Delrio sferza il Pd: vince solo se è riformista

Il presidente dei deputati dem: "Recuperiamo la vocazione maggioritaria. Non ho mai pensato che Conte potesse guidare il centrosinistra"

Graziano Delrio, nato a Reggio Emilia nel 1960, è capogruppo dem alla Camera

Graziano Delrio, nato a Reggio Emilia nel 1960, è capogruppo dem alla Camera

"Il Pd è un partito riformista e a vocazione maggioritaria e deve diventare il primo partito puntando almeno al 25%".

Delrio l’ultimo veltroniano?

"Sono orgoglioso di essere stato prodiano e veltroniano – dice il presidente dei deputati Pd –. Non dobbiamo sfidarci a vicenda e contarci, ma fare proposte forti per il Paese".

Eppure qualcuno vuole un partito diverso. Un nuovo soggetto di sinistra? Che cosa?

"Il Pd è la casa di tante sensibilità, dei riformismi più antichi che insieme hanno scritto la Costituzione. Uniti siamo tutto, divisi siamo nulla".

Riformisti. Orlando sembra che li voglia cacciare quando parla di rigurgiti centristi...

"Non credo voglia cacciare nessuno. Sarebbe un grave errore pensare che nel partito le diversità diventino un problema. Ed è un errore già commesso da diversi. La nostra forza è avere messo insieme le differenze e averne fatto una ricchezza. Chi pensa che la cultura di provenienza sia un fastidio, non rende un buon servizio al Pd che ambisce a divenire partito guida del Paese".

E va su questa strada?

"Senza la scelta del Pd dell’agosto 2019, con l’accordo con i 5 Stelle, sarebbe stata un’altra storia. Non saremmo stati protagonisti in Europa e risvegliato l’Europa. Recovery plan, gli aiuti Bce, il fondo Sure".

Il periodo del Conte 2 che avete difeso fino all’ultimo....

"Non volevamo creare instabilità al Paese in un momento di crisi...".

Per poi appoggiare Draghi.

"Una persona di eccezionale qualità, la cui agenda si identifica completamente con il nostro programma e con l’idea di un Europa ancora più forte".

Qual è stato il ruolo del Pd in questo passaggio?

"Quello di un partito pilastro insostituibile di questo governo e del governo precedente".

Franceschini ha indicato Conte leader della coalizione. Ora i sondaggi puniscono il Pd a favore del M5s a guida Conte.

"Ho sempre evitato gli eccessivi entusiasmi sulle persone. Ho definito Conte un punto di equilibrio (e per questo va ringraziato), mai come leader del centrosinistra. Ora che ha fatto altre scelte il suo ruolo come punto di equilibrio è concluso".

Cambia l’atteggiamento del Pd con i 5 Stelle?

"Continua la collaborazione intensa con M5s, perché di alleanze per governare si ha bisogno. Ma il Pd cerca alleanze con una propria identità forte, come in tutte le elezioni comunali o regionali dove abbiamo vinto".

La vocazione maggioritaria.

"Dobbiamo saper parlare agli operai come agli imprenditori, ai giovani e ai pensionati. Altrimenti il Pd perde. L’ambizione maggioritaria non va persa".

Su quali programmi?

"Ad esempio la transizione ecologica e la difesa dei beni comuni come scuola e sanità dove il dialogo è con le forze ambientaliste e i 5 Stelle in primis ma non esclusivamente".

Ma il Pd vuole l’alta velocità?

"Sì. Nel Mezzogiorno la Tav serve per essere collegati con l’Europa. E senza connessioni i Paesi non si sviluppano. Le cose non sono in contrasto. L’errore è voler fare a prescindere. O sono opere sostenibili e servono allo sviluppo o non servono".

Ma lei non è anche il pontiere tra Pd e Lega, partito che spinge sulle grandi opere?

"Dialogo con la Lega come con M5s da sempre, perché credo che tutti abbiamo interesse a una democrazia compiuta. Non è intelligenza col nemico. Io non ho nemici, siamo avversari politici: Pci e Dc insieme scrissero la Costituzione".

Parliamo di cose da fare. Troppi ritardi sui vaccini.

"Il piano vaccinale di Speranza ha incontrato subito difficoltà nell’approvvigionamento..."

Ma poi i vaccini sono arrivati e i ritardi restano.

"Indiscutibile. Troppo lunghe le autorizzazioni dell’Ema, quantità inferiori di dosi, i contratti della Ue avevano buchi che Draghi ha denunciato. Ci sono stati ritardi nei piani delle Regioni. Il cambio di passo era necessario: un’altra debolezza era il mancato coinvolgimento della protezione civile e dei militari".

L’Italia è in crisi e il Pd discutere sulla vice segreteria.

"Un errore. Dobbiamo concentrarci sul fatto che il Pd è in prima linea nell’appoggiare l’agenda Draghi e il piano vaccinale. Solo quando saremo fuori dalla pandemia potremo fare il congresso e discutere non tanto su alleanze o segreteria (che non è in discussione), ma su come riconnetterci ai problemi della società e delle famiglie, ai diritti delle donne...".

A proposito, l’assenza di ministri donne del Pd?

"Una grande ferita".