Mercoledì 24 Aprile 2024

Unioni civili, primo sì dei senatori Pd. Alfano: "Messo in conto il referendum"

Nel Partito Democratico rinviata la discussione sulla stepchild adoption, su cui ci sarà comunque libertà di voto

Unioni civili, la manifestazione #svegliatitalia (Lapresse)

Unioni civili, la manifestazione #svegliatitalia (Lapresse)

Roma, 26 gennaio 2016 - Dopo settimane di contrasti il Pd manda un messaggio di compattezza e nell'assemblea di partito in Senato vota all'unanimità l'impianto del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Sembra dunque non aver sortito effetto sui cattodem il richiamo del cardinale Angelo Bagnasco, secondo cui "i figli non sono un diritto". Ma le questioni spinose sono solo rinviate, in primis la cosiddetta stepchild adoption, ovvero la possibilità per il partner omossessuale di adottare il figlio del compagno. Durante la riunione, il senatore Stefano Collina ha chiesto di emendare l'art. 5 sulle adozioni oltre che l'art. 3, sui diritti e doveri della coppia omosessuale. Collina, ha spiegato che l'articolo 3 "così com'è, con la sola esclusione del Titolo II della legge sulle adozioni, autorizza, di fatto, l'approvazione della stepchild adoption". 

LE QUESTIONI RINVIATE - In sostanza, il gruppo dei senatori del Pd ha deciso di dire "no" alle questioni pregiudiziali presentate al ddl e di dire "sì" invece al provvedimento nel suo insieme, quando si tratterà di esprimere il voto conclusivo. Quindi sulle pregiudiziali, si sottolinea tra i dem, non verrà data alcuna libertà di coscienza come richiesto nei giorni scorsi da alcuni cattolici del Pd. Questa, si osserva, verrà concessa, invece, solo su alcuni emendamenti che verranno selezionati e decisi nella prossima riunione convocata per martedì 2 febbraio. In molti puntano alla mediazione sul punto più controverso del ddl che resta quello delle adozioni, ipotizzando che si possa individuare una norma di compromesso tra i due diversi emendamenti, quello firmato da Vannino Chiti e quello messo a punto da Andrea Marcucci e Giorgio Pagliari, realizzando così una sorta di "affido rafforzato". Ma tra i laici Dem c'è chi non nasconde un qualche scetticismo. 

LIBERTA' E MODALITA' DI VOTO - Nell'incontro del 2 febbraio sarà comunicato "su quali emendamenti ci sarà libertà di voto", dice il capogruppo Luigi Zanda. L'adozione è uno dei punti lasciati all'arbitrio personale. Il rinvio, ha spiegato ancora Zanda, è stato deciso perché "ancora non conosciamo tutti gli emendamenti". Zanda parla comunque di posizioni trasparenti all'interno del gruppo. "I senatori del Pd non hanno alcun interesse per i voti segreti. Esprimeremo le nostre posizioni in modo pubblico e trasparente, come l'abbiamo espresse nelle nostre assemblee". Il capogruppo Pd si augura comunque che ci sia una drastica riduzione degli emendamenti "così da poter discutere sul merito, dedicando la dovuta attenzione e il tempo che l'argomento merita". Il dibattito sul ddl Cirinnà approderà nell'aula di Palazzo Madama il 28 gennaio, due giorni prima del Family day, la manifestazione del centrodestra che promuove la famiglia tradizionale. Domenica la mobilitazione in favore dei diritti gay ha portato nelle piazze centinaia di migliaia di persone.

ALFANO AVVERTE - "Un referendum abrogativo nel caso passasse la legge Cirinnà? L'ho messo in conto". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Radio Capital. "Penso che a fronte di una così difficile decisione parlamentare, se davvero la legge fosse precepita come un punto di eccesso, in una direzione o nell'altra, potrebbe essere una scelta razionale affidarsi al popolo. Ma è un fatto di domani: per l'oggi c'è una partita parlamentare che può condurre a una direzione di buon senso, che non prevede l'equiparazione al matrimonio e l'apertura alle adozioni". E il caso del Pirellone acceso con la scritta 'Family Day'? "Maroni non ha fatto nulla di grave - dice Alfano -. Al pari di altri sindaci o amministratori, che hanno manifestato il proprio sostegno ad iniziative di segno opposto senza che ci sia stato un grande scandalo, Maroni ha fatto cose che non vanno censurate". "Io penso che servirebbe rafforzare le tutele di persone dello stesso sesso unite in un rapporto sentimentale. Ma sono contrario all'equiparazione al matrimonio, che deve essere composto da un uomo e una donna, e all'adozione, perché un bambino deve avere un papà e una mamma", spiega Alfano.

IL CONSIGLIO D'EUROPA - "Incoraggio l'Italia a garantire il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso cosi come stabilito dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani (Oliari e altri verso Italia del 21 luglio 2015) e come accade nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa", twitta il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland.