Elezioni 2018, indagato il candidato M5s Caiata. Di Maio: "E' fuori"

L'imprenditore e presidente del Potenza Calcio nel mirino della procura di Siena per riciclaggio. Il leader grillino: "Escluso dal Movimento per le sue omissioni". Lui si era autosospeso: "Ma non mi ritiro dalla campagna, sono innocente"

Luigi Di Maio e Salvatore Caiata durante la presentazione dei candidati M5s (Ansa)

Luigi Di Maio e Salvatore Caiata durante la presentazione dei candidati M5s (Ansa)

Potenza, 23 febbaio 2018 - Ennesimo colpo di scena nella campagna elettorale del M5s. Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio e candidato del Movimento in Basilicata, risulta indagato nell'ambito di un'inchiesta per riciclaggio a Siena, dove l'imprenditore è titolare di diverse attività: nel mirino dei magistrati ci sono presunti passaggi di fondi nell'ambito dell'acquisto di bar e ristoranti. La candidatura di Caiata alla Camera era stata ufficializzata lo scorso 29 gennaio dal capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, che lo aveva fortemente voluto in lista. Il candidato premier si era detto contento della presenza di Caiata durante la conferenza di presentazione della squadra elettorale. "L’Italia ha bisogno di persone capaci, che hanno dimostrato di saper fare tanto e bene per il proprio territorio", aveva detto. 

Conferma la notizia lo stesso interessato, tramite il legale:  "Il mio assistito ha ricevuto, agli inizi del 2017, una richiesta di proroga d'indagini preliminari su un fascicolo aperto a metà 2016 per fatti relativi al trasferimento fraudolento di valori in materia di riciclaggio - spiega l'avvocato di Caiata Enrico De Martino -. Da allora, nonostante la nostra piena disponibilità a chiarire qualsiasi contestazione, non abbiamo ricevuto nessuna convocazione". 

CAIATA: MI AUTOSPOSPENDO - Intanto in un post l'imprenditore annuncia l'autosospensione dal Movimento. "Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza  - scrive - ma non voglio che il M5s abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c'entra". E ancora: "Sono una persona perbene e mio figlio può essere orgoglioso di suo padre (...). La vicenda tirata fuori dai giornali è una storia vecchia del 2016 e già conosciuta, rispetto alla quale a suo tempo ho messo a disposizione tutta la documentazione necessaria per chiarire la mia posizione e che ad oggi ritenevo fosse stata archiviata, motivo per cui non ne ho fatto cenno con il Movimento 5 Stelle". Via dal 5 Stelle dunque, ma non dalla campagna elettorale: "State tranquilli: non mi ritiro, sono più TOSTO di prima!",dice ai follower. Tosto è un termine che Caiata usa spesso per commentare le partite del Potenza. 

DI MAIO: E' FUORI DAL MOVIMENTO - "Non faremo sconti", aveva commentato subito il Movimento in un post su Facebook. Qualche ora dopo la notizia dell'indagine arriva la 'sentenza' di Luigi Di Maio: "Al di là delle sue eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un'informazione del genere giustifica l'esclusione dal MoVimento 5 Stelle", spiega il candidato premier grillino. Al momento della sua candidatura Caiata "ci ha fornito tutta la documentazione che attestava che la sua fedina penale era pulita e nulla è risultato né dal certificato penale né da quello sui carichi pendenti".

L'INDAGINE - Secondo i pm senesi Caiata, capolista all'uninominale nel seggio Potenza-Lauria, sarebbe coinvolto in un'inchiesta sul reimpiego di fondi con Cataldo Staffieri, il responsabile de 'La Cascina' per Toscana e Umbria con il quale ha concluso diversi affari legati proprio al passaggio di proprietà di bar e ristoranti. La Guardia di Finanza ha fatto verifiche sul reimpiego di capitali attraverso alcune aziende e conti correnti anche esteri. Al centro dei controlli ci sono trasferimenti di immobili e capitali che, oltre a Caiata e Steffieri, si allargano ad un altro imprenditore molto noto nella zona: Igor Bidilo, kazako e membro del cda della multinazionale Usa Atek.