Elezioni 2018, scontro sul Jobs Act. Berlusconi: "Mai detto di volerlo abolire"

Il Cavaliere rassicura la Lega: "Fontana nostro candidato in Lombardia". E sul colloquio di De Benedetti con Renzi: "Preso con le mani nella marmellata" Salvini: "Aboliremo l'obbligo dei vaccini" Elezioni 2018, il festival delle promesse - di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi (ImagoE / Lapresse)

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi (ImagoE / Lapresse)

Roma, 10 gennaio 2018 - "Credo che il candidato del centrodestra alla presidenza della Lombardia sarà Attilio Fontana". Silvio Berlusconi dissipa le nubi che aleggiavano sull'alleanza con la Lega per la scelta del prossimo governatore dopo la decisione di Roberto Maroni di non ripresentarsi alle urne. Il Cavaliere, intervistato da Radio Anch'io, ha spiegato di aver chiesto tre giorni per riflettere sulle candidature. Cosa che ha fatto ipotizzare a una possibile indicazione alternativa (Mariastella Gelmini) a quella della Lega che punta sull'attuale sindaco di Varese.

"Noi abbiamo chiesto solo tre giorni per approfondire la cosa, abbiamo fatto dei sondaggi e il risultato finale della riflessione è che crediamo che l'avvocato Fontana sia un ottimo candidato per la Lombardia, un candidato che sosterremo anche noi", ha osservato Berlusconi. "Non ci sono contrasti" con il Carroccio, ha aggiunto il leader azzurro.

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Berlusconi è anche tornato a ribadire che non c'è nessun accordo sottobanco con Maroni. "Non c'è nessuna azione venuta da noi, il signor Maroni ha preso una decisione personale, noi l'abbiamo appresa insieme alla Lega e a Salvini, non abbiamo nessun, nessun accordo con il signor Maroni per quanto riguarda l'ipotesi di una sua presenza nel governo futuro del centrodestra".

BERLUSCONI-RENZI - Il leader del centrodestra duella con Renzi sul Jobs Act: "Lo abolisco perché è stata solo un'iniezione per i contratti provvisori. Su dieci contratti otto sono stati temporanei". Le dichiarazioni dell'ex Cav scatenano il segretario Dem, che prende la palla al balzo e ironizza: "Sarà contento il nordest, il mondo produttivo, vorrei vedere che ne pensano gli imprenditori di tornare al mondo del lavoro del passato". Renzi rincara la dose: "Il Jobs Act ha dato una spinta alla ripartenza, tuttavia non è sufficiente. Prima di noi la situazione era di vera emergenza: Berlusconi e la Lega ci hanno portato a un passo dalla bancarotta". Le parole del leader del centrodestra, spiegano dalla segreteria di Berlusconi, "sono state parzialmente fraintese".

Lo stesso Cav in un intervento in radio si difende: "Io non ho detto abolizione del Jobs Act. Anch'io da liberista penso che è evidente che un lavoro precario è meglio dell'assenza di lavoro. È altrettanto vero che un lavoro precario non è una buona soluzione né per l'azienda, né naturalmente e soprattutto per il lavoratore". E sull'articolo 18 "si possono tenere le cose come sono, è stata una cosa interna alla coalizione che credo sia superata". In sintesi il Jobs Act "è sostanzialmente fallito, perché non ha indotto le imprese a creare occupazione stabile, ma quasi esclusivamente lavoro precario. In ogni caso, è una norma che sta esaurendo i suoi effetti. Quando saremo al governo non torneremo naturalmente al regime precedente, ma introdurremo strumenti più efficaci del Jobs Act per correggerne gli effetti distorsivi e incentivare le imprese a creare lavoro stabile". Il Jobs Act, dopo la Fornero, entra nel programma del centrodestra, nella lista delle leggi da "rettificare" e migliorare.

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BANCHE E DE BENEDETTI - Anche le banche sono ancora una volta terreno di scontro della campagna elettorale in atto. Sotto i riflettori, questa volta, il decreto sulle Popolari dopo la pubblicazione, su alcuni quotidiani, della trascrizione di una telefonata del 16 gennaio 2015 nella quale Carlo De Benedetti parla della riforma delle Banche Popolari con il suo broker e dice di aver parlato con l'allora premier Matteo Renzi: "Mi ha detto che il decreto passa", è il virgolettato. I diretti interessati si difendono. "Quello che abbiamo fatto è perfettamente lecito - dice il segretario Pd - Su questa vicenda da parte nostra c'è stata assoluta trasparenza". Anche De Benedetti fa sapere che "non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata da parte sua", dal momento che "l'approvazione della norma era ampiamente nota". Le opposizioni, però, vanno all'attacco. "Se avessi fatto io come De Benedetti mi avrebbero messo in croce. Vedremo come si svilupperanno le cose. Certo lo hanno preso con le mani nella marmellata", tuona Berlusconi.

SALVINI-LORENZIN - Intanto la battaglia si muove anche su un altro fronte caldo: i vaccini obbligatori. Matteo Salvini promette di abolirli una volta al governo, ma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin gli replica dura: "L'Italia va vaccinata dagli incompetenti. La Lega gioca per qualche voto in più sulla salute degli italiani, sulla salute dei nostri figli".