su Rai3. Mentre sul tetto dei due mandati si è così espresso: "Non è un diktat: Grillo ha sempre sostenuto questo principio e io condivido il suo fondamento. Siamo in situazione complicata, una fase in cui alcune esperienze gioverebbero molto al Movimento. Stiamo discutendo, scioglieremo la riserva a breve".

Conte ha anche risposto a una domanda su un possibile ritorno di Alessandro Di Battista: "Di Battista se vuole può tornare ma deve inserirsi nella struttura". "Ci confronteremo", ha aggiunto.

Infine, nel video su Facebook, non è mancato un commento sulla caduta del governo, soprattutto dopo le critiche ai 5Stelle degli ultimi giorni: "Il premier Draghi ha assunto un atteggiamento di estrema risolutezza, evidentemente ritiene pur dopo 18 mesi di governo che la dialettica politica debba rimanere esiliata".