Roma, 6 marzo 2018 - Quando l’orizzonte appare nascosto da una fitta coltre di nebbia, la cosa migliore è aggrapparsi alle poche certezze disponibili. La prima è la situazione dei numeri attuale: non solo nessuno dei tre blocchi sul tappeto ha la maggioranza, ma tutti sono lontani dall’averla. Il centrodestra alla Camera si attesta infatti a una quota di circa 260 seggi, e per arrivare a 315 il passo è lungo. Ci sono i grillini espulsi, certo, ci sono gli eletti nelle circoscrizioni estere, ci sono sempre un po’ di responsabili ma la distanza appare sostanziosa. Il M5S ha poi ancora meno seggi, siamo intorno ai 230, ai quali peraltro sottrarre gli esponenti già estromessi prima di essere eletti. Per quanto riguarda il Senato la proporzione e la distanza dalla quota-governo sono le stesse.
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Allora la situazione vede crescere il ruolo del Quirinale, che stante l’inesistenza di una exit strategy immediata potrebbe dover assumere una iniziativa forte, probabilmente da far maturare nel corso di qualche settimana. Si profilano espedienti intermedi, più sfumati.
Si parla di un governo istituzionale o di scopo affidato a uno dei futuri presidenti della Camere, o magari a un gabinetto di centrodestra con sostegni diffusi, con un profilo un po’ meno politico e più tecnico guidato a quel punto non da Salvini ma da un elemento di minor impatto mediatico e politico. C’è già chi fa il nome di Luca Zaia. Stesso schema, si sussurra, potrebbe avere come centro gravitazionale i Cinquestelle, anche se avendo meno seggi, per i grillini l’operazione appare più complicata. Due soluzioni che ricordano a parti invertite l’esperienza di Enrico Letta nel 2013. In fondo anche in quell’occasione ci fu una non-vittoria e serviva un governo per far decantare. Tutto passerà comunque dall’elezione dei presidenti delle Camere. Nessuno se ne nasconde l’importanza, anche perché il Quirinale potrebbe coinvolgere proprio uno dei due presidenti per una prima esplorazione. L’aria che tira è quella di offrire almeno uno scranno a un grillino, magari la camera Bassa, riservando quella Alta al centrodestra. Si parla del senatore Roberto Calderoli. Per tutto servirà comunque tempo. E viene in mente il Conte Zio: troncare sopire, sopire troncare. Per il momento l’imperativo è quello.
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