
Al premier time espulso Magi mascherato da fantasma. Assenti Tajani e Salvini. Avs chiede il ritiro dell’ambasciatore italiano in Israele: Meloni risponde no.
Uno spettro si aggira per l’Aula: "Onorevole Magi, lei è espulso". Non ha un attimo d’esitazione il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: sgama subito il leader di +Europa. Avvolto in un lenzuolo bianco con la scritta referendum fronte/retro protesta in pieno stile pannelliano contro il silenzio che avvolge le consultazioni di giugno: "Lei calpesta la partecipazione popolare", urla a Giorgia Meloni. È l’unico brivido di un premier time che procede un po’ stancamente. Rivitalizzato più che dalle interrogazioni dai battibecchi e dagli ormai tradizionali scambi di insulti tra la presidente del Consiglio e i leader dell’opposizione. In souplesse anche la squadra di governo: mancano entrambi i vicepremier. Passi per Tajani che è in Turchia, Salvini invece ha preferito gli internazionali di tennis e il Foro Italico. Al suo posto, siede il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che finisce inquadrato dalla tv mentre alza gli occhi al cielo sconcertato quando sente Giorgia affermare che i titoli italiani sono considerati dagli investitori più sicuri di quelli tedeschi.
La domanda più spinosa la fa il verde Angelo Bonelli a nome di Avs: che ne pensa delle stragi di Netanyahu? Intende richiamare l’ambasciatore italiano in Israele? Meloni ammette che i massacri di civili a Gaza sono "ingiustificabili". Assicura di aver parlato più volte con Netanyahu criticando le sue scelte "anche recenti" in merito all’imminente nuova offensiva, poi però sembra abbracciare la visione del leader israeliano: "Non è Israele che ha iniziato questa guerra", "c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas". Dice che Hamas deve rilasciare immediatamente gli ostaggi, deporre le armi, e comunque lei non ritirerà l’ambasciatore. Furibonda la reazione di Bonelli: "Sono inorridito, lei si deve vergognare".
Ma a rilanciare la palla ci pensa poco dopo Giuseppe Conte. In realtà la domanda del leader di M5s era su tutt’altro: "Perché ha approvato un piano di riarmo che avvantaggia solo Berlino invece di investire quei soldi in politiche sociali in Italia?". Alla fine però l’avvocato del popolo tenta il colpo di teatro e chiede all’emiciclo di Montecitorio di alzarsi in segno di solidarietà con la popolazione di Gaza. Si mettono in piedi solo i Cinquestelle, Pd e Avs: la trovata si rivela controproducente. L’ex premier, peraltro, era uscito ammaccato pure dallo scontro sul piano di riarmo. Meloni era arrivata preparata, elencando una per una le cospicue spese per la difesa stanziate dai governi Conte: "15 miliardi in più al tempo del Covid, seguiti da un fondo da 12 miliardi e mezzo che avete aumentato fino a 25 miliardi. Sarà stato un altro ’Giuseppi’". Lei la butta in caciara, replica l’interessato. "Sono contenta si sia riconvertito – ribatte Meloni – io però non sono una che cambia a seconda delle circostanze". Si aggiudica il punto, in compenso finisce al tappeto nello scontro con Elly, ma qui cavarsela è una missione impossibile. La segretaria del Pd la interroga sullo stato disastroso della sanità, Giorgia sciorina i dati che dovrebbero confermare il pieno impegno del governo su quel fronte: "Abbiamo messo 10 miliardi in più rispetto al 2022 nel fondo sanitario". Elly, accalorata come mai prima, replica elencando alcuni esempi dei tempi imposti a interventi e analisi dalle liste d’attesa. Per Giorgia non c’è scampo.
Per la verità il tema sanità era già stato affrontato all’interno della maggioranza con Lupi (Noi moderati). Stessa domanda, identica risposta, conclusione opposta: "Sono soddisfatto". Del resto, le domande della maggioranza sono fatte per tirare la volata al capo: FI alza la palla per schiacciare il Green Deal, la Lega sbandiera le esigenze delle forze dell’ordine. Insomma, le interrogazioni brillano soprattutto per quel che non c’è: l’Ucraina, alla vigilia del vertice di Istanbul è un’assenza forte, ma anche l’Europa nonostante per la premier quelli siano proprio quelli i problemi principali.