Elezioni 2022, pressing di Cottarelli: "Resti l’agenda Draghi"

L’economista: "Io l’ideologo di Calenda? Ho solo dato degli input"

Carlo Cottarelli

Carlo Cottarelli

Roma, 8 agosto 2022 - Professor Cottarelli si stava delineando una coalizione di centrosinistra, da Calenda a Fratoianni: il leader di Azione alla fine ha detto no, considerandola eterogenea e inadatta a governare. E lei?

"Non so se fosse inadatta o no. Credo, però, che l’idea fosse di evitare che un centrosinistra diviso portasse a una vittoria della destra con una maggioranza molto ampia", avvisa Carlo Cottarelli, già economista del Fmi, premier incaricato da Sergio Mattarella prima che arrivasse il governo giallo-verde.

Lei è stato indicato come ispiratore del programma di Azione: è così?

"Ho presieduto il comitato per il programma per l’Italia costituito da Azione, + Europa, Partito Repubblicano, I liberali e Ali. Il comitato ha prodotto otto rapporti, che spero siano utilizzati per il programma. Qualcuno ha detto che lo sto scrivendo io: non è così, ho dato degli input. Ho anche lavorato con il Pd per le Agorà democratiche".

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Esiste, guardando all’altro schieramento, il rischio che un governo di centrodestra possa allarmare i mercati e l’Europa?

"Dipende da quello che fanno. Se vincesse il centro-destra, come dicono anche i sondaggi, non ci sarebbe di per sé una reazione negativa dei mercati finanziari. Se poi quel governo cominciasse a fare cose preoccupanti, in particolare in termini di scontro con l’Europa, allora la questione cambierebbe. Anche per il governo gialloverde la reazione negativa dei mercati c’è stata solo quando ha cominciato a discutere cose che in quel momento sembravano inappropriate. Poi sono state riviste e i tassi d’interesse sono scesi di nuovo. Quindi non credo ci sia di per sé una posizione "politica" preconcetta da parte dei mercati finanziari che non guardi, insomma, alle cose che il governo fa. Per esempio sul Pnrr".

Pensa che possa essere rimesso in discussione?

"Si tratta di un Piano, ricordo, non votato da Fratelli d’Italia. E, dunque, bisognerà vedere se il nuovo governo, nel caso di vittoria del centrodestra, vorrà rinegoziare l’accordo, come sembra trasparire da alcune bozze. Cosa che dovrebbe essere consentita solo in caso gli obiettivi diventino irrealizzabili".

Chiunque vinca, quali sono i compiti a casa da fare con la legge di Bilancio?

"La principale difficoltà è continuare sul sentiero di riduzione del deficit che era stato fissato nell’Agenda Draghi: dal 5,6 per cento di quest’anno al 3,9 del prossimo: un salto grosso che si può realizzare solo in un contesto di crescita continuata. Draghi ha parlato di "nubi all’orizzonte" e allora, se si dovesse entrare in recessione, l’obiettivo indicato diventerebbe irrealistico. Per ora, però, non ci sono segni di recessione".

Ma che cosa serve all’Italia per allontanare le «nuvole all’orizzonte»?

"Nell’immediato evitare che l’aumento dell’inflazione impatti troppo su chi ha bisogno e quindi fa bene il governo a dare priorità a chi ha un reddito basso. In termini più strutturali, ravviso un enorme bisogno di semplificazione burocratica. Le altre due priorità sono la pubblica istruzione e la sanità".

Da Moody’s è arrivata, nel frattempo, una prima doccia fredda, con il declassamento dell’Italia ad outlook negativo. Che lettura ne dà?

"Penso che il declassamento sia dovuto al peggioramento del quadro economico globale e alla prematura fine del governo Draghi. L’andamento dell’economia italiana però non dà ancora segni di debolezza e l’inflazione fa bene ai conti pubblici. Tutto sommato mi sembra una decisione discutibile".