Mercoledì 24 Aprile 2024

Di Maio, Toti prudente: "Luigi dimostri di essere cambiato"

Il presidente della regione Liguria: "Ci vorrà un po’ di tempo per capire la sua collocazione"

Giovanni Toti, 53 anni

Giovanni Toti, 53 anni

Roma, 23 giugno 2022 - Presidente Toti, cambia il gioco al centro con l’ingresso di Di Maio?

"Sappiamo bene come la pensa Di Maio sulla guerra, ma prima di definirlo leader di un soggetto centrista aspetterei di capire qual è la sua posizione su tutto il resto", risponde il governatore ligure, leader di Italia al centro.

È prematuro definirlo un interlocutore?

"Mettiamola così: nel ruolo di ministro per me lo è stato e lo è. Gli ho fatto ’in bocca al lupo’ per la nuova avventura. Riconosco la sua trasformazione, ma ci vorrà un po’ di tempo per capire la sua collocazione visto che in 5 anni è passato dall’elogio dell’abolizione della povertà sul balcone di Palazzo Chigi a una real-politik quasi kissingeriana"

Anche al netto di Ipf, il centro è sovraffollato.

"L’area moderata è sovraffollata di personalità politiche, ma ha anche dimostrato in questa tornata amministrativa di avere un buon appeal elettorale, molti sindaci hanno vinto al centro. Detto questo, come si trasforma il modello Liguria, dove il centrodestra è passato dal 30% al 55% nel giro di 5 anni, in un modello nazionale è una domanda a cui nessuno ha una risposta. Io ho il mio percorso".

Vale a dire?

"Stabiliamo qual è l’agenda di un centro che vuole governare. Costruito il campo e le regole del gioco, vediamo quali sono i gruppi che si riconoscono in questo programma, quanto pesano e che classe dirigente hanno. Si può fare attraverso tanti metodi, a partire dalle primarie, Ma di sicuro non si può mettere insieme un centro politico che erediti la cosiddetta agenda Draghi e faccia propria la cultura di governo di questo ultimo scorcio di legislatura partendo da leader più o meno popolari".

Lei non è tra quelli che ritiene obiettivo del centro mantenere Draghi a Palazzo Chigi?

"No. Il nostro obiettivo è costruire un’agenda seria, che abbandoni cinque anni di sbandamento da una parte all’altra. Dobbiamo riportare la barra al centro, che non è un luogo mitologico, è semplicemente quella cultura di governo che fa sì che la si smetta di seguire opposti estremismi e si trovi un programma serio per il paese e una classe dirigente in grado di attuarla".

A quali condizioni il centro si deve alleare con le coalizioni più grandi?

"Basta confrontare i programmi e vedere tra le coalizioni, ammesso che da qui a un anno esistano e non cambi la legge elettorale, qual è la più vicina e coerente con la nostra agenda. Tanti che si professano di centro pendono a sinistra, ma a un’analisi attenta dei fatti io penso che il centro politico sia più coerente con il centrodestra. Sul tema dell’energia, dei rigassificatori o del lavoro vedo un centrodestra più laico di un centrosinistra con Conte e M5s".

Con Di Maio il centro è più affollato. "Troppi galli per un piccolo pollaio"