Elezioni 2018, Renzi: "Gentiloni premier? Può giocarsi le sue carte"

Il segretario Pd intervistato da Lucia Annunziata. "Deciderà il capo dello Stato ma noi non litigheremo"

Matteo Renzi ospite a 'In 1/2 ora in più' (Ansa)

Matteo Renzi ospite a 'In 1/2 ora in più' (Ansa)

Roma, 18 febbraio 2018 - Chi è il vero candidato premier del centrosinistra alle elezioni 2018?  Matteo Renzi sembra aver preso atto delle parole di Romano Prodi a Bologna, che in tanti hanno preso come una vera e propria investitura di Paolo Gentiloni, senza tuttavia fare un passo indietro. "Il premier potenziale lo decide il presidente della Repubblica - sostiene il segretario Pd, intervistato a 'In 1/2 ora in più' con Minniti -. Ma chi ha fatto il presidente del Consiglio come Gentiloni è chiaro che potrà giocarsi le sue carte anche in futuro". Di una cosa si dice sicuro Renzi: "Non litigheremo mai anche perché a sinistra litigano già abbastanza gli altri". A Lucia Annunziata, che gli chiede se sia contento che il governo sia in corsa per le elezioni 2018, il leader dem ricorda che "Gentiloni, Minniti, Delrio, Orlando facevano parte del mio governo". E dunque "è un fatto positivo. Non c'è nessun polemica coi ministri". Affermazioni che vogliono sgomberare il campo da qualsiasi rivalità. 

La conversazione quindi va sul post voto e sulle eventuali trattative per formare un'esecutivo con i numeri per governare. Nessun accordo, sostiene Renzi, "con gli estremisti". E con Berlusconi (chiede Annunziata) ? "Non faremo  assolutamente l'accordo con gli estremisti", ripete il segretario. E se si trattasse di larghe intese per un governo di unità nazionale? "La distinzione delle formule non la capisco", taglia corto lui. 

No alleanze dunque, ma questo non vuol dire rinnegare il passato. "Il patto del Nazareno io lo rifarei domani mattina perché i patti sulle riforme si fanno con quelli che non la pensano come te - spiega Renzi -. Io il primo appello lo feci a Berlusconi ma anche a Beppe Grillo". E per mettere i puntini sulle 'i', rammenta che "la grande coalizione c'è stata in questa legislatura perché Berlusconi e Bersani si sono messi d'accordo". Oggi invece "l'obiettivo del Pd è cercare di vincere e comunque (il partito) non puoòstare dentro uno schieramento come il centrodestra dove il leghismo fa da traino. E neppure quello dei Cinque Stelle". 

Questa mattina, da una manifestazione del partito a Roma, il segretario Pd aveva lanciato un appello al mondo cattolico. "Voglio dire a chi vive nelle parrocchie e nelle realtà associative di riflettere bene sul voto: siamo a un bivio, il centrodestra non è a trazione moderata e non è guidato degli amici di Angela Merkel ma dagli amici di Marine Le Pen, che non sono moderati". E si ritorna al punto di prima: votare centrodestra significa "votare gli estremisti".