Roma, 4 giugno 2025 – Con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto Sicurezza, già approvato dalla Camera. Il provvedimento diventa così legge. Sul decreto il governo ha chiesto il voto di fiducia poiché né alla Camera né in Senato sono stati approvati emendamenti. Il decreto è stato incardinato oggi e licenziato in una seduta lampo dalle commissioni dove non è stata esaminata neanche una delle 131 proposte di modifica, tra le proteste delle opposizioni.

"Con l'approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa". Così, in un post su X, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni subito dopo l’approvazione. Con il decreto "rafforziamo infine gli strumenti a disposizione delle forze dell'ordine, per difendere chi ogni giorno difende i cittadini. Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione", ha aggiunto Meloni.
"Inasprire alcune pene per reati odiosi - e penso alle truffe agli anziani e all'occupazione abusiva di case altrui - sicuramente è un deterrente. Se a questo associamo i maggiori poteri, la tutela legale alle forze dell'ordine, le body cam e il teaser ugualmente in uso alle forze dell'ordine diciamo che penso che sia un passo avanti", ha detto il vicepremier Matteo Salvini all'uscita di Palazzo Madama.
"Il decreto sicurezza è legge. Un provvedimento strategico, fortemente voluto da questo governo, che introduce nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo, garantire una maggiore protezione dei cittadini, in particolare dei più fragili, e valorizzare il lavoro quotidiano delle nostre Forze dell'ordine". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi su X.
Di tutt’altro avviso le opposizioni. "Con il Dl sicurezza, che contiene 14 nuovi reati penali e 9 nuove aggravanti, il governo vuole mettere in carcere i bambini figli di madri detenute, gli studenti che manifestano, i lavoratori che scioperano. Per la destra di Giorgia Meloni la sicurezza si garantisce solo con la repressione e il carcere. E' una vergogna, e' una destra da regime", le parole di Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd. "Per l'ennesima volta - prosegue Boccia - la maggioranza ha umiliato il Parlamento e quindi i cittadini tutti e il Paese, impedendo l'esame del provvedimento senza neanche l'alibi dell'ostruzionismo, perché come opposizioni avevamo presentato solo un centinaio di emendamenti, proprio per entrare nel merito. Stavolta però è ancora più grave perché non ci è stato consentito di mettere in discussione le decisioni aberranti della destra contenute in un decreto che punisce il dissenso e le manifestazioni non violente, in una preoccupante logica repressiva e punitiva”.
Bagarre in Aula
Le minoranze hanno dato vita in Senato anche a una eclatante protesta sedendosi per terra nell’emiciclo dando le spalle ai banchi del governo e scandendo "vergogna" e "pagliacci". A terra anche alcuni capigruppo di M5s, Pd e Avs. Non ha preso parte alla protesta Italia Viva.
"E' già accaduto con la presidenza Schifani che fece proseguire la seduta. State comodi, c'è ancora posto ai bordi - ha detto il presidente La Russa tra gli applausi del centrodestra - vi chiedo solo di non disturbare chi parla". Proteste e brusii dalle opposizioni al grido di "vergogna". Presa la parola, Calenda però ha risposto: "Non voglio interrompere una protesta pacifica". Il presidente ha quindi sospeso i lavori e convocato la capigruppo.
La seduta è poi ripresa dopo qualche minuto.
Altri disordini in Aula ci sono stati durante l'intervento di Alberto Balboni nel corso delle dichiarazioni di voto. "Le rivolte nelle carceri - ha detto Balboni - sono manovrate dalla mafia che vuole l'abrogazione del 41bis, mentre voi andavate a trovare terroristi e mafiosi noi eravamo in Aula a difenderlo". Dichiarazioni che hanno riacceso gli animi a tal punto che alcuni senatori di opposizione si sono pericolosamente avvicinati allo scranno di Balboni. Quindi l'intervento della presidente di turno Anna Rossomando per una "seconda censura" nei confronti dell'esponente Fdi.

Bufera sulle parole di Berrino
La bufera è scoppiata anche sulle parole del senatore di FdI, Berrino che nel suo intervento ieri sera ha affermato che “le donne che fanno figli per rubare non sono degne di farlo e che se un giudice reputa che un bambino possa stare più sicuro in carcere che a casa con genitori che li concepiscono per andare a delinquere forse è giusto cosi'', come ha ricordato il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia, che ha aggiunto: “Insomma per Berrino i bambini stanno bene in carcere. Non credo ci sia da aggiungere altro a quanto abbiamo ascoltato. Questo è il senso della vergognosa e aberrante idea che FdI, il partito di Giorgia Meloni, 'donna', 'madre', 'cristiana', ha della sicurezza".
"Raramente ho sentito parole più crudeli", ha scritto su X il senatore dem Filippo Sensi augurandosi "sia solo una livida propaganda, e che non lo pensi davvero. Ho urlato di tutto".