Elezioni 2018, la sfida si decide al Sud. Quaranta seggi in bilico

Il possibile calo di consensi verso il Movimento alimenta l'incertezza al Meridione, dove la partita è fra M5S e Centrodestra. Salvini e Meloni concentrano gli appuntamenti elettorali da Napoli a Palermo

Matteo Salvini in campagna elettorale a Matera (LaPresse)

Matteo Salvini in campagna elettorale a Matera (LaPresse)

Roma, 15 febbraio 2018 - Il possibile calo di consensi grillini conseguenti alla Rimborsopoli di questi giorni non fa che rendere ancora più drammatico lo scontro nei collegi uninominali che si sta già svolgendo al Sud, così che i leader intensificano la loro presenza nella parte bassa dello Stivale. Si sapeva infatti da tempo che le elezioni 2018 si sarebbero decise in una manciata di collegi nelle regioni meridionali, dove almeno stando agli ultimi sondaggi disponibili la distanza tra Cinquestelle e Centrodestra è spesso racchiusa in una forbice ristrettissima. Questo era già valido fino all’inizio della settimana. I pasticci sui soldi evidenziati dai grillini (insieme alle ultime incertezze per i candidati poi scoperti massoni) e la previsione che la Rimborsopoli qualcosa sul terreno farà perdere, rendono la sfida ancora più incerta.

Il Nord appare infatti saldamente in mano al centrodestra (stiamo parlando di uninominali, per il proporzionale il discorso è diverso), le regioni rosse sono ancora abbastanza rosse, da Roma in giù il discorso cambia. Lì c’era una certa quota di seggi, diciamo una quarantina tra Camera e Senato, che già una settimana fa registravano una sostanziale parità. Gli americani direbbero "too close to call", ossia troppo vicino lo scarto tra un partito e l’altro per poterlo assegnare prima del conteggio finale.

Adesso, dopo gli ennesimi disastri grillini, la situazione potrebbe evolversi nel segno di una ulteriore incertezza. Torna in ballo anche ciò che in ballo non era, e ciò che c’era lo è ancora di più. E anche la campagna elettorale sta per questo virando. I leader dei partiti interessati alla sfida finale sul territorio (Centrodestra e Cinquestelle) hanno condensato gli appuntamenti nelle zone «di confine». Come accade negli Stati Uniti, dove la battaglia (e i fondi per condurla) si focalizza negli «swing states», gli stati in bilico in cui i sondaggisti sono incerti.

Matteo Salvini per esempio ha trascorso due giorni a Palermo quindi in tour nel resto della Sicilia, poi in Puglia e il giorno successivo in Molise. Idem Giorgia Meloni, anche lei gli ultimi giorni a Napoli (con intervista al Mattino). E di qui al 4 marzo il programma sarà ancora più meridional-centrico. L’impressione è che la corsa in molti collegi del sud si deciderà al fotofinish, e chi vincerà la elezioni - se un vincitore ci sarà - si saprà solo la sera del giorno successivo alla chiusura delle urne, quando saranno terminati gli ultimi conteggi negli ultimi seggi dell’ultima isoletta al largo della Sicilia.