La sinistra riconquista la capitale delle coop. Via i grillini due anni dopo il ribaltone

Il caso Imola. Nella città romagnola il candidato Pd vince al primo turno sul leghista Marchetti. Il M5s crolla al 6%: nel 2018 aveva sfiorato il 30

I festeggiamenti di Marco Panieri, 30 anni, neo sindaco di centrosinistra a Imola, insieme

I festeggiamenti di Marco Panieri, 30 anni, neo sindaco di centrosinistra a Imola, insieme

C’è un giovane uomo in jeans, giacca e camicia bianca, in una piazza grande – dedicata ad Antonio Gramsci, e non è un caso forse – che sembra troppo piccola per contenere la festa in mascherina nei giorni angosciosi del distanziamento sociale. Si chiama Marco Panieri, ha 30 anni, un sorriso gentile e la tessera del Pd. Da ieri, è lui il sindaco di Imola. E la festa è quella della sinistra, che si riprende la storica roccaforte comunista e capitale italiana delle cooperative, per anni serbatoio (economico e di voti) del Pci-Pds-Ds-Pd: nel 2018 il tramonto rosso, dopo 73 anni di governo, per mano del Movimento Cinque Stelle.

Fu uno choc: dopo Parma, nell’Emilia-Romagna senza discontinuità, Imola era diventata un simbolo grillino. Nel ’99 era caduto il muro di Bologna con Giorgio Guazzaloca, sì, ma quella fu tutta un’altra storia, fatta di civismo ed errori altrui. A Imola, invece, anche i cooperatori e gli operai delle cooperative si erano spostati verso Manuela Sangiorgi. Ma la sindaca breve non aveva retto, travolta dai suoi stessi compagni in una "foresta di pugnali volanti" (cit.) e dimissionaria in ottobre. Il resto è polvere di (cinque) stelle: fino a ieri il Comune è stato retto da un commissario, Nicola Izzo. "E ora si torna a correre", dice Marco Panieri. Nei giorni scorsi aveva incassato l’endorsement di Gianmaria Balducci, il presidente della coop Cefla (585 milioni di euro di ricavi nel 2019, tra medicale e impianti tecnologici) e oggi, nella piazza della festa, rilancia: "Grande risultato e prova di forza, ci siamo", dice.

Panieri vince con il 57,4%, il Pd avvicina il 40%, ma il vero tesoretto viene dal 5 % della lista coraggiosa che fa capo alla vicepresidente della Regione Elly Schlein e dalla lista ‘personale’ che sfiora il 7%. I voti del mondo dell’economia e della cooperazione sono anche qui. La Lega si ferma al 17% con il candidato Daniele Marchetti al 26,7% mentre i grillini, ormai tramortiti, passano dal 29 al 6%. Meglio del candidato pentastellato Ezio Roi, ex pretore della città, ha fatto pure la civica Carmen Cappello, candidata della sconfitta della sinistra del 2018, oggi al 7,5%. Quando sono le 19 e ormai il cielo rabbuia, in piazza arriva il governatore Stefano Bonaccini: "La comunità si era fermata per troppo tempo a causa di chi non aveva le competenze per guidarla. E adesso c’è Marco, con la sua storia e la sua squadra", ragiona il presidente. Non è un caso che i risultati di queste comunali replichino il successo delle regionali di gennaio. Il Pd si prende anche Vignola, nel Modenese, e Faenza, dove correva insieme con il M5S. "Siamo forti e competitivi e il risultato è in continuità con quello di otto mesi fa", spiega Paolo Calvano, segretario uscente dei dem.

Leggendo le liste, è immediato il paragone tra la coalizione di Panieri e quella del governatore: "Se c’è uno schema Bonaccini? Sì, lo chiamiamo proprio così – dice Calvano –. Alleanze larghe, aperte alla sinistra e ai civici. A Faenza ancora più larghe con i grillini. La formula è solo una: un mix di competenza e rinnovamento". E qui, nella piazza dedicata a Gramsci dove due anni fa sbocciava il M5S, ci sono tutte le anime della sinistra. Il giovane uomo in jeans e camicia viene sollevato in aria: più che una festa, è una catarsi. Un rito collettivo, una saldatura tra politica e poteri. Non a caso, in autodromo da giovedì ci saranno i Mondiali di ciclismo e l’1 novembre il Gp di Formula. L’ultimo era stato nel 2006, quando le Ferrari ancora vincevano.