Martedì 23 Aprile 2024

Lucia Borgonzoni: "Se vinco in Emilia, a Roma crolla tutto"

La mission impossible della senatrice leghista: "Ma nei sondaggi il centrodestra è in testa"

Lucia Borgonzoni in Senato con la t-shirt 'Parliamo di Bibbiano' (ImagoE)

Lucia Borgonzoni in Senato con la t-shirt 'Parliamo di Bibbiano' (ImagoE)

Bologna, 9 ottobre 2019 - C’è una bomba a orologeria sotto il tavolo di Giuseppe Conte. Il timer è fissato sul 26 gennaio 2020. Se quel giorno l’Emilia Romagna dovesse passare al centrodestra, sarà praticamente impossibile evitare l’esplosione di questo governo (ammesso che non cada prima: eventualità improbabile, ma ormai ne abbiamo viste tante). Le regionali emiliane sono, per un Matteo Salvini uscito contuso dalla crisi estiva, la madre di tutte le battaglie. E il Capitano ha affidato il comando delle operazioni a una donna: Lucia Borgonzoni, 43 anni, bolognese, diplomata in arti figurative, senatrice, sottosegretario ai Beni Culturali nel primo esecutivo Conte, nipote di un pittore e figlia di un architetto, leghista della prima ora come sua madre Nadia. La candidatura della Borgonzoni non è ancora ufficiale, nel senso che gli alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno ancora formalizzato l’imprimatur: ma è scontata.

Ecco, senatrice, partiamo dagli alleati. Dicono che Giorgia Meloni la definisca una candidata debole. "Non so se sia vero. Quando la incontro, non me lo dice mai. E io sono abituata a prendere con le pinze le frasi riportate dai giornali. Io debole? Alle comunali di Bologna del 2016 la coalizione di centrodestra prese il 22,3 per cento al primo turno. Al ballottaggio mi ha votata il 45,4 per cento dei bolognesi".

Le regionali di gennaio sono davvero la madre di tutte le battaglie per voi? "Di certo, se il centrodestra vincesse in Emilia, ci sarebbe uno scossone fortissimo".

Ma ci credete davvero? "È chiaro che non è una partita semplice. Ma è la prima volta nella storia in cui possiamo vincere. Ce lo dicono le Europee, e ce lo dice l’ultimo sondaggio Swg del 7-14 settembre: la nostra coalizione è avanti".

Chi si aspetta come rivale? Stefano Bonaccini? Lo dà per scontato? "Vediamo. Vediamo che cosa dicono i Cinque stelle, che hanno condiviso con noi, per cinque anni, l’opposizione a Bonaccini, anche con toni molto accesi. Certo, adesso per le poltrone sono capacissimi di allearsi con lui. Ma non so quanto il loro elettorato lo potrà digerire. Sicuramente, sulla scelta del candidato, hanno più problemi loro di noi".

Bonaccini ha molti estimatori. Molti gli riconoscono di avere governato bene. "Bonaccini sta cercando adesso di rimediare ai suoi errori. Cerca nuovi elettori facendo le cose che abbiamo sempre proposto noi: tagliare l’Irap, riaprire i punti nascita... Ma io credo che gli elettori non siano stupidi".

Quali sono i temi regionali della vostra campagna elettorale? "Ad esempio la sanità. L’Emilia cerca di vendersi come un modello di buona sanità: ma tutto sta in piedi grazie alla buona volontà di medici e infermieri che lavorano assai più del dovuto. La giunta Bonaccini ha tagliato tantissimo, lasciando scoperti interi territori".

Lei al Senato ha indossato una t-shirt con scritto "Parliamo di Bibbiano". Vuol dare al Pd la colpa di abusi ed errori di singoli? "È la Regione a guida Pd che parlava di Bibbiano come di un suo modello virtuoso. Noi dicevamo: possibile che in quella zona ci siano così tanti genitori indegni di tenere i propri figli? Ma che cos’è, la valle degli orchi? Qualche sospetto doveva venire. Noi per anni abbiamo chiesto chiarimenti, e siamo sempre stati liquidati con sufficienza. Avevamo chiesto le telecamere in tutte le strutture a rischio, anche in quelle dove vengono maltrattati gli anziani, e ci hanno risposto che non siamo al Grande Fratello. Ma io dico: un operatore serio e onesto che cosa ha da temere da una telecamera?".

Volete le case popolari solo per gli italiani? "Vogliamo dare la precedenza agli italiani e agli stranieri che risiedano qui almeno da dieci anni. Agli stranieri chiediamo poi, quando sia possibile, la certificazione dei beni che possiedono in patria. Le università la chiedono dal 2000, non vedo perché non la possano pretendere i comuni che danno le case popolari".

L’Emilia Romagna è la seconda manifattura d’Italia. Come pensate di favorire lo sviluppo? "Prima cosa, sburocratizzare".

La sburocratizzazione è uno dei vanti della giunta Bonaccini. "Questo lo dice lui. Pensi ai comuni del terremoto: molte aziende hanno rinunciato ad avere i fondi per la ricostruzione perché le procedure erano troppo complesse".

Le infrastrutture? "Anche qui: la sinistra continua ad annunciare opere concepite negli anni 90. Ma in tutti questi anni, che cosa hanno inaugurato? Le strade sono fondamentali, anche per il nostro turismo: pensiamo a quanti cittadini e quante aziende, ad esempio, hanno dovuto abbandonare le montagne. Adesso Bonaccini ha dimezzato l’Irap alle aziende della montagna: ma, anche qui, gli elettori non sono fessi, sanno che sono provvedimenti che noi avevamo chiesto cinque anni fa. Il turismo va rilanciato, anche sulla riviera: occorrono aiuti agli alberghi per riammodernarsi e norme meno rigide sulle acque: adesso basta una mareggiata per far chiudere una costa. La nostra regione è bellissima: ma non c’è, in giro, la percezione del nostro valore. La Regione non è stata in grado di raccontarlo".

Che cosa pensa delle Olimpiadi a Bologna e Firenze? "Non so se sia un progetto fattibile, ma so che bisogna fare di tutto per appoggiare qualsiasi cosa che porti entusiasmo, lavoro, turismo. E quindi anche le Olimpiadi. L’idea di portare in Emilia il Tour de France, invece, mi sembra la sparata elettorale di un uomo in difficoltà".

Il tema della sicurezza ha portato molti voti alla Lega. "Non è di competenza della Regione. Ma la politica non può far finta che non esista il problema. La sinistra ha fatto del negazionismo e gli elettori, che vivono la realtà quotidiana, l’hanno punita".

Il vescovo di Bologna, Matteo Zuppi, è diventato cardinale. Voi non avete buoni rapporti con lui, vero? "Ma no. Posso dire che su alcuni temi mi trovo più in sintonia con tanti parroci della provincia che vivono situazioni difficili, anche sul tema dell’immigrazione. Ma con Zuppi mi sono sentita tante volte e il rapporto fra di noi è buono".

Lei dove abita? "In centro a Bologna, da sempre. Sono nata in via D’Azeglio".

Dove va in vacanza? "Toscana e riviera romagnola. Tendenzialmente in Italia, comunque".

Per che squadra tifa? "Non sono tifosissima ma Bologna, ovviamente".

Che libro sta leggendo? "Due libri di Antonio Forcellino su Leonardo da Vinci".

Hobby? "Dipingevo. Quando avevo tempo".

Ci saranno liste civiche oltre a quelle di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia? "Sì, due. In una ci sarà il mio nome. Senza il cognome. Solo Lucia".