Giovedì 25 Aprile 2024

Divorzio, verso l'addio all'assegno di mantenimento. Come sarà l'affido condiviso

Il disegno di legge M5s-Lega prende il via al Senato: i genitori pagheranno direttamente le spese dei figli in proporzione alle capacità economiche

Divorzio

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Roma, 11 settembre 2018 - Ha preso il via ieri al Senato il disegno di legge presentato da Lega e M5s, che introduce l'affido condiviso dei figli minori per i genitori divorziati. In sostanza il ddl cancella l'assegno di mantenimento (mentre non tocca quello coniugale) e introduce la figura del mediatore familiare in caso di separazione con minori. La contribuzione per i bisogni del minore rimane caposaldo e sarà proporzionale alle capacità economiche dei due genitori che però pagheranno direttamente le spese dei figli. Inoltre, non sarà toccata la normativa antiviolenza.

A spiegare il disegno di legge è il primo firmatario Simone Pillon. "Con la riforma da noi pensata, il cui iter comincia oggi in commissione - spiega il senatore - le istanze del minore saranno punto fermo e bussola nella complicata gestione che una separazione comporta. Tempi paritetici di frequentazione, lotta ad ogni rifiuto genitoriale, mediazione qualificata per le coppie che non siano capaci di trovare da sole un accordo". Tutti questi aspetti, insieme al mantenimento diretto e proporzionale, rappresentano i cardini della proposta che qualcuno vorrebbe già perfezionare. Pillon parla di un "vero e proprio piano genitoriale, affinché i bambini non siano più costretti a scegliere tra mamma e papà e che non lasci ombre ed incomprensioni nell'educazione dei minori, irrinunciabile compito di entrambi i genitori e diritto dei minori".

Ma l'azzurra Mara Carfagna, per esempio, auspica che i passaggi parlamentari di questa delicata legge tengano conto del fatto che oggi in Italia solo una donna su due lavora, che in alcune aree del Mezzogiorno questa percentuale è ancora più bassa, e che molte perdono il lavoro proprio quando nasce il primo figlio. La "bigenitorialità perfetta" prevista dalla proposta di legge della maggioranza potrebbe dunque trasformarsi, secondo Carfagna, "in una morsa per migliaia di madri già in difficoltà e ripercuotersi inevitabilmente sulla vita dei figli. Ecco perché sarebbe opportuno perfezionare il testo nell'interesse esclusivo dei bambini".