La fuga dei grillini verso il centrosinistra. "Travaso decisivo in Toscana e Puglia"

I flussi elettorali del Cattaneo. Gli elettori 5 Stelle hanno abbandonato il proprio candidato e la lista, rifugiandosi dagli alleati. In Campania De Luca pigliatutto, raccoglie anche consensi leghisti. Flop di Ceccardi e Fitto: non hanno mobilitato il centrodestra

I trend di voto secondo l'Istituto Cattaneo

I trend di voto secondo l'Istituto Cattaneo

Ma qual è stato il comportamento dei cittadini di fronte al voto specie rispetto alle Europee del 2019? Le prime analisi confermano l’estrema mobilità dell’elettorato dei Cinquestelle e una sorta di «chiamata alle armi» per difendere i fortini rimasti da parte del centrosinistra. Centrosinistra che, specie in Toscana e in Puglia, ha saputo mobilitare con forza i votanti, agitando lo spauracchio del pericolo-destra al governo.

Due le situazioni speculari, anche se di segno politico opposto: il Veneto, dove Luca Zaia ha trionfato, e la Campania dove ha fatto altrettanto Vincenzo De Luca. Il primo leghista, e appoggiato da una coalizione di centrodestra, il secondo del Pd e portato avanti da una miriade di liste di centro e di sinistra. E i 5 Stelle? Una prima analisi effettuata dall’Istituto Cattaneo mostra una ’fuga’ dal Movimento che non si traduce, rispetto al 2019, nell’astensione, ma verso i candidati di centrosinistra. Il professor Salvatore Vassallo, ordinario nell’ateneo di Bologna e direttore del Cattaneo, analizza così, sulla base dei primi dati raccolti, la specularità fra i casi Zaia e De Luca: "Oltre alla dimensione della loro vittoria, è interessante notare – attacca – la natura dei flussi. Intendo dire che i voti sono arrivati sì dalla loro parte (centrodestra per il governatore veneto, centrosinistra per il presidente campano), ma anche da altri partiti. A esempio, il flusso è stato fortissimo verso De Luca da parte dei Cinquestelle che hanno praticamente ’abbandonato’ il loro candidato non rifugiandosi nell’astensione come spesso accade, ma nel candidato sentito più vicino". E dire, aggiungiamo, che De Luca non è mai stato tenero con Luigi Di Maio, suo conterraneo, e compagnia. A guardare bene, gli stessi leghisti, che in Campania sono della prima ora perché il Carroccio non ha una antica tradizione in quelle zone, non si sono rivolti a Stefano Caldoro (già governatore della Campania ed esponente del centrodestra), bensì verso De Luca.

In sostanza, il voto dei Cinquestelle è andato al centrosinistra, a parte nel Veneto. "Sì, facciamo però ordine in questa analisi. Il voto per Giani dei pentastellati è consistente. L’allarme lanciato su una possibile perdita del fortino ’rosso’ ha funzionato non solo nel tradizionale elettorato del centrosinistra, ma anche, specie nelle città analizzate dal Cattaneo (Firenze e Livorno), in quello grillino. Lo stesso è accaduto in Puglia, sebbene in questo caso con un apporto inferiore di voti grillini dati a Emiliano in funzione anti-centrodestra".

In Liguria Toti ha confermato tutta la sua forza – anche se non come Zaia e De Luca – in virtù della buona gestione della pandemia. Non ha preso tanti voti dei Cinquestelle quanti ne hanno presi Zaia e De Luca, ma va considerato che in questo caso il loro candidato, Ferruccio Sansa, era espressione di una coalizione giallo-rossa.

Il caso della Toscana è emblematico, per il ruolo che ha giocato l’astensione. Gli elettori democratici hanno votato compatti Giani e così la sinistra e i grillini, mentre il centrodestra ha visto una certa qual freddezza verso la candidata Susanna Ceccardi, con una loro più scarsa partecipazione al voto. Un po’ com’è successo con Raffaele Fitto, già esponente di Forza Italia passato nella fila di Giorgia Meloni, che non ha raccolto non solo i voti di parte avversa, ma nemmeno una parte dei suoi. Sembra prevalere, anche se il dato è parziale e riferito solo a un grosso centro urbano come Brindisi, a una vera e propria diffidenza verso l’ex pupillo di Silvio Berlusconi.

Insomma, i voti dei Cinquestelle si sono riversati nella grandissima maggioranza verso il centrosinistra. Tenendo conto di un dato: e cioè che, già dalle elezioni europee del 2019, il corpo elettorale grillino era stato emendato da coloro che poi sono passati dall’altra parte votando Lega in continuità col governo giallo-verde, il Conte I. "Sia chiaro: l’analisi del Cattaneo – conclude Vassallo – è ancora parziale, ma le direttrici fondamentali mi pare siano valide nel loro insieme. Ora, appena sarà possibile e appena avremo i dati, cercheremo di capire che cos’è accaduto, in termini di spostamento di voti, nella Marche".