Elezioni 4 marzo, l'affluenza definitiva. In Veneto la più alta

Alle urne il 73,1% degli aventi diritto. In calo di due punti rispetto rispetto al 2013 Risultati elezioni 2018, cosa succede ora. Le possibili maggioranze Movimento 5 Stelle, il video dell'esultanza. "Tutti dovranno parlare con noi" Elezioni 4 marzo, exit poll e proiezioni. Risultati in diretta Elezioni 4 marzo 2018, tutti i risultati: vai allo speciale Elezioni 4 marzo, a che ora si sapranno i risultati (lo spoglio in tv)

Elezioni 2018, i leader politici (Ansa)

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Roma, 4 marzo 2018 - Chiuse le operazioni di voto per le elezioni politiche 2018, il Viminale ha diffuso i dati sull'affluenza: alle ore 23 ha votato il 73,1% degli aventi diritto. Una percentuale in calo di due punti rispetto al 75,21% delle precedenti consultazioni del 2013. Sono numeri stimati con i dati di 7.866 su 7.958 Comuni.

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Il dato non ancora definitivo in Lombardia ha fotografato un' affluenza intorno al 74,6% (1.516 i comuni chiamati al voto), più contenuto rispetto al 76,7%. Nel Lazio (378 comuni) ha votato poco meno del 70% degli aventi diritto, dato di qualche punto inferiore rispetto al 72% del 2013. In Lombardia la città con il più alto livello di affluenza l'ha registrata Brescia (oltre l'80%) seguita da Monza e Brianza (poco meno dell'80%), seguita da Bergamo (a quasi il 79%). Nel Lazio la percentuale di votanti più alta è stata registrata a Roma, con oltre il 77%, seguita da Viterbo (poco più del 77%) e Rieti (quasi il 73%). A livello regionale la classifica dei territori che hanno avuto un' affluenza più alta vede ai primi posti il Veneto (che sfiora il 79%), l' Emilia Romagna, con il 78,5%, la Toscana (quasi il 78%). Tra le regioni con un' affluenza più ridotta figurano la Sicilia, fotografata a poco oltre il 63%, preceduta dalla Calabria (63,7%%), dalla Sardegna (65,2%) e dalla Campania (67,7%%). Molto simile l'andamento registrato nei capoluoghi di regione, con Bologna (80%), Perugia (78%) e Padova (oltre l'80%)%). Nelle retrovie la partecipazione al voto di Palermo (62,5% circa), di Benevento (73%)%) e Cagliari (67%). 

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CODE AI SEGGI - A caratterizzare questa tornata elettorale senza dubbio sono state però le lunghe code che si sono registrate ai seggi, complice anche la nuova e più complessa procedura della rimozione del talloncino anti-frode. La scheda votata infatti andava consegnata allo scrutatore, che aveva l'obbligo di accertare la rispondenza tra il numero riportato sulla scheda e quello sul registro elettorale in corrispondenza del nominativo dell'elettore. Il talloncino veniva poi staccato (e conservato) dal presidente di seggio il quale poi infilava la scheda già votata all'interno dell'urna. Diversi anziani hanno tuttavia cercato di introdurre da soli le schede dentro l'urna. E la forza dell'abitudine ha tradito anche Pier Luigi Bersani (LeU).

Le file si sono registrate sin dalla mattina, tanto che a Roma il Campidoglio ha chiesto agli elettori di recarsi alle urne il "prima possibile" e comunque "almeno un'ora prima della chiusura dei seggi". Coinvolto anche Silvio Berlusconi che si è lamentato: "Non siamo ancora riusciti a darci il voto elettronico...", prima di essere contestato da una Femen a seno nudo (la donna poi è stata indagata per resistenza a pubblico ufficiale, per aver provocato disordini durante "le operazioni elettorali" e per non aver obbedito al richiamo del presidente del seggio).

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Sulla questione delle code è intervenuto anche l'ideatore della nuova legge elettorale. "Peccato per le file createsi soprattutto dove si vota anche a livello regionale, ma vorrei ricordare che la legge non prevede la trascrizione a mano del numero della scheda, che sta rallentando le operazioni ma bastava prevedere solo etichette autoadesive", ha detto Ettore Rosato ricordando che il tagliando anti-frode "è stato votato all'unanimità". 

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I DATI ALLE 19 - L'affluenza delle ore 19 era stata del 58,42%. Nel 2013 alla stessa ora l'affluenza era stata del 46,6%, ma allora si votava in due giorni. La regione con l'affluenza più alta è stata l'Emilia Romagna, dove ha votato il 65,99% dei cittadini. A seguire Umbria con 64,86%, Veneto (64,59%) e Toscana (63,88%), mentre il dato più basso appartiene alla Sicilia: alle urne si è recato finora il 47,06%. In Lombardia e Lazio, dove si vota anche per le regionali, hanno votato rispettivamente il 62,29% e il 55,47% degli aventi diritto. L'analisi dei capoluoghi di regione, vede svettare Bologna (66,55%), Perugia (65,235) e Venezia (64,08%). 

I DATI ALLE 12 - L'affluenza alle urne monitorata a mezzogiorno è stata del 19,3%, in aumento del 4,4% rispetto al dato delle elezioni 2013, quando aveva votato il 14,9%. Superiore alla media l'affluenza nei comuni del Veneto e Emilia Romagna (oltre 22%), di Toscana, Liguria e Lombardia (oltre 21%), poco sopra la media le Marche, mentre sono sotto la media Lazio e in Campania (oltre 16%). In Calabria e in Sicilia l'affluenza resta ferma intorno al 14%. Nelle passate elezioni politiche del 24 febbraio 2013 alle ore 12 aveva votato il 14,9% degli aventi diritto (8.092 Comuni), mentre nelle precedenti elezioni nel 2008, alla stessa ora aveva votato il 16,5% degli elettori.

Tra le grandi città la maggiore affluenza si registra a Firenze (22,76%) e Genova (22,35%), mentre a Palermo (dove fino alle 10 c'è stato il problema delle schede ristampate last minute) si sono recati alle urne solo il 14% degli aventi diritto. Sopra la media l'affluenza a Milano (19.89%) e Torino (19,53%), sotto quella a Roma (17,31%) e Napoli (16,63%).

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PALERMO - La giornata elettorale è iniziata con il caos-Palermo e i ritardi nell'apertura dei seggi dopo la ristampa last minute delle schede errate. Una situazione che si è risolta solo dopo le 10 di mattina, ovvero a tre ore dall'inizio del voto.

IL CASO VOTO ESTERO - A Castelnuovo di Porto, dove da stamani negli hangar della Protezione Civile avrebbero dovuto costiurisi i seggi elettorali che stasera procederanno allo scrutinio del voto espresso nelle scorse settimane dagli elettori italiani all'estero, la macchina organizzativa è stata a lungo paralizzata per la mancanza del numero minimo di scrutatori necessari per avviare il lavoro organizzativo ai seggi. Sono stati chiamati parenti e amici degli scrutatori presenti, ma all'ora di cena alcuni seggi non erano ancora insediati. E diversi rappresentanti di lista hanno già preannunciato ricorsi.

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