E alla fine le Sardine sono entrate nel Pd

Il leader Mattia Santori in lista per il consiglio comunale di Bologna: è la prima volta per un esponente del movimento

Mattia Santori, 34 anni, fondatore e frontman del movimento delle «6.000 sardine»

Mattia Santori, 34 anni, fondatore e frontman del movimento delle «6.000 sardine»

Le Sardine si buttano definitivamente in politica. Che il loro fondatore, Mattia Santori, fosse in procinto di candidarsi alle elezioni Comunali di Bologna (3-4 ottobre) era chiaro da una ventina di giorni. Che poi quella lista fosse quella del Pd, è risultato ancora più chiaro negli ultimi giorni, con i diversi attestati di stima da parte di dirigenti dem locali. C’è quindi l’ufficialità, le Sardine corrono con il Pd per entrare in Consiglio comunale a Palazzo d’Accursio, la scelta sarà ufficializzata la settimana prossima durante una conferenza stampa dedicata, dove Santori sdoganerà il nome e gli slogan della sua cavalcata, oltre a numerosi eventi con alcuni big, anche non di partito.

Il fondatore delle Sardine si era preso qualche giorno per riflettere, stretto tra due fuochi. Da una parte la possibile candidatura nel Pd, una sfida nuova e affascinante per Santori, considerando la sua voglia di portare le istanze della società civile nella politica, per ribaltarne i punti di vista. E il segretario dem della provincia di Bologna, Luigi Tosiani, lo ha corteggiato a lungo. Dall’altra l’apprezzamento che Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, non ha mai fatto mistero di nutrire per lo stesso Santori, del resto gli scambi e i confronti tra lui a la leader di ‘Coraggiosa’ sulle svolte della transizione ecologica sono stati numerosi.

Ma alla fine la sardina, dopo un’attenta riflessione, ha optato per il Pd. Con Santori il segretario Tosiani e i suoi mettono a segno un colpo a effetto. Mediaticamente, un nome che avrà sicura risonanza anche oltre Bologna. Mattia Santori ha da tempo un rapporto molto stretto con Matteo Lepore, candidato sindaco del centrosinistra (da dieci anni assessore Pd) che ha sconfitto Isabella Conti (indipendente, ma gravata dal lancio renziano, ancora iscritta a Italia Viva) alle primarie. Un rapporto che ha portato anche a qualche polemica, l’associazione di Santori, La Ricotta, ha ricevuto dei fondi dal Comune per alcuni progetti. Tutto regolare, ma le opposizioni sono insorte. Il sodalizio in ogni caso va avanti, e c’è già chi scommette su una sua presenza in giunta.

Il movimento "ittico" nasce sotto le Due Torri la sera del 14 novembre 2019. C’è la campagna elettorale per le elezioni Regionali dell’Emilia-Romagna, al PalaDozza (tempio del basket bolognese), in pieno centro, Matteo Salvini lancia la candidata Lucia Borgonzoni, sulla quale tempo dopo convergerà tutto il centrodestra. Mattia Santori e altri tre ragazzi lanciano l’adunata sui social: riempiamo piazza Maggiore come se fossimo tante sardine. Seimila sardine, il grido di battaglia scelto, perché seimila persone erano attese per Salvini. Risultato: in piazza Maggiore le stime finali parlano di quasi 12mila persone, l’evento oscura la discesa del leader della Lega.

Le elezioni le vincerà Stefano Bonaccini con il centrosinistra, e molti commentatori politici daranno parte del merito alle Sardine, che hanno saputo risvegliare le coscienze sopite dell’elettorato progressista. Le Sardine poi diventano un fenomeno nazionale, nascono sezioni in tutta Italia, i proseliti si moltiplicano. La loro candidatura, dopo un periodo di parziale ’down’ mediatico per colpa del virus, si pone come come ideale compimento di un percorso. L’anima civica che vuole ribaltare la politica dal suo interno. Si riparte da Bologna, dove tutto è cominciato.