Giovedì 18 Aprile 2024

Le elezioni che minacciano l'Ue (prima delle Europee), dalla Baviera alla Polonia

L'appuntamento elettorale in Germania è il primo di una serie che anticipa di alcuni mesi lo scontro tra forze europeiste e sovraniste alle Europee del maggio 2019. In Italia occhi puntati su Trentino-Alto Adige

Bandiere dell'Ue sventolano vicino alla sede della Commissione a Bruxelles (Ansa)

Bandiere dell'Ue sventolano vicino alla sede della Commissione a Bruxelles (Ansa)

Roma, 12 ottobre 2018 - Le elezioni europee del 26 maggio 2019 sembrano lontane. Ma solo in apparenza. In tutta l'Unione la campagna elettorale è già iniziata da mesi, più o meno ufficialmente, tra ipotesi di alleanze tra sovranisti-populisti e di liste uniche "moderate" (con dentro popolari, liberali e socialdemocratici) a fare da argine. E prima di arrivare al clou di maggio, già durante questo mese diversi Paesi dell'Ue saranno chiamati ad altri appuntamenti elettorali, nazionali o locali, che anticiperanno lo scontro tra le forze europeiste e quelle euroscettiche. Dopo l'arretramento dei partiti filo Ue in Svezia e Lettonia nelle settimane scorse e anche dopo la bocciatura in Macedonia di accordi in chiave europeista, gli occhi sono puntati soprattutto sulla Baviera, la regione più importante della Germania. Ma andiamo con ordine.

14 OTTOBRE, BAVIERA. Mai come stavolta un'elezione regionale ha un'importanza nazionale e non solo. La Baviera è il Land più importante della Germania, il più ricco (rappresenta il 19% del Pil tedesco), con ben 9 milioni di abitanti. Dal 1958, la Csu, il partito democristiano alleato con la Cdu di Angela Merkel, di cui è esponente il ministro dell'Interno Horst Seehofer, governa ininterrottamente (tranne una breve parentesi di governo di coalizione nel 2008 con i liberali). Il primato alle urne non dovrebbe essere in discussione, ma i sondaggi accreditano la Csu di un 33%, lontano dal 47% dell'ultima tornata che consentì di governare in solitaria. Stavolta potrebbe aver bisogno di alleati. Anche in Baviera, il tema dominante della campagna elettorale è diventato l'immigrazione. E così l'ultradestra di AfD vola verso il 10% (cinque anni fa il partito neanche esisteva), appena un punto sotto i socialdemocratici della Spd in crisi. L'unica forza che sembra andare piuttosto forte sono i Verdi (die Gruenen), accreditati di un 18% dei voti. All'11% anche i cosiddetti Liberi votanti, gruppo centrista e liberale slegato da un'organizzazione partitica. Potrebbe invece restare fuori dal parlamento regionale la sinistra della Linke. Il voto bavarese sarà dunque un test fondamentale anche per la tenuta della coalizione merkeliana, così come quello del 28 ottobre in un altro Land, l'Assia.

14 OTTOBRE, BELGIO. Contemporaneamente ai bavaresi, domenica 14 voteranno anche i belgi. Si tratta di elezioni di secondo piano, in realtà: si vota per le amministrative in province e comuni. Ma, oltre alla consueta rivalità tra i partiti europeisti e il blocco nazionalista (nelle Fiandre), a tenere banco anche tra gli osservatori europei è la partecipazione al voto del Parti Islam, un partito esplicitamente islamico, che sostiene che nel 2030 i musulmani saranno la maggioranza del Paese e auspica l'instaurazione della sharia. I quattro principali partiti francofoni hanno deciso di presentare disegni di legge per la messa al bando di partiti e movimenti politici che, come il Parti Islam, mettono in discussione la democrazia e le libertà individuali.

14 OTTOBRE, LUSSEMBURGO. Anche il Granducato del Lussemburgo, piccolo ma simbolico, va al voto domenica. Motivo dell'attenzione è naturalmente Jean-Claude Juncker, ex premier del Paese, presidente della Commissione europea, leader dei democristiani locali e nemico dichiarato dei populismi. Qui la lotta non sembra avviata sui binari della contrapposizione europeisti vs sovranisti, ma un'eventuale sconfitta della coalizione che fa capo al partito popolare di Juncker suonerebbe inevitabilmente come un campanello d'allarme per l'establishment politico di Bruxelles. Infatti, già cinque anni fa Juncker, al potere dal 1995 con i socialisti, fu spodestato dal liberale Xavier Bettel con un'abile mossa post elettorale: il partito democristiano Csv era arrivato primo con il 33,6%, ma al governo andò una coalizione tra i liberali di Bettel (18,2%), i socialisti (20,2%) e i verdi. 

21 OTTOBRE, POLONIA. Il 21 ottobre si voterà per le regionali in Polonia. Il partito PiS (Diritto e Giustizia), fondato dai gemelli Kaczynski, punta a consolidare anche localmente il suo potere quasi incontrastato a livello nazionale, potere esercitato anche con riforme criticate dall'Unione europea (quella sulla giustizia è stata bollata come "contraria allo Stato di diritto"). Il partito è conservatore, euroscettico, populista, fortemente ancorato alla tradizione cattolica, e secondo i sondaggi si avvia a conquistare 12 regioni su 16.

21 OTTOBRE, TRENTINO-ALTO ADIGE. Può sembrare strano inserire nel lotto degli appuntamenti chiave anche le provinciali di Trento e Bolzano (e quindi di conseguenza le regionali del Trentito-Alto Adige). Tuttavia vale la pena tenere d'occhio anche queste elezioni, soprattutto in Alto Adige. Qui, infatti, per la prima volta da anni la potentissima Svp potrebbe scegliere la Lega e non il Pd come alleato post voto. Il leader del Carroccio Matteo Salvini punta esplicitamente a un'alleanza per spodestare il centrosinistra. E a dargli manforte è arrivato a Bolzano a fare campagna elettorale per la Svp persino il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, leader dei popolari ma con uno sguardo sempre più a destra. Fra i temi toccati nei suoi comizi pure la questione del doppio passaporto per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina.