Draghi a Kiev: cosa sappiamo sulla visita del premier in Ucraina

Modalità e tempi ancora top secret, ma filtrano le prime informazioni. Mattarella: "Mosca imperialista"

Roma, 22 aprile 2022 - Mario Draghi a Kiev. Il premier andrà in visita nella capitale ucraina, lo confermano fonti di Palazzo Chigi. Ancora top secret modalità e tempi del viaggio diplomatico che dovrebbe avvenire - a quanto si apprende - entro la prima metà dì maggio, prima di quello già programmato negli Stati Uniti attorno alla metà del mese prossimo. La macchina organizzativa si è comunque messa in moto. Draghi si trova al momento in isolamento a Città della Pieve, positivo al Covid. La visita a Kiev si inserisce all'interno di un contesto in cui altri leader internazionali si sono già recati nella capitale per incontrare il presidente ucraino Volodymir Zelensky. E altri lo faranno a breve, compreso appunto il presidente del Consiglio italiano.  

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Mario Draghi con Sergio Mattarella (Ansa)
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Mattarella

Sull'asse Roma-Kiev si registrano oggi le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella ricorrenza del 77* anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Il capo dello Stato ha condannato senza mezzi termini l'imperialismo russo: "In queste settimane abbiamo assistito - con profondo senso di angoscia - a scene di violenza su civili, anziani donne e bambini, all'uso di armi che devastano senza discrimine, senza alcuna pietà", ha detto. E ha aggiunto: "L'attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha giustificazione alcuna. La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell'imperialismo e del colonialismo".

Per Mattarella "l'incendio appiccato alle regole della comunità internazionale appare devastante; e destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini".  Il presidente della Repubblica ha richiamato a una solidarietà "ferma e coesa" nei confronti dell'Ucraina. Anche se questa  dovesse comportare "alcuni sacrifici" che sarebbero comunque di portata "di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito".