Mercoledì 24 Aprile 2024

Decreto dignità manipolato, imbarazzo M5s. Di Maio rilancia su vitalizi e banche

Spunta una mail dell'Inps allo staff del ministro, che s'infuria con i suoi

Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro (Ansa)

Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro (Ansa)

Roma, 18 luglio 2019 - Luigi Di Maio mira a salvare la bandiera del decreto Dignità puntando sui nuovi incentivi per la stabilizzazione dei contratti a termine. Ma la partita non sarà agevole, perché da un lato la decontribuzione per le assunzioni stabili dei giovani fino a 34 anni è operativa ed è figlia della manovra del governo Gentiloni e, dall’altro, ogni ulteriore estensione ha un costo tutto da coprire. Senza contare che proprio in queste ore si sta svolgendo, sempre sul provvedimento all’esame delle Commissioni della Camera, un altro braccio di ferro: questa volta sui voucher che la Lega vuole reintrodurre senza particolari limitazioni e che i 5 Stelle, soprattutto l’ala sinistra, vedono come fumo negli occhi.

I nodi da sciogliere non mancano per il super-ministro del Lavoro e dello Sviluppo. E sarà anche per questo che, in una sorta di strategia della distrazione, proprio nella giornata di ieri ha cercato di rimettere di nuovo nel mirino le banche: «Il sistema bancario la deve pagare perché ha avuto un atteggiamento arrogante infischiandosene dei risparmiatori e dello Stato ed è stato protetto da ambienti politici sia in questa regione che a livello nazionale».

Mentre i capigruppo grillini di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, hanno a loro volta rilanciato la battaglia sui vitalizi: «Dopo la sacrosanta sforbiciata, votata la scorsa settimana dall’Ufficio di Presidenza della Camera presieduto da Roberto Fico, ora non ci sono più attenuanti per passare al taglio dei vitalizi dei senatori».

L'IMBARAZZO DELLA MAIL INPS - Insomma, sia Di Maio sia il Movimento tentano di rilanciare le battaglie tradizionali e di aprire nuovi fronti. Ma, per il momento, devono fare i conti con il decreto Dignità, con le polemiche sulla stima dell’Inps sulla riduzione dei posti di lavoro per effetto della stretta sui contratti a termine e con il pressing della Lega per i voucher. Sulla querelle che vede contrapposto il ministro del Lavoro e Tito Boeri (domani sarà ascoltato in Commissione) è emersa una nuova mail del 6 luglio che dimostrerebbe come negli uffici di via Veneto la famigerata relazione dell’Inps sia arrivata una settimana prima della pubblicazione del decreto.

La novità è tale, però, fino a un certo punto perché dalla segreteria di Boeri era partita una mail anche l’11 luglio. Come dire: che per una via o per l’altra, lo staff del ministro è stato sicuramente a conoscenza della valutazione negativa dell’Istituto di previdenza. Lo staff, però. E infatti non mancano coloro che raccontano di un Di Maio infuriato con più di un suo collaboratore per non averlo informato in tempo dalla bomba che stava per esplodere. Certo è, però, che la vicenda della «manina» rischia di essere solo un dettaglio rispetto al braccio di ferro in corso tra Lega e 5 Stelle per le correzioni al decreto.

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