Giovedì 18 Aprile 2024

Elezioni regionali 2020, Toscana: Pd teme il sorpasso Lega. Un flop letale per Zingaretti

L’ultimo sondaggio: testa a testa Giani-Ceccardi. Rilevazioni negative anche nelle Marche, Liguria e Veneto. Solo De Luca è avanti

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5 a 1. Lo spettro di una sconfitta totale, con il centrodestra che strappa al centrosinistra anche le Marche, la Puglia e persino la Toscana. E a cui potrebbe aggiungersi un risultato referendario a favore del sì al taglio dei parlamentari. Un risultato che, nonostante il drammatico quadro economico e sociale da gestire, farebbero tremare la poltrona di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. E non solo la sua.

C’è dunque un’alba davvero difficile, quella del 22 settembre, che sembra attendere il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. E’ quella che ieri hanno disegnato ben due distinti sondaggi e che fa capire, se fossero confermati, che l’era del governatore del Lazio alla guida dei dem potrebbe essere arrivata al capolinea. Come l’alleanza di governo con i 5 stelle, di cui è stato strenuo sostenitore. Dentro il Nazareno, l’aria di sconfitta sta accelerando la possibile resa dei conti, con il governatore emiliano, Stefano Bonaccini, che ha sconfitto Salvini, il rampa di lancio per un nuovo Pd tutto da immaginare.

La chiave di tutto è la Toscana. Ieri, si diceva, un sondaggio Winpoll-Cise per il Sole 24 ore dava un testa a testa tra il candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, e la candidata del centrodestra, la leghista Susanna Ceccardi. "La Toscana come l’Emilia-Romagna?" si sono chiesti Roberto D’Alimonte e Lorenzo De Sio, per i quali "dopo decenni di dominio incontrastato del centrosinistra, in Toscana si profila una competizione aperta come lo fu a gennaio di quest’anno in Emilia-Romagna".

Il Corriere della Sera, invece, ha pubblicato il sondaggio condotto da Ipsos sulla Regione Marche. Dove Francesco Acquaroli, candidato di centrodestra, conduce con un ampio margine su Maurizio Mangialardi (Centrosinistra). Un’onda dirompente sul Nazareno, dunque, dove persone come il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, l’ex presidente Matteo Orfini e l’ex renziano Tommaso Nannicini, se davvero si verificasse la "tempesta perfetta", chiederanno senz’altro di aprire in anticipo la stagione del congresso. E dove giocherà un ruolo chiave Matteo Renzi, deciso a rientrare nel Pd proprio accanto a Bonaccini avviando "un nuovo partito ultra liberista", sostengono voci dem, perché "Renzi si sarebbe reso conto che in caso di riforma elettorale proporzionale, la sua Italia Viva rischia di restare fuori con percentuali da prefisso telefonico".

Zingaretti, com’è logico, sta vivendo molto male questo momento e lo testimonia un suo intervento, una lettera a Repubblica, in cui si dichiara "stufo delle ipocrisie" e invita i nemici interni a venire fuori. Intervento che, nei toni e nelle argomentazioni, è apparso a molti, anche a lui vicini, particolarmente irrituale, uno sfogo di chi "si sente già accerchiato – sono ancora voci del Nazareno – da una manovra già pronta per disarcionarlo". E a far strada a Bonaccini.