Elezioni 2018, Bonino attacca il Pd: "Su firme nessuna risposta"

La leader radicale sull'alleanza saltata: dai dem accuse sui posti in lista, di male in peggio. Martina replica: "Se c'è volontà noi ci siamo"

Emma Bonino (Ansa)

Emma Bonino (Ansa)

Roma, 2 gennaio 2018 - Dopo l'annuncio ieri dai promotori della lista +Europa dell'intento di correre da soli alle elezioni 2018, si infuoca la polemica fra la formazione capeggiata dalla leader radicale Emma Bonino e il Pd. La Bonino non ha infatti gradito la risposta del Nazareno che si è detto disponibile ad aiutare +Europa a raccogliere le firme. Una "risposta ufficiale - attacca la leader radicale - che è più o meno come dire: se non avete il pane, vi daremo le brioche".

Secondo la Bonino dai democratici non è arrivata dunque nessuna risposta concreta al suo schieramento. "Abbiamo spiegato come sia impossibile un apparentamento tra +Europa e Pd per una interpretazione giuridicamente surreale, prima che incostituzionale, della legge elettorale che nonostante le nostre reiterate e tempestive denunce né Governo né Pd hanno saputo o voluto rettificare. E che, impedendoci di avviare da subito la raccolta firme nei collegi plurinominali, mette a repentaglio la presenza stessa della nostra lista alle prossime elezioni", attacca la leader. "La risposta ufficiale del Pd - prosegue - è stata 'Vi aiuteremo a raccogliere le firme', che è più o meno come dire: 'Se non avete il pane, vi daremo le brioche'. La risposta ufficiosa, che inizia a trapelare copiosa sui giornali e sulle agenzie di stampa, è che staremmo facendo grane per una questione di 'posti': cosa platealmente falsa, visto che il problema che poniamo riguarda i 'loro', non i 'nostri' candidati uninominali. Infatti, per avviare la raccolta delle firme in alleanza con il Pd, +Europa dovrebbe secondo il Viminale avere e scrivere oggi sui moduli per Camera e Senato i nomi precisi (e non modificabili) di 348 candidati uninominali del Pd e delle altre liste della coalizione, esentate dalla raccolta firme. Nomi che per questo saranno decisi, come al solito, negli ultimissimi giorni o più probabilmente all'ultimo giorno (il 29 gennaio), quando nel giro di poche ore sarà impossibile raccogliere, autenticare e corredare dei certificati elettorali le firme di 25.000 italiani".

Insomma, conclude Bonino, "noi diciamo loro che non possiamo scrivere sui nostri moduli se e dove si candideranno Renzi, Martina, Orfini, Franceschini, Minniti, Fassino, Rosato, Zanda, Nencini, Lorenzin.. (e potrei continuare con centinaia di nomi) e loro anziché risponderci ci accusano di fare manfrina per le nostre eventuali candidature. Insomma, di male in peggio".

Ma ecco che arriva la replica del Pd. "Il Partito Democratico è pronto a siglare un'intesa con la lista Più Europa di Emma Bonino. Non ci sono ostacoli politici, né questioni legate alle candidature nei collegi. Non tocca però a noi esprimerci sulla costituzionalità o sull'interpretazione delle leggi. Agli amici radicali offriamo piena collaborazione e un percorso comune. Tuttavia, per chiudere questo lavoro bisogna ovviamente essere in due e per questo speriamo ancora che Più Europa voglia esserci; diversamente ne prenderemo atto. Noi però non possiamo cambiare l'interpretazione delle leggi. Sappiamo di potere condividere le candidature e di poter raccogliere insieme le firme necessarie in pochi giorni; tutta la macchina organizzativa del Pd è pronta e a disposizione per questo obiettivo. Ma è decisivo voler superare il problema, costruendo un'intesa utile alle nostre ragioni comuni: noi ci siamo", ha detto il vicesegretario del Partito Democratico Maurizio Martina.