Decreto dignità, Salvini a Boeri: "Dimettiti". E lui: "I dati non si fanno intimidire"

Tra il vicepremier leghista e il presidente Inps è scontro sulle stime (fonte Inps) dei posti di lavoro che potrebbero svanire col decreto. Di Maio: "Non possiamo rimuoverlo ora"

Matteo Salvini alla finale dei Mondiali 2018 (LaPresse)

Matteo Salvini alla finale dei Mondiali 2018 (LaPresse)

Roma, 15 luglio 2018 - Durissimo scontro tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il presidente Inps, Tito Boeri. "Se non sei d'accordo con niente, dimettiti", attacca Salvini da Mosca, dove si trova per assistere alla finale dei Mondiali 2018 di calcio. Nel mirino le stime, di fonte Ipns, sugli 8mila posti di lavoro all'anno che potrebbero andare in fumo col Dl Dignità di qui al 2028. "I dati non si fanno intimidire", replica secco Boeri. Ieri l'Inps aveva diffuso pure una serie di stime sui costi dell'operazione 'pensioni quota 100' allo studio del governo gialloverde. Una previsione dai 4 ai 14 miliardi di euro annui a seconda degli scenari. In serata l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, cerca di mediare: "Non possiamo rimuovere Boeri adesso".

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SALVINI - "Il presidente dell'Inps continua a dire che la legge Fornero non si tocca, che gli immigrati ci servono perché ci pagano le pensioni, che questo decreto crea disoccupazione", le parole di Salvini. "In un mondo normale se non sei d'accordo con niente - aggunge il vicepremier leghista - delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente, perché il presidente dell'Inps fa politica, un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti".

E rincara: "Così non è e va beh, noi siamo al governo e mi dispiace per chi ha perso le elezioni". Salvini inoltre dichiara di non sapere "se qualcuno dalla sera alla mattina ha tolto dei numeri, aggiunto dei numeri. So - prosegue - che è un decreto che mira a creare nuovi posti di lavoro e so per certo che ci sono alcuni organismi, penso all'Inps, con cui non ho da fare polemiche personali perché non mi interessano, che però hanno una visione della realtà che è assolutamente lontana da quella degli italiani, da quella del mondo del lavoro, del mondo delle pensioni"

LA REPLICA DI BOERI - A stretto giro giunge la dura replica di Boeri.  "Consapevoli dell'incertezza che circonda le stime svolgeremo, come sempre, il monitoraggio attento, che peraltro la legge ci richiede - afferma il presidente Inps -. Ma sin d'ora, di fronte a questi nuovi attacchi - e a quelli ulteriori del ministro Salvini - non posso che ribadire che i dati non si fanno intimidire".

"Se l'obiettivo del provvedimento era quello di garantire maggiore stabilità al lavoro e più alta produttività in futuro al prezzo di un piccolo effetto iniziale di riduzione dell'occupazione, queste stime - sottolinea Boeri - non devono certo spaventare. Spaventa invece questa campagna contro chi cerca di porre su basi oggettive il confronto pubblico".

Nella risposta alla nota di Tria e Di Maio, Boeri sottolinea: "In un'economia con disoccupazione elevata", un aumento del costo del lavoro come quello contenuto nel decreto Dignità "significa riduzione dell'occupazione". Quanto ai numeri, Boeri spiega: "E' difficile stabilire l'entità di questo impatto ma il suo segno negativo è fuori discussione. La stima dell'Inps è relativamente ottimistica. Prevede che il 10% dei contratti a tempo determinato che arrivano a 24 mesi di durata non vengano trasformati in altri contratti, ma diano luogo a flussi verso la disoccupazione riassorbiti al termine della durata della Naspi. Non si contemplano aggravi occupazionali legati alle causali. In termini assoluti l'effetto è trascurabile: si tratta dello 0,05% dell'occupazione alle dipendenze in Italia. Da notare che l'effetto, contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani, non è cumulativo. In altre parole il numero totale non eccede mai le 8.000 unità in ogni anno di orizzonte delle stime".

DI MAIO - In serata interviene anche il vicepremier a 5 stelle Luigi Di Maio: "Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo, non perché il presidente dell'Inps la debba pensare come noi, ma perché noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero, l'Inps ci deve fornire i dati, non un'opinione contrastante". E conclude: "I soldi per fare queste cose li troveremo".