Decreto Genova, via libera definitivo. Toninelli alza il pugno, bagarre in aula

Il ministro spiega: "Ho gioito per i genovesi". De Falco non vota e con lui altri 9 pentastellati. Conte: "Genova si rialza"

Decreto Genova, pugno alzato di Toninelli in Aula (Ansa)

Decreto Genova, pugno alzato di Toninelli in Aula (Ansa)

Roma, 15 novembre 2018 - Via libera definitivo al Decreto Genova: nell'Aula del Senato, i voti a favore sono stati 167, 49 i contrari e 53 gli astenuti. A favore hanno votato M5s, Lega, Fdi, Per le Autonomie. Contrari Pd e Leu, mentre Forza Italia si è astenuta. Ora il testo, composto di 46 articoli e suddiviso in cinque capi, è legge. Il decreto prevede la nomina del commissario straordinario e detta le procedure per la ricostruzione del ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto. Dopo il voto è scoppiata la bagarre nell'emiciclo e la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati è costretta a sospendere la seduta

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Soddisfatto il premier Giuseppe Conte, che da Abu Dhabi twitta: "Risorse e aiuti concreti alle famiglie che hanno perso la casa, sostegno a imprese e cittadini. Avevo promesso che non avrei mai abbandonato la città in ginocchio. Il governo è al vostro fianco, Genova si rialza". E ai cronisti: "Genova nel cuore era per dire che non è mai uscita dal nostro cuore, mio e del governo. Non siamo andati lì per fare una sfilata in un'occasione tragica, ma a testimoniare la nostra vicinanza e la volontà determinata di offrire una pronta soluzione". E il governatore ligure Giovanni Toti: "«Da oggi sono il signore che gira la clessidra, conto i granelli che scendono". Da parte sua il sindaco-commissario Marco Bucci traccia la road map: "Sono fiducioso di poter partire con la demolizione il 15 dicembre e con la ricostruzione già ad aprile. Genova non si è mai fermata ora ha gli strumenti per rilanciarsi!".

L'ARTICOLO RIPRISTINATO - Il dibattito e le fibrillazioni politiche hanno riguardato l'articolo 25 del provvedimento, con le misure sul condono relative a Ischia. Un articolo prima modificato durante l'esame nelle commissioni Lavori Pubblici e Ambiente e poi 'ripristinato' dall'Assemblea nel testo approvato dalla Camera. Delle opposizioni, il Pd ha dichiarato il voto contrario, Fi l'astensione e FdI il voto a favore. 

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BAGARRE SU TONINELLI -  La bagarre è scoppiata quando il ministro Danilo Toninelli, durante il voto, ha alzato il pugno, gesto subito denunciato dalla capogruppo di Forza Italia Annamaria Bernini ("Una vergognosa manifestazione di inciviltà da parte del ministro"). Dai banchi delle opposizioni si sono levati cori "dimissioni, dimissioni". Dopo il voto, Toninelli spiega: "Il mio intervento è solo per portare il ringraziamento a tutti i deputati per aver lavorato giorno e notte in queste settimane su un provvedimento che stanzia 300 milioni di euro per Genova e i genovesi, e chi oggi ha gioito l'ha fatto per i cittadini di Genova e per le 266 famiglie che hanno perso casa e che da domani avranno soldi stanziati per comprare finalmente una nuova abitazione". "Succede per la prima volta nella storia italiana dopo un evento tragico, e ricordiamo per quante tragedie e quanti anni le persone hanno aspettato di avere una nuova casa. Qui avviene dopo 47-48 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Questa è una gioia straordinaria", ha aggiunto Toninelli in Aula. 

Su Twitter Pippo Civati di Possibile ironizza: "Ischia il vento" è la sua personale didascalia alla foto di Toninelli con il pugno alzato nell'aula del Senato.

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CASELLATI RICORDA LE VITTIME - "Quei 43 morti pesano sulla coscienza di tutti: francamente avrei desiderato un Aula diversa", ha dichiarato con un certo rammaricola Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, raccogliendo applausi.

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DE FALCO NON VOTA - Non era in Aula il senatore M5s Gregorio de Falco quando il dl Genova è andato in votazione. Il senatore, intercettato fuori dal Senato, ha mostrato sorpresa alla notizia dell'avvenuta votazione: "Hanno votato? Ma la seduta non era sospesa?", ha chiesto correndo verso l'Aula. Dunque non si tratta dell'ennesima 'ribellione' dell'ex comandante, che ieri aveva dichiarato che avrebbe votato a favore. Alla fine commenta: "È vero non ho fatto in tempo a votare: ma tutto sommato meglio così. Evidentemente era destino, il fato..."

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CHI NON C'E' - Sono 10 i senatori M5s che non hanno preso parte alla votazione del dl Genova al Senato. Oltre a Gregorio De Falco ci sono Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco. Sono 8 i senatori della Lega che non hanno partecipato al voto finale sul dl Genova: mancano all'appello perché in congedo gli esponenti di governo Matteo Salvini, Armando Siri (viceministro per le Infrastrutture), Giulia Bongiorno, Gian Marco Centinaio, Stefano Candiani e Lucia Bergonzoni e i  senatori leghisti Antonella Faggi e Umberto Fusco. Presente in aula, invece, il senatore Umberto Bossi che si è astenuto. 

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IL CELLULARE DEL MINISTRO - Altra dura critica a Toninelli per il fatto che durante gli interventi 'gioca' col cellulare. "Ministro, sono qui. Mi segue? Sta giocando con il cellulare?", chiede il forzista Sandro Biasotti. E la Bernini rincara: "Mentre nell'aula del Senato si parla del dramma di Genova, di vittime, di famiglie disperate, mentre si toccano i tasti dolenti di una città gravemente ferita, per il ministro Toninelli gli unici tasti che contano sono quelli del suo cellulare, che durante tutti gli interventi ha compulsato di continuo, indifferente ai continui richiami della presidenza, agli inviti di prestare attenzione agli interventi, masticando maleducatamente la gomma". E ancora: "Bell'esempio per il Paese e per le scolaresche presenti in aula. Per Toninelli conta più un suo ghigno su Instagram, un suo post irridente su Facebook, una sua dichiarazione su Twitter, con gaffe annessa, che il dramma di Genova e dei genovesi. Con il suo comportamento provocatorio, con i suoi pugni alzati al cielo in un'aula parlamentare, egli offende le istituzioni che rappresenta".

GELMINI ATTACCA - Anche Mariastella Gelmini contro Toninelli. La capogruppo di Forza Italia alla Camera twitta: "#DlGenova @DaniloToninelli ridicolo fa l'ultra' in Aula al Senato. Maggioranza ha approvato un provvedimento tardivo e minimalista. Poche risorse per la citta', pochissime risposte agli sfollati, confusione sulla ricostruzione. Dopo 3 mesi la carcassa del ponte #Morandi e' ancora li'".